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Posts Tagged ‘bach’

15 Settembre ore 21.00 Induno Olona, Chiesa della Madonna di San Bernardino (Varese)
 
“Johann Sebastian Bach… il flauto un piccolo organo portatile”…
 
Claudio Ferrarini flauto – Luigi Fontana cembalo
 
Il ciclo completo delle sonate per flauto traverso e cembalo
 
Sonate in g-Moll (bwv 1020)
Sonate in h-Moll (bwv 1030)
Sonate in Es-Dur (bwv 1031)
Sonate in A-Dur (bwv 1032)
Sonate in C-Dur (bwv 1033)
Sonate in e-Moll (bwv 1034)
Sonate in E-Dur (bwv 1035)
 
Il flauto traverso, fu uno degli strumenti prediletti dal Settecento lo testimonia il ciclo delle 7 sonate di J.S.Bach. Realizzate negli anni di Köthen – la città della Turingia dove Bach risiedette dal 1717 al 1723 e dove videro la luce alcuni dei suoi maggiori capolavori strumentali, tra cui i “Concerti Brandeburghesi” e le Suites per violoncello – le opere bachiane per flauto rappresentano per varietà di concezione, ricchezza di soluzioni, splendore formale, un punto di riferimento obbligato nella pur vastissima letteratura flautistica del XVIII secolo.
 
Eseguire in unica sera tutte le sonate di Bach è un esercizio di meditazione, di concentrazione sulla poetica di questo grande genio, in un unica serata “Libero la vita che è dentro agli spartiti…”La musica non ha nazionalità, è di tutti quelli che lo sanno ascoltare, e ascoltare Bach ci libera la mente e innalza la nostra anima al cielo infinito….

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Da agosto a gennaio 12 concerti alle Terme Berzieri di Salsomaggiore

Ritorna la lunga stagione di Slowflute Festival

Nona edizione dedicata al benessere dell’ascolto

Il benessere inizia dall’ascolto, musica a Km zero”: questo il motto da cui prende vita la nona edizione di Slowflute Festival, ormai conosciuto come il più ricco cartellone musicale della provincia.

Con 12 concerti e 40 artisti lo Slowflute Festival 2017 si propone infatti come un articolato dialogo musicale che, da agosto a gennaio 2018, offre una vasta tavolozza di generi, autori e stili interpretativi, dal fascino del grande repertorio classico sino alla scoperta di grandi compositori contemporanei quali Paolo Castaldi.

Organizzato dall’Associazione Slowflute assieme al Comune di Salsomaggiore con il contributo della Provincia di Parma e della Regione Emilia Romagna. Slowflute Festival (direttore artistico Claudio Ferrarini) ospita esecutori quali il forte pianista Michele Bolla, il duo Vadim Tchijik e Anna Carrere, i pianisti Chiara Nicora e Ferdinando Baroffio, il Trio Sinfonico, il Duo Ida Maria Turri e Stefano Romani, il cembalista Luigi Fontana, il fisarmonicista Gino Zambelli, la pianista giapponese Aki Kuroda, il percussionista Paolo Pellegatti, la danzatrice Sara Catellani

Da evidenziare inoltre due significativi cicli di concerti, il primo dedicato alle Sonate in duo di J.S.Bach (l’integrale delle sonate  per flauto) e il secondo dedicato a una rilettura delle pagine significative delle Opere di Verdi, con un Verdi dal classico al Jazz.

Arricchisce il festival l’ormai attesa serata con la presenza del Complesso bandistico “Città di Salsomaggiore Terme” diretto da Claudio Bompensieri, in un programma dedicato alle mosche dei cartoni animati.

Il Festival si concluderà il 6 gennaio 2018 con un pomeriggio dedicato ai più piccoli, con le più belle fiabe dedicate agli animali (Il Carnevale degli animali di Camille Saint-Saëns) e la presenza sul palco della danzatrice Sara Catellani.

Evento collaterale a tutti i concerti di Slowflute 2017 sarà l’esposizione permanente di prodotti tipi della GVERDI è il brand ambasciatore di Cibo e Cultura nel mondo, che firma le eccellenze alimentari italiane, come il Maestro usava fare. Il grande musicista Giuseppe Verdi era infatti anche un buongustaio raffinato e un vero esperto di Cibo. Chiamato da Slowflute Festival per la sua spiccata sensibilità verso la cultura del cibo e in stretta sinestesia con la filosofia del festival.

Non di rado Slowflute Festival è fertile terreno per la nascita di originali iniziative quali ad esempio il concerto con Michele Bolla dell’edizione 2017, trasformato in un singolare progetto discografico e video a cura dell’editore Limen Music, dedicato al centenario della morte di C.Debussy.

Come sempre l’ingresso ai concerti è libero, con possibilità di offerta devoluta all’Associazione Save the Childrens.

 

15Agosto Piazza Libertà ore 21.30

Verdi’s Mood 

Claudio Ferrarini Flauto – Gino Zambelli Fisarmonica

Paolo Pellegatti Batteria – Riccardo Paini Chitarra e Basso

 

18 Agosto Terme Berzieri ore 17.40

Rossini mon Amour!…

Claudio Ferrarini Flauto

Sergio Piccone Stella Pianoforte

 

25 Agosto Terme Berzieri ore 17.40

Quando i Quadri suonano…

Chiara Nicora Pianoforte

Ferdinando Baroffio Pianoforte

 

1 Settembre Terme Berzieri ore 17.40

La musica che non piace a Putin 

Claudio Ferrarini Flauto

Aki Kuroda Pianoforte

 

8 Settembre Terme Berzieri ore 17.40

Quando si suonava forte e piano

Michele Bolla Fortepiano

 

16 Settembre Terme Berzieri ore 17.40

Bach il genio che amava la birra..e non solo

Claudio Ferrarini Flauto

Luigi Fontana Cembalo

 

22 Settembre Terme Berzieri  ore 17.40

Arie da mezzo….Soprano

Ida Maria Turri Mezzo Soprano

Stefano Romani  Pianoforte

 

29 Settembre Terme Berzieri ore 17.40

La musica che non piaceva a Stalin 

Vadim Tchijik Violino

Anna Carrere Pianoforte

 

13 Ottobre Terme Berzieri  ore 17.40

Sinfonie d’autore….

Trio Pieceno Classico

Luca Magni Flauto

Davide Martelli Pianoforte

Daniela Tremaroli Violoncello

 

23 Dicembre Teatro ore 17.40

Quei suonati dei CARTONI ANIMATI …

Claudio Ferrarini Flauto

Banda Città di Salsomaggiore Terme

Claudio Bonpensieri Direttore

 

29 Dicembre ore 21.15

Marco Polo….oltre gli spaghetti…

Claudio Ferrarini  – Li Nan Flauti

Ayumi Mastumoto Pianoforte

 

6 Gennaio ore 17.40

Il Carnevale degli Animali

Claudio Ferrarini Flauto

Ayumi Mastumoto Pianoforte

Sara Catellani Danza

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Il cranio di Bach

 

Johann Sebastian Bach (1685-1750) godette di buona salute per la maggior parte dei suoi settantacinque anni, anche aveva una cattiva abitudine molto ben radicata: fumava la pipa in continuazione. Ma questo vizio, o meglio, questo “vezzo”, così comune negli uomini del tempo, non ebbe ripercussioni rilevanti sulla sua vita, forse qualcuno vicino a lui non sopportava quell’odore di tabacco – la moglie, Maria Barbara, lo faceva fumare solo fuori casa – ma nulla di più.

Ci fu in seguito un malanno che afflisse l’ultimo anno di vita del compositore, e fu ben più grave, cioè la cecità. Bach era sempre stato miope, ma all’improvviso ebbe un forte declino della capacità visiva associato ad un dolore persistente dietro gli occhi. Nel giro di un anno, o forse meno, la sua vista si deteriorò al punto di non riuscire a percepire nemmeno la luce.

Le cure che gli furono prestate furono assolutamente insufficienti, il suo oculista – l’infame dott. Taylor, che ebbe in cura anche Handel – curò la sua malattia con frequenti incisioni agli occhi sulle quali applicava un unguento a base di mercurio e facendoli sanguinare (non si è mai capito che cura fosse, a noi sembra una tortura).

Come si può facilmente immaginare, questo trattamento aggressivo e scientificamente privo di ogni fondamento non restituì certo la vista a Bach, anzi, gli procurò una dolorosa e cronica infiammazione del bulbo oculare, che andò ad aggiungersi alle altre sofferenze del compositore, prima fra tutte quel continuo dolore dietro gli occhi.

Le frequenti emorragie probabilmente accelerarono il declino fisico di Bach, che infatti divenne molto debole e rimase per mesi a letto in una stanza buia fino a che morì. L’artrite temporale può essere una possibile causa di questa sventura.

La malattia di Bach non presenta quindi particolari misteri né dubbi al mondo attuale, ma è singolare e degna di menzione la leggenda della ricostruzione del suo volto, che seguì una strada che ebbe bisogno della mano di un esperto medico. Bach morì a Lipsia il 28 Luglio 1750, e fu sepolto vicino alla Chiesa di San Giovanni “sei passi prima dell’entrata di sinistra della chiesa”. Nel 1894, quando la chiesa dovette essere demolita per costruirne al suo posto un’altra più grande, si decise di localizzare e disseppellire i resti del grande compositore, e per questo compito fu richiesto l’intervento di un famoso anatomista: il dottor Wilhelm His senior, noto alla scienza per il suo contributo all’embriologia.

Il dottor His trovò scritto che Bach riposava in una bara di quercia, e l’individuazione del suo corpo non fu particolarmente difficile: lo scheletro era indicativo di un uomo anziano, alto circa 170 cm, e con un fisico robusto, caratteristiche che aiutarono nel riconoscimento.

Il cranio in particolare era “forte e di forma caratteristica” e presentava una fronte bassa e robuste ossa della mascella con una mandibola leggermente sporgente.

Il professore di anatomia notò anche la grandezza dell’impronta della coclea e la circonvoluzione temporale del cervello, laddove è localizzata la corteccia uditiva, ed esaminando con attenzione tali caratteristiche le collegò in maniera inequivocabile alle doti mentali ed uditive uniche del soggetto. Probabilmente, allorquando gli occhi abbandonarono il musicista, ci fu l’orecchio a venirgli in aiuto.

Dopo aver osservato che i tratti che si vedono dei quadri ritraenti il volto di Bach erano compatibili con la forma del cranio, His chiese l’aiuto dello scultore Karl Seffner, il quale, lavorando sulla base dei ritratti e dello stampo in gesso del cranio, riuscì a costruire una scultura del compositore a mezzo busto assai convincente.

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