Sara ho letto il tuo libro, pagina dopo pagina, e credimi, sono rimasto di sasso. Siamo diventati un paese veramente strano. La Mafia non ci fa andare in fallimento…..ma a che prezzo. Distruggiamo il nostro ambiente, uccidiamo la nostra terra, stento a riconoscere la mia pianura, quella deliziosa pianura piatta fatta di accoglienza. Sara scrive con un entusiasmo che ti cattura in un attimo. Anche io amo la mia terra e sono disponibile a combattere con persone come Sara, non voglio spostare il mio sguardo da nessuna parte, guardo la mia terra e la voglio difendere da questi nuovi vandali, seminatori di morte. Brava Sara, se hai bisogno io ci sono. CF
Un’indagine shock che racconta come la ‘ndrangheta stia divorando l’Emilia rossa e il nord. Prefazione di Antonio Nicaso e postfazione diEnrico Bini.
Aliberti editore — 28.10.2010
MAFIA. LE MANI SUL NORD
di Sara Di Antonio
Un libro-inchiesta in cui si intrecciano tre voci in un confronto serrato tra prospettive inconciliabili: il criminale ‘ndranghetista, che guarda al Nord con occhi rapaci e indifferenti; il “colletto bianco” che tra un misto di sconcerto e disprezzo non disdegna il denaro sporco proveniente dal narcotraffico calabrese; e infine lui, il pubblico ministero che affronta le miserie di una società che stenta a riconoscersi e a riconoscere.
Tre volti di un Nord Italia sotterraneo, pivolte negato nella sua esistenza ma che, al contrario, muove uomini e capitali.
Sfuma il confine tra mafia e antimafia, tutto confuso, stimati professionisti si mescolano a potenti criminali, nuovi disagi e sottaciuti malesseri, un territorio in cerca di una nuova identità.
Postfazione di Enrico Bini, presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia, primo fra le autorità reggiane a essersi esposto per denunciare la criminalità organizzata.
Prefazione di Antonio Nicaso
L’AUTORE
Sara Di Antonio (1976) laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna. Ha conseguito il Master Burson Marsteller in Comunicazione Pubblica e d’Impresa. Giornalista pubblicista, da quattordici anni svolge attivitdi comunicazione, ufficio stampa e pubbliche relazioni per enti pubblici e partiti politici.
Pagine: 155 | Prezzo: € 14,50 | ISBN: 9788874246564
Esce oggi, giovedì 28 ottobre, il libro della giornalistaSara Di Antonio “MAFIA. LE MANI SUL NORD”(edizioni Aliberti), che indaga il fenomeno delleinfiltrazioni mafiose con particolare attenzione alla situazione dell’Emilia. La collaboratrice diReggio24Ore, che può vantare una prefazione a cura del giornalista e scrittore di Antonio Nicaso, uno dei maggiori esperti di ‘ndrangheta a livello internazionale, sarà inoltre protagonista domani, venerdì 29 ottobre, di un lungo articolo dedicato al tema sull’inserto “Il Venerdì di Repubblica” dell’omonimo quotidiano nazionale.
Dall’introduzione di “Mafia. Le mani sul Nord“:
“Undici ore di treno da Reggio Emilia fin giù in Calabria, e arrivati a Taranto i vagoni si dimezzano. Si rimane stipati in poche carrozze, per arrivare a Crotone, il capoluogo che nella sua sigla conserva ancora il bellissimo nome dell’antico centro culturale della Magna Grecia, Kroton. Partiremo da lì, per il nostro viaggio in un alternarsi tra Nord e Sud, tra i placidi campi estesi e le città d’arte dell’Emilia, e le asprezze e i colori di una terra che sembra dimenticata dalle cronache se non quando si parla di crimini e malaffare, la Calabria.
Rovesciandone i cliché, che dipingono ancora la ’ndrangheta come mafia meridionale e stracciona, ci accorgeremo che, invece, è pervasiva, evoluta, tecnologizzata. Si rimane storditi da quanto la globalizzazione abbia potuto giovare a un’organizzazione criminale fondata su archetipi fortissimi e antichi (la religione, i legami di parentela, la sottomissione delle donne) e quanto sia riuscita a mostrare il suo volto imprenditoriale e modernamente spietato, in un rapporto osmotico con il tessuto economico emiliano.
Tutto questo non senza rotture, non senza traumi e non senza conflittualità, come vedremo. Inizieremo un viaggio tra due mondi fieri della loro identità, che a loro modo si vantavano di essere autosufficienti fino a qualche decennio fa, e che oggi fanno parte di una rete silenziosa e pervicace che crea o accentua le ingiustizie di un sistema economico e sociale già messo a dura prova dalla crisi. Da allora, molto è cambiato. Scopriremo come e quanto”.
L’intenzione dell’autrice è quella di cercare di raccontare non solo la ’ndrangheta ma il disfacimento morale ed esistenziale di un territorio, l’Emilia, attraverso tre personaggi immaginari che prendono spunto da avvenimenti e contesti reali per consentire al lettore di immergersi in modo più naturale e agevole nella realtà complessa che, prima di essere denunciata, va compresa senza moralismi, rifuggendo dai luoghi comuni e possibilmente da una visione manichea, guardando la realtà attraverso gli occhi di chi, quotidianamente, per scelta ideale o criminale, si occupa di mafia.
Il primo è un uomo di legge, un pubblico ministero di provincia che si scontra con una realtà ostile, la cui attenzione viene continuamente distolta dalle cose che contano a causa di un meccanismo legislativo e delle regole perverse che lo costringono a “occuparsi d’altro”, a non potersi concentrare sui vari crimini che vengono compiuti a danno della società. Nonostante le costanti amarezze e la miriade di difficoltà, però, continua e persevera nel suo lavoro senza chiedersi neppure se ne valga la pena.
Il secondo personaggio è il criminale, il giovane ’ndranghetista, con un suo spessore immorale e una fierezza che lo fa parlare con orgoglio della sua appartenenza alla criminalità organizzata: anche lui, in maniera perversa, appartiene a qualcosa, a una struttura sociale e a un sistema culturale atavico e antichissimo, e proprio per questo difficile da sradicare dalla mente di chi vi sia stato immerso fin dalla nascita.
L’ultimo personaggio, vero protagonista della degenerazione amorale e in effetti privo di agganci ideali, è il colletto bianco, il più raffinato grado di consapevolezza della gravità di ciò che sta accadendo in quanto possessore di tutti gli strumenti culturali più sofisticati e appropriati per un’analisi della realtà. Tuttavia, attraverso un processo psicologico non particolarmente complicato, riesce ad accettare pienamente la sua collusione e contemporaneamente ad autoassolversi, come se ciò corrispondesse appieno a ciò che lo Zeitgeist – lo spirito del tempo – richiede.
Giornalista reggiana, Sara Di Antonio ha scritto “Mafia. Le mani sul Nord”
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