Sette pensieri per i nuovi Tecnici del Presidente Monti…….Non c’è nuovo governo che tenga………
• Ricchezza senza lavoro
• Piacere senza coscienza
• Conoscenza senza virtù
• Commercio senza morale
• Scienza senza umanità
• Adorazione senza sacrificio
• Politica senza princìpi
“La crisi va pagata da chi l’ha provocata”. E’ lo slogan che oggi accompagna le manifestazioni organizzate in 24 citta’ d’Italia dalle associazioni studentesche insieme ai Cobas.
A Roma, i sindacati di base hanno atteso l’arrivo del corteo degli studenti, proveniente dall’universita’ La Sapienza, in Piazza della Repubblica, per incamminarsi verso il centro della capitale. Obiettivo avvicinarsi il piu’ possibile a Palazzo Madama dove oggi i Senatori votano la fiducia al neo nato Governo Monti.
“Un Governo che – ha osservato Piero Bernocchi, segretario dei Cobas Lazio – continuera’ a colpire i lavoratori salariati e le fasce piu’ deboli della popolazione, primi fra tutti i giovani condannati a un futuro di precariato. Certamente – ha sottolineato – siamo contenti che Berlusconi se ne sia andato ma siamo anche preoccupati del fatto che questo nuovo Governo proseguira’ nella stessa politica disastrosa e, con il pacchetto Vaticano-settore privato che lo compone, accelera’ la caduta del Paese nel burrone della crisi e dell’assenza di crescita e sviluppo”.
Bernocchi ha ricordato che sono molti i settori dai quali si potrebbero reperire risorse per risollevare il Paese e risanarne il debito. A partire dai cinquemila miliardi di euro, il 55 per cento della ricchezza del Paese, detenuti dal 10 per cento degli italiani e che basterebbe passare con una patrimoniale dell’1% per ottenere una “finanziaria” da cinquanta miliardi. Oppure la lotta all’evasione fiscale il cui recupero, anche solo del 20 per cento, porterebbe nelle casse dello Stato 60 miliardi di euro. “I soldi ci sono – ha ribadito il segretario dei Cobas Lazio – ma Monti non li prendera’ li”.
Le preoccupazioni relative al programma di Governo – ha tenuto ha precisare Bernocchi – dipendono anche dalla composizione dei ministri, all’interno del quale compaiono nomi legati al settore privato e che, quindi, “trovo difficile capire come potranno operare nel pubblico. Come ad esempio – ha ricordato – il ministro dell’Istruzione, Rettore del Politecnico di Torino che si vanta di aver aperto 105 imprese all’interno dell’Ateneo e secondo il quale gli studenti devono essere anche imprenditori. Tutto questo dimostra che anche se Berlusconi se ne e’ andato – ha concluso Bernocchi – la sostanza del problema non e’ solo questa”.
A Termini, nel piazzale davanti la stazione di Roma, c’è già penuria di taxi. Alle 8 e 25, sotto la metropolitana, una voce all’altoparlante annuncia che è in arrivo l’ultimo treno partito da Anagnina. La gente spinge e pare già insofferente. Il sonno è già dimenticato. C’è lo sciopero dei mezzi. E’ giovedì 17 novembre. Quanti ce ne sono già stati dall’inizio di settembre? Tanti, troppi. Non solo a Roma, comunque. Tutte le grandi città oggi sono coinvolte. E’ già da ieri sera che è partita la protesta. E durerà fino a stasera. A Bologna i mezzi sono fermi dalle otto e mezza fino alle quattro e mezza del pomeriggio e poi dalle diciannove e trenta fino alla fine del servizio. A Milano dalle 8 e 45 fino alle 15 e poi dalle 18. A Napoli, fermi dalle 8 e 30 fino alle 17 e poi dalle 19 e 30 fino a fine servizio.
Ma è a Roma che la situazione sembra davvero più complicata. Due gli scioperi indetti. Il primo si estende per tutta la giornata e riguarda i mezzi pubblici della cità. Il secondo è quello relativo ai trasporti regionali che andrà dalle 8 e 30 alle 12 e 30. Per tutta la giornata saranno a rischio gli autobus, comprese le 73 linee periferiche gestite da Roma Tpl, i tram, la metro e le ferrovie urbane Roma-Lido, Termini-Giardinetti e Roma-Civitacastellana-Viterbo.
Alle nove del mattino la metro era già chiusa. Sia la linea A che la linea B. Così come il trenino per Ostia. Riapriranno solo alle diciassette fino alle venti. E’ l’orario di garanzia previsto dalla legge. Di certo, per molti, non sarà semplice tornare a casa.
La giornata in città si preannuncia difficile. Allo sciopero dei mezzi pubblici, si aggiunge il corteo degli studenti universitari e medi e dei Cobas decisi a dare un segnale al nuovo governo in concomitanza del voto di fiducia al al Senato. Il corteo partirà alle nove e mezzo del mattino da piazzale Aldo Moro, di fronte all’università La Sapienza. Il sindacato invece sfilerà a partire dalle 10 da piazza della Repubblica fino a piazza Santi Apostoli. I due cortei dovrebbero ricongiungersi per poi sfilare insieme su via Cavour e via dei Fori Imperiali. Tante saranno le linee dei bus che verranno deviate (H, 5, 14, 16, 30 Express, 36, 38, 40 Express, 44, 46, 53, 60 Express, 61, 62, 63, 64, 70, 71, 75, 80Express, 80L, 81, 84, 85, 87, 90Express, 90D, 105, 117, 119, 160, 170, 175, 271, 360, 492, 571,590, 628, 630, 649, 714, 715, 716, 780, 781, 810, 850, 910, 916, 110 Open, Archeobus).
Senza dire del fatto che sempre oggi, a Roma, i veicoli più inquinanti non potranno circolare nella fascia verde. Il divieto va dalle 7 e 30 fino alle 20 e 30. Secondo quanto stabilito dal Comune, non potranno circolare neppure le auto a benzina Euro 1 che si vanno ad aggiungere alle auto a benzina Euro 0, le auto diesel Euro 0/1/2, i ciclomotori e motoveicoli a due, tre, quattro ruote 2 e 4 tempi Euro 0 e anche microcar diesel Euro 0/1.
Stretta in questa morsa, la gente si ingegna per accompagnare i figli a scuola, raggiungere la sede di lavoro, partire. Altro che mobility manager. In tutto questo, fa fatica persino a capire le ragioni degli studenti o quelle dei Cobas. E soprattutto quelle dei dipendenti dell’Atac. Nel caos quotidiano riversato contro i cittadini anche dalla incapacità degli amminstratori a gestire le emergenze, ciascuno viene lasciato da solo e quasi spinto a passare dalla solidarietà all’insofferenza. Dalla comprensione al fastidio. Ma soprattutto si tende alla rassegnazione. Soprattutto in giorni come questi.
In queste mattine prese d’assalto, in cui ciascuno si ritrova ancora una volta impreparato, la domanda che passa di bocca in bocca è sempre quella: perché è impossibile avere dei mezzi pubblici efficienti a Roma? Mentre si cerca ancora la risposta, da tenere a mente anche al momento delle elezioni comunali, si finisce per vagheggiare l’acquisto di una moto lucente e non inquinante, veloce e leggera, con cui sfidare il proprio destino sulla tangenziale, sul raccordo e sulle complanari.
Roma assediata su tre fronti, oggi. Cortei dei Cobas, manifestazioni studentesche e scioperi della viabilità interesseranno la Capitale per protestare contro il neo nato Governo Monti, accusato di star mettendo in atto politiche capitaliste e liberiste. La giornata, per la circolazione, si preannuncia nera, in una città già provata dalla recente alluvione e dai disordini di Piazza San Giovanni
Gli studenti dell’Università La Sapienza muoveranno da Piazza Aldo Moro e sfileranno per le vie della città fino al palazzo del Senato. «Opporremo i nostri book block ad ogni divieto, raggiungeremo Mario Monti perché del suo governo tecnico non ci fidiamo», hanno fatto sapere gli organizzatori del corteo universitario. I Cobas, invece, scendono in strada per manifestare contro “il Governo bipartisan e il suo programma ultraliberista”. L’intenzione è quella di fermare le nuove misure anti-crisi, che minacciano di rio percuoter si sui lavoratori e sull’occupazione giovanile
Partendo da Piazzale della Repubblica, il secondo gruppo attenderà il primo a cui si unirà alle 10, nel piazzale del Senato. Nel pomeriggio, poi, col permesso della questura, una delegazione di circa 300 persone metterà in atto un sit-in di protesta davanti a Palazzo Madama, subito dopo che il senato avrà votato la fiducia al programma di governo. A questo si aggiunga lo sciopero di 24 ore dei mezzi di trasporto, con le linee metropolitane A e B chiuse all’utenza e il coinvolgimento di alcune sigle sindacali per il trasporto di superficie.
Ma manifestazioni e proteste oggi interesseranno tutto il territorio nazionale. Gli studenti, riuniti in quella che è stata definita come la “Rete della Conoscenza”, si mobiliteranno, per il diritto allo studio e al libero accesso ai saperi e contro i tagli trasversali di questi anni, in oltre 60 città italiane. I Cobas, invece, manifesteranno in 24 piazze.
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