Nessuno vi dice di smettere di mangiare la carne di cavallo come di ogni altro animale perche’ ognuno e’ libero di alimentarsi come desidera ma vorrei che almeno vi giungessero le immagini di come viene trattato l’animale con il quale molti golosamente si cibano.
Ad ogni morso ovviamente il cervello da impulsi che attivano le papille gustative e quindi oltre al gusto della carne non pensate ad altro, bene da oggi allora quando mangiate una bistecca che sia di cavallo, che sia bovino, di maiale… ricordatevi di queste immagini e soprattutto che forse mangiando meno carne, cosa che gioverebbe alla salute ed alla longevita’,magari il commercio diminuirebbe e magari verrebbero uccisi meno animali ma soprattutto soffrirebbero di meno visto che non si rispettano le leggi per il buon trattamento durante il trasporto.
Non e’ tanto il momento atroce dell’uccisione ma il trasporto un vero inferno…ne vale la pena???
Buon Appetito
Italia sotto accusa per l’importazione di cavalli e asini dall’Europa orientale
In un articolo della BBC del 9 febbraio u.s., firmato Alex Kirby, tale attività di importazione è stata descritta come uno degli aspetti più crudeli del commercio di animali vivi in Europa.
Ogni anno vengono importati in Italia, su autocarri, 150.000 cavalli provenienti dai paesi dell’est europeo e 7.000 asini provenienti dalla sola Romania. Il numero dei cavalli importati nella Comunità Europea è, complessivamente, di circa 250.000 capi equini.
Gli animali vengono sottoposti a un lungo viaggio che dura 90 ore e comprende il passaggio di varie frontiere (stranamente tutte di paesi non comunitari), prima di essere abbattuti nei mattatoi italiani. Partendo dall’Europa orientale, gli autocarri attraversano la repubblica Ceca, la Slovacchia, l’Ungheria e la Slovenia prima di entrare in Italia a Gorizia. Da qui il viaggio degli animali deve ancora durare a lungo. Un trasporto dalla Lituania alla Sardegna, di 2.400 chilometri, è durato 95 ore.
Quando arrivano in Ungheria, che è a metà del viaggio, molti cavalli sono in condizioni spaventose. Molti sono esausti e disidratati, alcuni sono feriti, altri stanno morendo o sono già morti. Gli animali caduti sul piancito del camion per debolezza o per le frenate, non possono rialzarsi e vengono calpestati dai compagni. I camionisti tentano di farli alzare colpendoli e pungolandoli con bastoni. Se non si rialzano vengono trascinati moribondi fuori dal camion.
Nel passaggio da uno Stato all’altro non vengono effettuati controlli, perché gli animali sono “in transito”. I somari importati dalla Romania per essere adoperati nell’industria degli insaccati, soffrono terribilmente durante il viaggio e subiscono un trattamento brutale. Molti di essi sono molto giovani.
La ILPH e anche altre associazioni, soprattutto inglesi e tedesche, hanno chiesto all’Italia di fermare questo orrendo traffico, ma fino ad ora inutilmente.
Questo tipo di commercio deve essere sottoposto a controlli conformi con i regolamenti europei sulla salvaguardia degli animali ed è necessario che le norme CEE vengano fatte rispettare a Gorizia dove, come riferisce il citato articolo della BBC, “esse vengono regolarmente ignorate”. La ILPH (International League for the Protection of Horses), che segue il problema con grande attenzione, sostiene che la cosa migliore sarebbe quella di abbattere gli animali nel luogo di origine, nel rispetto di tutte le direttive della Comunità Europea in materia. In tal modo il commercio riguarderebbe solo la carne macellata e si eviterebbero agli animali inutili e lunghe sofferenze. In un suo rapporto Jeremy James ( ILPH) dice che gli animali vengono acquistati da commercianti italiani con pochi scrupoli, che li comprano a prezzi stracciati incuranti delle loro condizioni. La sola Romania ha un parco equino di 800.000 capi dei quali circa 15.000 sono affetti da anemia equina infettiva. Inutile sottolineare il pericolo che si corre in Italia se gli animali vengono introdotti con controlli inesistenti o sporadici. In Romania la legge proibisce l’esportazione di cavalli destinati al macello se non sono stati prima sottoposti in loco all’esame detto ELISA per la trichinosi. Gli importatori, per aggirano il problema dichiarando che i cavalli sono destinati all’allevamento, destinazione che non richiede il test ELISA.
Si corre, perci, il rischio che la trichinella venga immessa nella catena alimentare. Risulta che ci siano stati dei casi di trichinosi (malattia parassitaria) in Francia e in Italia.
Gli sporadici esami del sangue che vengono effettuati a Gorizia rappresentano, in questo caso, una procedura inefficiente ed inutile, perché la trichinella non pu essere individuata nei campioni di sangue non essendo un patogeno (vedi anche l’articolo “Un altro allarme: la carne di cavallo”.
Uno dei motivi di rilevanza economica, che alimenta questo traffico, è il seguente escamotage probabilmente permesso dalla legge. La carne importata viva in Italia e poi macellata viene messa in commercio come “Produzione Nazionale”. La carne di animali nati in Italia e qui macellati viene invece commercializzata come “Produzione Italiana”.
Il 9 febbraio 2000 la presentatrice televisiva Wendy Turner e il commentatore della BBC Sir Peter O’ Sullivan hanno presentato all’ambasciatore d’Italia a Londra un filmato (del quale anche noi siamo in possesso) che documenta questo deprecabile commercio. Sir Peter ha detto: “Ogni uomo, donna o ragazzo che ha rispetto per il cavallo resterà per sempre perseguitato dalle immagini di questo orribile traffico, che disonora sia la Comunità Europea che la razza umana.”
Carlo Faillace
Argomenti collegati: “Ultime sui trasporti” e “La carne di cavallo è sana?”
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In seguito alle nostre segnalazioni, il senatore Roberto Lasagna, di Forza Italia, in data 18 febbraio, 2000 ha presentato una interrogazione parlamentare (n.4/18239) con la quale richiede si sapere:
quali provvedimenti si intenda adottare per trovare una rapida soluzione alla sofferenza di questi animali e quali misure si intenda intraprendere al fine di far rispettare i regolamenti CEE nelle nostre zone di confine.
Quali responsabilità siano da addebitare alla magistratura locale che non ha svolto le indagini.
Quali siano i mattatoi destinatari finali e le industrie che usufruiscono della carne da macello.
Sino a data odierna 22 febbraio, 2001, non è ancora stata data una risposta.
Riportiamo qui sotto la lettera inviata al ministro Pecorario Scanio e per conoscenza al Conte Melzi, Presidente dell’U.N.I.R.E., il 16 novembre 2000.
PROEQUO
Organizzazione per la protezione del cavallo
Associazione di volontariato non profit
Rappresentante ILPH in Italia
Sede operativa: Strada di Valle Steccona 23
00063 Campagnano (RM)
Tel e Fax: +39 6 9042508
Sito internet: http://www.proequo.org e mail:info@proequo.org
On. Ministro Alfonso Pecorario Scanio
Ministero delle Politiche Agricole e Forestali
Via XX Settembre 20
ROMA
p.c. Conte Melzi d’Erril
U.N.I.R.E. piazza San Lorenzo in Lucina 4
ROMA
16 novembre, 2000
Onorevole Ministro,
prendendo spunto da quanto sta avvenendo nel mercato delle carni bovine, desidero approfittare della Sua sensibilità per richiamare la Sua attenzione al problema dell’importazione degli equini dai paesi dell’Europa orientale.
Si tratta di circa 200.000 cavalli e di 7.000 asini che vengono importati ogni anno in Italia in condizioni vergognose e dopo viaggi che durano più di 90 ore.
Insieme all’ILPH (International League for the Pérotection of Horses), che abbiamo l’onore di rappresentare in Italia, stiamo lavorando nell’Europa orientale:
1) nella progettazione di autocarri più adatti e confortevoli per il trasporto dei cavalli.
2) Cercando di mettere in contatto gli importatori italiani con i fornitori di carne refrigerata anziché di animali vivi, come in Ungheria, Romania e Polonia dove stiamo incoraggiando l’allestimento di mattatoi conformi alle direttive della Comunità Europea e dimostrando ai “produttori” la convenienza economica di esportare carni refrigerate anziché animali vivi.
3) Mettendo in risalto che malattie infettive vengono regolarmente trasportate nella Comunità Europea dagli importatori italiani, che contravvengono alle leggi sia dei paesi dell’Europa orientale che della CEE.
Si deve notare che la sola Romania nel suo parco cavalli di 800.000 capi ne conta circa 15.000 affetti da anemia equina infettiva. E’ facilmente intuibile quali danni subirebbe l’allevamento equino italiano, in special modo l’allevamento del cavallo purosangue e sportivo in generale, se tale malattia si diffondesse e venisse riscontrata in Italia. Per non parlare, inoltre, del pericolo della diffusione della trichinellosi, malattia trasmissibile dagli equini agli umani, non riscontrabile negli esami del sangue (sporadici in Italia), perché non è un patogeno, della quale sono stati segnalati casi sia nell’Italia meridionale che in Francia.
Gli animali vengono acquistati a prezzi stracciati dagli importatori italiani, che non si curano di ci che comprano, né delle condizioni sanitarie e delle malattie che potrebbero avere né di come vengono trasportati.
Il nostro lavoro, che tende a cercare soluzioni pratiche e attuabili, avendo come scopo quello di alleviare le sofferenze degli equini, è apprezzato dalla Comunità Europea. La Commissione Europea ha cercato infatti l’aiuto informativo dell’ILPH per redigere il Rapporto sui trasporti. Ha chiesto, inoltre, l’assistenza dell’ILPH per la presentazione del Rapporto al Parlamento Europeo e al Consiglio dei Ministri. Abbiamo assicurato la nostra collaborazione.
La Commissione ha indicato che avrebbe gradito la partecipazione dell’ILPH nel far rispettare la Direttiva e stiamo mettendo a punto un programma per svolgere questo lavoro.
Conoscendo la Sua sensibilità sono certo che Lei vorrà approfittare di questo momento per por fine definitivamente al traffico di animali vivi destinati al macello.
Le invio un cordiale saluto con l’augurio di un buon lavoro.
Prof. Carlo Faillace
(presidente PROEQUO)