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Archive for the ‘Verde Verdissimo….sostenibile’ Category

L’uomo, per natura, dovrebbe essere vegetariano, perché tutto il suo corpo è fatto per il cibo vegetariano. Se l’uomo non è vegetariano, se mangia carne, il corpo ne sarà appesantito. In Oriente, tutti i grandi meditatori come Buddha e Mahavira hanno sottolineato questo fatto. Non per una qualche idea di non violenza – questo è un fatto secondario – ma perché, se vuoi veramente entrare in uno stato di meditazione profonda, il corpo dev’essere privo di peso, naturale, deve fluire. Il corpo dev’essere leggero, e in un non vegetariano il corpo è molto pesante. Osserva cosa accade quando mangi carne: quando uccidi un animale, cosa accade all’animale al momento dell’uccisione? Naturalmente nessuno vuole essere ucciso. La vita desidera la propria continuazione; l’animale non muore di buon grado.
Profondo dolore, paura, morte, angoscia, rabbia, violenza, tristezza: tutte queste cose accadono nell’animale. In tutto il suo corpo si diffondono la violenza, l’angoscia e un dolore estremo. Il corpo si riempie di tossine, di veleni. Tutte le ghiandole del corpo secernono veleni perché l’animale muore contro la sua volontà. E poi tu mangi la carne; quella carne contiene tutti i veleni che l’animale ha prodotto. La sua intera energia è velenosa, e quei veleni entrano nel tuo corpo.
Dovresti mangiare ciò che è naturale, naturale per te. Frutta, noci, verdure – mangiane quante ne vuoi. Il bello è che non puoi mangiare di queste cose più di quello di cui hai bisogno. Ciò che è naturale ti dà sempre una soddisfazione, perché sazia il corpo, ti riempie. Ti senti soddisfatto.Se una cosa è innaturale non ti dà mai questa sensazione di sazietà. Continua a mangiare gelati: non sentirai mai che ne hai abbastanza. In realtà più ne mangi e più hai voglia di mangiarne. Non è un alimento – sta imbrogliando la mente. Ora non mangi in base ai bisogni del tuo corpo; mangi solo per il sapore. La lingua ha preso il controllo.
Ma non dovrebbe essere così. La lingua non sa nulla del corpo. Essa ha un compito specifico: gustare il cibo. Deve giudicare – e questa è l’unica cosa che deve fare – quale cibo vada bene per il corpo e quale no. È solo un guardiano alla porta, non è il padrone di casa, e se il guardiano diventa il padrone, si creerà una gran confusione.
I pubblicitari sanno benissimo che lingua e naso possono essere ingannati. Non sono i padroni di casa. Forse non sai che nel mondo si fanno molte ricerche sugli alimenti. Queste ricerche dicono che quando chiudi il naso completamente, e tieni gli occhi chiusi, se ti danno da mangiare una cipolla, non ti accorgerai di ciò che mangi. Non potrai distinguere una cipolla da una mela se il naso è del tutto bloccato, perché metà del gusto viene dal naso, e l’altra metà è decisa dalla lingua. Questi due hanno assunto il controllo. Per loro se il gelato è nutriente o no, non è il punto. Il gelato può avere un certo gusto, può contenere delle sostanze chimiche che soddisfano la lingua ma che non sono necessarie per il corpo. L’uomo è confuso, molto più confuso dei bufali. Non puoi convincere un bufalo a mangiare gelati. Prova! Un cibo naturale… e quando dico naturale voglio dire quello di cui il tuo corpo ha bisogno.
 
l’Anatomia comprata:
 
Predatori/Carnivori
1-Placenta zoniforme
2-Artigli retrattili, denti aguzzi, compresi i molari, atti a strappare non masticare
3-Ghiandole salivari poco sviluppare : la saliva, e acnhe l’unità, hanno reazione acida
4-Lo stomaco procede grandi quantità di pepsine acido cloridrico rispetto a erbivori o onnivori
5-La digestione avviene principalmente nello stomaco
6- Grassi sono digeriti nell’intestino grazie a succhi biliari e pancreatici
7-L’intestino è più corto (4/5 volte la lunghezza del corpo) rispetto a quello di erbivori onnivori e frugivori
 
Erbivori
1- Placenta non caduca
2- Zoccoli, denti atti a strappare e a masticare
3-Ghiandole salivari ben sviluppate e reazione alcalina di saliva e urina
5-Secreazione scarsa di acido cloridrico
6-Non producano uricasi
7Canale intestinale sino a 20 volte la lunghezza del tronco
 
 
Onnivori
1- Placenta non caduca
2-Saliva e urine a reazione acida
3-Intestino lungo 10 volte la lunghezza del tronco
 
 
Scimmie antropomorfe
1-Placenta discoidale
2-Incisi ben sviluppati
3-Molari smussati
4-Saliva e urina alcaline
5-Intestino lungo 10 volte il tronco
 
Uomo
1-Placenta discoidale
2-Incisi ben sviluppati
3-Molari smussati
4-Saliva e urina alcaline
5-Intestino lungo 10 volte il tronco
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haring Intervista ad Angélica Olvera Garcìa Direttrice del Centro Universitario Emilio Cárdenas in Messico.

Il mondo moderno industrializzato minaccia l’ambiente naturale in pi˘ e pi˘ modi. Di queste minacce, e di come porvi rimedio, si discute con passione da anni in vari ambiti. Ma viene sempre trascurato un fattore fondamentale: l’allevamento di bovini e altri animali per l’alimentazione umana.

L’allevamento su vasta scala, sia di tipo intensivo (in grosse stalle senza terra dove gli animali sono stipati, come accade in Italia), sia di tipo estensivo (i grandi ranch degli Stati Uniti, o i pascoli nei paesi del Sud del mondo) Ë chiaramente insostenibile dal punto di vista ecologico. Ormai, la met‡ delle terre fertili del pianeta viene usata per coltivare cereali, semi oleosi, foraggi, proteaginose, destinati agli animali. Per far fronte a questa immensa domanda – in continuo aumento, in quanto le popolazioni che tradizionalmente consumavano poca carne oggi iniziano a consumarne sempre di pi˘ – si distruggono ogni anno migliaia di ettari di foresta pluviale, il polmone verde del pianeta, per far spazio a nuovi pascoli o a nuovi terreni da coltivare per gli animali, che in breve tempo si desertificano.

Per consumo di risorse, latte e carne sono indiscutibilmente i “cibi” pi˘ dispendiosi, inefficienti e inquinanti che si possano concepire: oltre alla perdita di milioni di ettari di terra coltivabile (che potrebbero essere usati per coltivare vegetali per il consumo diretto degli umani), e oltre all’uso indiscriminato della chimica, vi Ë la questione dell’enorme consumo d’acqua in un mondo irrimediabilmente assetato, il consumo di energia, il problema dello smaltimento delle deiezioni animali e dei prodotti di scarto, le ripercussioni sul clima, l’erosione del suolo, e la desertificazione di vaste zone.

L’uso di prodotti chimici

L’abuso di prodotti chimici per l’agricoltura nei paesi pi˘ “sviluppati” Ë evidente dai dati statistici: in Germania, Giappone, Gran Bretagna, se ne usano pi˘ di 300 kg per ettaro, in Italia 104, mentre i consumi scendono a 35 in Cina, a 22 in Messico, a 7 in Bangladesh e a 1 in Nigeria.

I prodotti chimici comprendono fertilizzanti, pesticidi (che uccidono gli insetti nocivi per le colture) ed erbicidi (che uccidono le piante nocive): tutti inquinano il suolo, l’acqua e il cibo stesso. Dal 1945 ad oggi il consumo di pesticidi Ë decuplicato, mentre i danni provocati dagli insetti alle colture Ë raddoppiato.

Non si tratta perÚ di un problema legato all’agricoltura in sÈ e per sÈ, ma all’agricoltura finalizzata all’allevamento di animali: per quanto riguarda gli erbicidi, ad esempio, Ë indicativo il fatto che l’80% di quelli usati negli USA viene utilizzato nei campi di mais e di soia destinati all’alimentazione degli animali.

Il massiccio uso di fertilizzanti Ë dovuto soprattutto alla pratica della monocoltura, che risulta conveniente in quanto consente una industrializzazione spinta: vengono standardizzate le tipologie di intervento, i macchinari agricoli, le competenze e i tempi di lavoro. Se anzichÈ alla monocoltura i suoli fossero destinati a coltivazioni a rotazione per uso diretto umano, non sarebbero necessari prodotti chimici, perchÈ il suolo rimarrebbe fertile.

Il consumo di energia e risorse vegetali

Nel trasformare vegetali in proteine animali, un’ingente quantit‡ delle proteine e dell’energia contenute nei vegetali viene sprecata: il cibo serve infatti a sostenere il metabolismo degli animali allevati, ed inoltre vanno considerati i tessuti non commestibili come ossa, cartilagini e frattaglie, e le feci.

Esiste il cosiddetto “indice di conversione”, che misura la quantit‡ di cibo necessaria a far crescere di 1 kg l’animale. Ad un vitello servono 13 kg di mangime per aumentare di 1 kg, mentre ne servono 11 a un vitellone (un bue giovane) e 24 ad un agnello. I polli richiedono invece solo 3 kg di cibo per ogni kg di peso corporeo. Se si considera poi che l’animale non Ë tutta carne, ma vi sono anche gli “scarti”, queste quantit‡ vanno raddoppiate.

Il rendimento delle proteine animali Ë ancora pi˘ basso.

Un bovino, ad esempio, ha un’efficienza di conversione delle proteine animali di solo il 6%: consumando cioË 790 kg di proteine vegetali, produce meno di 50 kg di proteine.

Oltre allo spreco di energia necessaria per il funzionamento dell’organismo, va contata l’energia necessaria per la coltivazione del cibo per gli animali e per il funzionamento degli allevamenti stessi.

Dal punto di vista dell’uso di combustibile fossile, per ogni caloria di carne bovina servono 78 calorie di combustibile, per ogni caloria di latte ne servono 36, e per ogni caloria che proviene dalla soia sono necessarie solo 2 calorie di combustibile fossile, un rapporto di 39:1 a sfavore della carne.

Il consumo d’acqua

Il 70% dell’acqua utilizzata sul pianeta Ë consumato dalla zootecnia e dall’agricoltura (i cui prodotti servono per la maggior parte a nutrire gli animali d’allevamento). Quasi la met‡ dell’acqua consumata negli Stati Uniti Ë destinata alle coltivazioni di alimenti per il bestiame.

Gli allevamenti consumano una quantit‡ d’acqua molto maggiore di quella necessaria per coltivare soia, cereali, o verdure per il consumo diretto umano. Dobbiamo sommare, infatti, l’acqua impiegata nelle coltivazioni, che avvengono in gran parte su terre irrigate, l’acqua necessaria ad abbeverare gli animali e l’acqua per pulire le stalle.

Una vacca da latte beve 200 litri di acqua al giorno, 50 litri un bovino o un cavallo, 20 litri un maiale e circa 10 una pecora.

Il settimanale Newsweek ha calcolato che per produrre soli cinque chili di carne bovina serve tanta acqua quanta ne consuma una famiglia media in un anno.

Le deiezioni

In Italia gli animali da allevamento producono annualmente circa 19 milioni di tonnellate di deiezioni a scarso contenuto organico, che non possono essere usate come fertilizzante. Attualmente, lo smaltimento di questi liquami avviene per spandimento sul terreno, il che provoca un grave problema di inquinamento da sostanze azotate, che causa inquinamento nelle falde acquifere, nei corsi d’acqua di superficie, nonchÈ eutrofizzazione nei mari.

Anche i farmaci somministrati agli animali possono passare nell’ambiente con i reflui e residuare nei suoli, nei vegetali, nelle acque e quindi negli alimenti di cui si ciba l’uomo, come le verdure o il pesce.

Calcolando il carico equivalente, ovvero trasformando il numero di animali in quello equivalente di popolazione umana che produrrebbe lo stesso livello di inquinamento da deiezioni, in totale, in Italia, gli animali equivalgono ad una popolazione aggiuntiva di 137 milioni di cittadini, cioË pi˘ del doppio del totale della popolazione.

Le ripercussioni sul clima

Le conseguenze pi˘ drammatiche del consumo di latte e carne si verificano nel Terzo Mondo: il disboscamento operato per far posto agli allevamenti di bovini destinati a fornire proteine animali all’Occidente ha distrutto in pochi anni milioni di ettari di foresta pluviale.

Ogni anno scompaiono 17 milioni di ettari di foreste tropicali. L’allevamento intensivo non ne Ë la sola causa, ma sicuramente gioca un ruolo primario: nella foresta Amazzonica l’88% dei terreni disboscati Ë stato adibito a pascolo e circa il 70 % delle zone disboscate del Costa Rica e del Panama sono state trasformate in pascoli. A partire dal 1960, in Brasile, Bolivia, Colombia, America Centrale sono stati bruciati o rasi al suolo decine di milioni di ettari di foresta, oltre un quarto dell’intera estensione delle foreste centroamericane, per far posto a pascoli per bovini. Per dare un’idea delle dimensioni del problema, si pensi che ogni hamburger importato dall’America Centrale comporta l’abbattimento e la trasformazione a pascolo di sei metri quadrati di foresta.

Paradossalmente, questa terra non Ë affatto adatta al pascolo: nell’ecosistema tropicale lo strato superficiale del suolo contiene poco nutrimento, ed Ë molto sottile e fragile. Dopo pochi anni di pascolo il suolo diventa sterile, e gli allevatori passano ad abbattere un’altra regione di foresta. Gli alberi abbattuti non vengono commercializzati, risulta pi˘ conveniente bruciarli sul posto.

La geografa Susanna Hecht racconta che il 90% degli allevamenti di bestiame nella ex-foresta amazzonica cessa l’attivit‡ dopo circa otto anni, per ricominciare in altre zone. Si possono percorrere centinaia di chilometri di strada nella foresta amazzonica senza trovare altro che terre abbandonate dove cresce una vegetazione secondaria.

Nelle zone semiaride, come l’Africa, lo sfruttamento dei suoli per l’allevamento estensivo (i cui prodotti vengono esportati nei paesi ricchi) porta alla desertificazione, cioË alla riduzione a zero della produttivit‡ di queste terre. Le Nazioni Unite stimano che il 70% dei terreni ora adibiti a pascolo siano in via di desertificazione.

Anche alcune parti delle Grandi Pianure del “West” americano si stanno trasformando in deserto. Ampi fiumi sono diventati ruscelli o si sono prosciugati del tutto lasciando spazio a distese di fango. Dove prima vi erano vegetazione ed animali selvatici di ogni specie, oggi non cresce pi˘ nulla e non vi Ë pi˘ vita animale. L’allevamento estensivo di bovini Ë stato, e continua a essere, la causa di tutto questo.

L’IMPRONTA ECOLOGICA DELLA CARNE

L’impronta ecologica Ë un concetto elaborato negli anni novanta da Mathis Wackernagel per misurare l’impatto dei nostri consumi sulla natura. Tra i fattori che contribuiscono in maggior misura all’allargamento dell’impronta ecologica individuale riveste un ruolo critico la produzione di tutti i generi di proteine animali.

L’impatto delle coltivazioni di cereali e di leguminose destinate all’alimentazione degli animali Ë fortissimo in termini di erosione del suolo e di altre forme di danneggiamento, mentre la continua ricerca di nuovi pascoli pesa in modo determinante sulle foreste e sugli habitat naturali.

Ad oggi, secondo l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) il 36% di tutti i cereali prodotti al mondo viene impiegato per nutrire gli animali da carne e da latte, con differenze che vanno dal 4% in India, al 25% in Cina, al 65% negli Stati Uniti.

Inoltre, il Rapporto 2004 del World Watch Institute riporta che, valutando sia l’acqua utilizzata per irrigare le coltivazioni destinate al mangime che quella impiegata per la pulizia delle stalle, si giunge a una stima in base alla quale a ogni chilo di carne di manzo corrispondono 108 metri cubi d’acqua. Gli allevamenti sono strutture ecologicamente costose anche per la produzione di gas serra, dato che i ruminanti generano metano pari a un sesto delle emissioni globali.

IL CONSUMO DI CARNE E’ IN COSTANTE CRESCITA

I maggiori consumatori di carne siamo noi del Nord del mondo. Il World Resources Institute calcola che gli americani ne ingurgitano 122 chili a testa ogni anno, gli italiani 88 chili.

La Confederazione italiana agricoltori ha recentemente sottolineato una crescita del consumo di carne bovina del 6,8% negli ultimi due anni (4% nel solo anno scorso), con acquisti domestici di 400 mila tonnellate nel 2004, per un importo superiore ai 3,5 miliardi di euro.

Siamo al quinto posto in Europa per l’uso di carne bovina, dopo irlandesi, maltesi, danesi e francesi. Questi ultimi sono i principali esportatori di bovino nel nostro paese. Ma, secondo il Centro d’Informazione Carni francese, in tutto il continente non si riesce a soddisfare la richiesta di carne bovina, che arriver‡ presto dall’America Latina. Ed Ë proprio in quella zona del pianeta, ma non solo, che si sta assistendo al boom dell’allevamento e della monocultura di piante destinate al nutrimento di animali da tavola.

IL CASO HAMBURGER CONNECTION IN AMAZZONIA

Un caso esemplare Ë ciÚ che sta accadendo in Amazzonia. Il Centro Internazionale di Ricerca Forestale (CIFOR) ha recentemente denunciato un danno ambientale enorme e ha individuato negli allevamenti di bovini uno dei principali fattori responsabili della perdita di zone della foresta amazzonica brasiliana. Anche nell’ultimo anno sono infatti spariti intorno ai ventiquattromila chilometri quadrati di alberi, per una superficie pari alla Sardegna.

Il team di scienziati del CIFOR ha applicato al fenomeno amazzonico la definizione di Hamburger Connection, coniata nei primi anni ottanta dall’ambientalista statunitense Norman Myers per indicare nell’incremento rapidissimo delle esportazioni di carne dal Centro America verso le catene di fast food degli Stati Uniti una delle forze motrici dell’incremento della deforestazione di quella regione. Si stima che il Brasile sia oggi il primo esportatore mondiale di carne bovina, con un fatturato triplicato dal 1995 e un milione e 400 mila tonnellate esportate.

LA NUOVA FRONTIERA DEL MANGIME DI SOIA

Ma, stando agli ultimi rapporti finanziari, il vero e proprio oro verde delle Amazzoni Ë la soia. La coltura della leguminosa sta avanzando dalle zone di savana del centro-sud del Mato Grosso, dove si era attestata negli anni ottanta, verso una serie di territori amazzonici, nel nord di quello stesso stato ma anche in Par·, Roraima, Rondonia e nell’estremo sud dello stato di Amazonas e viene spinta dall’enorme sviluppo del suo mercato mondiale, dai prezzi eccellenti, dall’esistenza di significativi investitori stranieri e da alcuni grandi produttori locali.

Blairo Maggi, il governatore del Mato Grosso, Ë chiamato il “re della soia” in quanto Ë il maggiore proprietario mondiale privato di terreni di produzione di questo vegetale.

Nel 2004 il suo Maggi Group ha fatturato 600 milioni di dollari e prodotto 2 milioni di tonnellate di soia. Non si tratta di quella pianta il cui nome evoca eco-sostenibilt‡ e alimentazione sana, ma della monocultura della soia nella variet‡ utilizzata per i mangimi che, sull’onda della paura della BSE (Mucca Pazza), viene sempre pi˘ richiesta dalle nazioni ricche come sostituto delle farine animali. Maggi Ë stato anche fondamentale nella creazione di infrastrutture per lo spostamento dei raccolti.

La realizzazione di una rete di terminal fluviali per il transito e il carico di imbarcazioni, che da sole spostano l’equivalente di mille camion di soia, ha accorciato e reso pi˘ economico il trasporto, aumentando ancora l’attrattiva rappresentata da questa “nuova frontiera”.

Il governatore ha avviato la creazione di vie che tagliano il cuore dell’Amazzonia, favorendo l’apertura dell’autostrada BR-163 in costruzione tra Cuiab‡, la capitale del Mato Grosso, al porto di SantarÈm.

In uno studio effettuato per il WWF, l’analista ambientale olandese Jan Maarten Dros sostiene che oggi la soia Ë il maggior responsabile diretto e indiretto della deforestazione. Diretto perchÈ si sta convertendo la savana dalla sua naturale vegetazione in campi di soia, indiretto perchÈ in questa regione molti allevamenti vengono rimpiazzati da coltivazioni della leguminosa da parte di agricoltori che affittano o acquistano la terra.

CiÚ significa che gli allevatori tendono ad avanzare, continua Droos, in nuove sezioni della foresta, causando ulteriore disboscamento. Non bisogna dimenticare che il 75% della soia oggi viene destinata all’alimentazione animale.

UNA POSSIBILE SOLUZIONE AL PROBLEMA

“Il consumo umano diretto sarebbe molto meno oneroso”, ci spiega Marinella Correggia, impegnata da tempo nella sensibilizzazione su temi socio-ambientali e autrice del libro Diventare come balsami “ma siamo di fronte ad unafeed/food competition: feed sono gli alimenti vegetali usati per nutrire gli animali, quindi utilizzati come mangime, food sono gli stessi usati direttamente per gli umani, la competizione si ha quando si sottrae, come accade adesso, all’essere umano per dare agli animali allevati”.

Feed/food competition Ë quindi anche l’uso di terre per coltivare foraggi non commestibili per l’uomo in una superficie in cui si potrebbe coltivare cibo per umani, o anche l’occupazione delle terre, per esempio, per i pascoli. Una soluzione, secondo Correggia, sarebbe “coltivare meno soia, coltivarla biologica e impiegarla per l’uso alimentare umano, cosÏ ci sarebbe pi˘ posto per tutti.”

L’ASPETTATIVA DI UN FUTURO CONSAPEVOLE

Che cosa si deve prevedere per il futuro? Entro il 2020 (e rispetto al 1997) il mondo in via di sviluppo aumenter‡ prevedibilmente del 50% la domanda di cereali complessiva, del 39% la domanda di cereali per l’alimentazione umana, dell’85% quella per l’allevamento, e del 92% la domanda di carne. CiÚ corrisponder‡ a un incremento di circa l’86% della domanda globale di cereali e carne (Norman Myers e Jennifer Kent).

L’economista e sociologo Jeremy Rifkin rimarca che 800 milioni di persone soffrono la fame perchÈ gran parte del terreno coltivabile del pianeta viene dedicato a farvi nascere foraggio e cibo per gli animali da carne.

La speranza Ë che le economie emergenti sappiano valutare e programmare modelli di crescita economica profondamente diversi da quelli occidentali. E che gli abitanti del Nord del mondo si rendano conto di come le loro scelte alimentari presentino conseguenze per la struttura sociale mondiale, per la salvaguardia dell’ambiente e per la loro salute individuale.

La schiera delle persone che decidono di modificare la propria alimentazione a vantaggio della propria salute, ma anche come opzione consapevole nei confronti del pianeta e di chi vive in situazioni geografiche pi˘ svantaggiate aumenta sempre pi˘ e crescono le pubblicazioni, i luoghi e le opportunit‡ in cui approfondire i vari aspetti di una scelta alimentare responsabile.

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menu orange ice

I centrifugati di verdura e frutta sono incomparabili nella loro azione disintossicante. Abituarsi a berne un paio di bicchieri al giorno non è difficile, soprattutto in questo periodo, vista la grande disponibilità di frutta e verdura di stagione. Cerchiamo di capire quali sono le caratteristiche che ne fanno una bevanda così benefica per il nostro organismo.

Innanzitutto, i succhi estratti da verdure fresche contengono elementi nutritivi in alte concentrazioni. Questi elementi sono spesso carenti nella dieta moderna, per via dei vari processi di raffinazione a cui è sottoposto il cibo prodotto in quantità industriale. Contengono inoltre alte quantità di antiossidanti (il betacarotene, la vitamina C, lo zinco, il selenio, il manganese e il magnesio) in forma facilmente utilizzabile, perché, avendo rimosso la fibra, l´assorbimento intestinale avviene molto più rapidamente.

Fornendo sostanze antiossidanti necessarie al mantenimento dell´integrità cellulare, è possibile riparare la delicata struttura del DNA nucleare e del mitocondrio. Una volta che viene facilitato questo processo di guarigione fisiologica, le mutazioni patologiche possono essere arrestate in modo naturale e senza effetti collaterali distruttivi. Ciò significa che questi succhi contengono sostanze fitochimiche che prevengono il cancro.

Ma come si preparano? E´ un processo rapido e semplice, che non richiede più di 15 minuti al giorno. Serve semplicemente un particolare spremitore che separi la parte fibrosa delle verdure e frutta da quella liquida.

CENTRIFUGATI DEPURATIVI

Per l’Intestino:
Centrifugato di cocomero
E´ ottimo da bere al mattino a stomaco vuoto, con l´aggiunta di succo di limone. Per renderlo più efficace nelle sue qualità depurative, si possono anche aggiungere succhi di ciliegie, fragole e more. La preparazione è semplice: togliete la parte verde della scorza (perché può dare disturbi intestinali) e centrifugate il resto.

Per lo Stomaco:
Centrifugato di finocchio e mela (o pera)
Centrifugate prima il finocchio (sia la parte verde e che le fronde) e poi aggiungetevi la mela o la pera. Questo centrifugato va bevuto prima dei pasti, a piccoli sorsi, quando si hanno problemi di digestione causati da scarsità di secrezioni gastriche e biliari. Per renderlo ancora più potente, potete aggiungere una piccola radice fresca e qualche foglia di dente di leone (tarassaco).

Per il Sangue:
Centrifugato di rapa e mela (o pera)
Estraete mezzo bicchiere di succo di rapa rossa e aggiungete mezzo bicchiere di succo di mela o pera. Se desiderate unitevi un po´ di succo di limone. Questo estratto facilita la depurazione del sangue, specialmente se si aggiunge un po´ di radice fresca di bardana, circa un centimetro.

Per i Reni:
Centrifugato di asparagi e pomodoro
Estraete mezzo bicchiere di succo di asparagi freschi e mezzo bicchiere di succo di pomodoro. Condite con un pizzico di sale e pepe di Cayenna. Questo centrifugato facilita la depurazione dell´acido urico dai reni e aiuta nella guarigione dell´acne e dell´eczema cutaneo, inclusa la psoriasi. E´ tuttavia sconsigliato nel caso di calcoli renali, perché può causare coliche.

Contro l´ulcera:
Centrifugato di cavolo e di mela
Estraete mezzo bicchiere di succo da un cavolo verde e rosso. Diluite con mezzo bicchiere di succo di mela o pera e bevetene a piccoli sorsi prima dei pasti. Questo centrifugato facilita la riparazione dei tessuti ulcerati nello stomaco duodeno

Cosa sono le vene varicose?

Le vene gonfie di solito visibili sulle gambe sono chiamate vene varicose. Queste vene possono causare dolore, stanchezza, o una sensazione di bruciore agli arti che ne sono affetti. Generalmente le donne sono afflitte più degli uomini da questa condizione. Le vene varicose sono spesso sgradevoli e possono essere più visibili quando una persona è in piedi a causa dell’aumento della pressione sanguigna negli arti colpiti. Uno dei primi sintomi di vene varicose è quando si verifica del gonfiore lungo un percorso venoso. Se è una vena di una gamba, possono verificarsi dei crampi muscolari con una sensazione di stanchezza generale delle gambe. In alcuni casi, il normale flusso del sangue verso il cuore può essere invertito quando la persona è in posizione eretta. Questo in alcuni casi porta ad un accumulo di sangue nella parte inferiore delle gambe e la pelle diventa violacea, e ad altre complicazioni come ulcere nella zona interessata.

La dieta di Succhi nel Trattamento delle Vene Varicose

Una regolare assunzione di succhi di frutta aiuta a mantenere il peso corretto. E insieme a una dieta equilibrata di cibi crudi e verdure ti darà i nutrienti che possono aiutare a prevenire le vene varicose. La vitamina C e le proteine vegetali sono componenti eccellenti per la formazione del collagene, una parte del tessuto di vene e valvole. Se il collagene è in buona forma, i tessuti sono in grado di resistere alla formazione di varici. E’ stato dimostrato che il succo di verdura cruda biologica di carota in combinazione con il succo di spinaci è utile nel trattamento delle vene varicose. Le proporzioni considerate utili sono il 25% di succo di carota e il 75% di succo di spinaci. Anche i succhi di frutta e di bacche di colore scuro, come ciliegie, mirtilli e more sono validissime, in quanto hanno antociani e proantocianidine: questi sono pigmenti che rafforzano il tono e le pareti delle vene. L’ananas è ricco di bromelina, enzima che aiuta a prevenire i coaguli di sangue. I grumi sono una complicazione rara, ma grave, a cui sono soggetti alcuni pazienti affetti da vene varicose.

Consumare regolarmente succhi di frutta e verdura fornisce i nutrienti necessari in concentrazioni molto più elevate di quanto si possano ottenere semplicemente mangiando frutta. Per ottenere i migliori risultati è necessario bere almeno mezzo bicchiere di succo di frutti di bosco freschi o succo di ananas, da soli o mescolati con altri succhi di frutta. Bere uno o due bicchieri di succhi di frutta fresca o di verdura ogni giorno (qualsiasi combinazione con succo di mele, rape rosse, carote, sedano, agrumi, prezzemolo – solo alcuni ciuffi- o ananas), includendo nella propria alimentazione frutta e verdura cruda, può essere utile nella prevenzione e nel trattamento delle vene varicose. E non solo.

Come ottenere questi succhi?

Nei supermercati possiamo trovare bottigliette di succhi di frutti di bosco. Sono succhi pastorizzati e costano un occhio della testa, e gli enzimi sono ovviamente morti durante il processo di pastorizzazione, processo che serve solo a far durare per mesi il prodotto sugli scaffali. I succhi freschi dovrebbero fare parte di un’alimentazione sana e il miglior succo di frutta è quello fatto in casa!

Da molto tempo vengono usate le centrifughe per fare i succhi, e ormai è diventato di uso comune chiedere un succo centrifugato in alcuni locali, ma in realtà oggi il succo migliore si ottiene da un estrattore di succhi. Il succo di frutta estratto (non più centrifugato) fornisce il massimo di nutrienti ed è anche più gustoso! Le centrifughe tradizionali forniscono un succo meno efficace in quanto scartano alcuni micronutrienti.

So che molti hanno difficoltà a scegliere un estrattore a causa di molti fattori che vanno considerati, come la resa, la qualità dei succhi e dell’apparecchio, facilità di pulizia, comodità d’uso, il costo, l’assistenza, da chi acquistare, la serietà di chi vende. Mi sono trovato nella tua stessa condizione tempo fa. Ero molto frustrato allora dato che non riuscivo a trovare una soluzione pratica e fattibile per ottenere i migliori succhi come volevo io. Ho cercato dappertutto e mi sono davvero stressato. Perché? Perché le informazioni su come scegliere il miglior estrattore erano sparse qua e là. Come si fa a ricavarle tra migliaia di blog e centinaia di forum? Ma i miei sforzi non sono stati vani perché alcuni di questi estrattori hanno dato dei risultati apprezzabili quando li ho provati. Dopo che innumerevoli ore e sforzi sono stati spesi per la sperimentazione di vari estrattori, ora so quali danno buoni risultati, quelli che danno quasi buoni risultati e quali decisamente da scartare.

Estrattore di succhi Hurom 400

Fra tutti gli estrattori di succhi ce ne uno che eccelle: l’Hurom 400 e ho deciso di promuoverlo in modo che le persone come me (come te) possano davvero concludere una volta per tutte la scelta di un estrattore senza dover setacciare fra tutte le migliaia di informazioni, e più spesso disinformazione, su blog e forum.

Senza considerare che per risolvere patologie anche gravi come le malattie degenerative le cliniche Gerson, per esempio, richiedono che il paziente per la terapia (che include il consumo giornaliero di succhi freschi di frutta e verdura) si fornisca di un estrattore e non di una centrifuga.

Con un estrattore si ottengono succhi con più fibre (sì, fibre ridotte alla consistenza di succo!), enzimi, vitamine e minerali traccia. Questi succhi per la salute sono dolci, ricchi di pigmenti naturali colorati e con un sapore corposo. E bevendo succo di frutta fresca e verdura si può migliorare e mantenere la buona salute.

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Utilizzando l’Hurom 400 ti renderai conto che è un prodotto eccellente (Lo dico con certezza, perché, ricorda,  l’ho provato e verificato):

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I succhi di frutta e verdura, in aggiunta all’alimentazione naturale dell’uomo, descritta in quella che possiamo definire una guida eccellente, convalidata da un secolo (ho detto proprio secolo!) di successi, come Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco ti porteranno a un livello di salute che non avresti mai immaginato che esistesse.

Gli spinaci sono l’alimento più vitale per tutto il tratto digerente, sia per la sezione alimentare del corpo (lo stomaco, il duodeno, e l’intestino tenue), che per l’intestino crasso o colon, come riconosciuto da tempo immemorabile.

Con gli spinaci crudi, la Natura ha fornito all’uomo il miglior materiale organico per la pulizia, la ricostruzione e la rigenerazione del tratto intestinale. Il succo di spinaci crudi adeguatamente estratto, con la frequenza di circa mezzo litro al giorno, ha spesso risolto i casi più gravi di stipsi in pochi giorni o settimane.

Sfortunatamente molti usano purganti per la pulizia del tratto intestinale senza una comprensione di ciò che avviene esattamente. Qualsiasi prodotto chimico, purgante inorganico o lassativo, agisce come un irritante, stimolando i muscoli degli intestini ad espellerlo. Con l’espulsione di questo irritante, anche l’ultimo cibo parzialmente indigesto presente nell’intestino viene espulso insieme. E’ ovvio, e in pratica si è dimostrato essere un fatto, che l’abitudine di prendere lassativi irritanti fa sì che se ne debbano prendere sempre di più forti. Il risultato non è una cura per la stipsi, ma una condizione cronica di inattività dei tessuti locali, muscoli e nervi.

I purganti chimici sono semplicemente irritanti e mentre aiutano a rimuovere parte dei rifiuti presenti nell’intestino, non possono causare altro che la sua degenerazione. Inoltre, questi metodi di pulizia del tratto intestinale sono esclusivamente temporanei nel loro effetto e non forniscono materiale per la rigenerazione e la ricostruzione di muscoli e nervi e di tessuti indeboliti o degenerati e inoltre disidratano il corpo.

È indispensabile che dopo l’espulsione di residui acidi, tossine e veleni venga fornita all’organismo una soluzione organica alcalina come succhi freschi di frutta naturali per impedire una carenza inevitabile di acqua nel corpo. Inoltre, se non viene fornita alcuna soluzione alcalina, i veleni rimanenti nel tratto intestinale vengono riassorbiti, e di nuovo raccolti dal flusso linfatico, aggravando la condizione che si stava cercando di correggere.

Il succo fresco di spinaci pulisce in modo efficace e aiuta a guarire non solo il colon ma l’intero tratto intestinale.
Gli spinaci lavorano in maniera naturale riparando prima i danni più essenziali, ma non è sempre evidente nel corpo l’opera di rigenerazione che sta avvenendo. I risultati possono non essere evidenti a volte fino a sei settimane o due mesi dopo il consumo giornaliero di questo succo.

E’ comunque necessario che si vada di corpo almeno una volta al giorno, e se questo non succede è necessario fare dei clisteri.

Un’altra caratteristica importante del succo di spinaci è il suo effetto sui denti e sulle gengive. Aiuta a prevenire la piorrea una malattia causata da un deficit di elementi che si trovano in particolare anche nella combinazione dei succhi di carota e di spinaci. Il sanguinamento delle gengive e la degenerazione della polpa dei denti sono molto frequenti a causa dell’uso abituale di cereali devitalizzati come i farinacei, zucchero raffinato, e carenza di altri elementi e di vitamina C.

Un aiuto considerevole per risolvere questa afflizione e sicuramente per la prevenirla proviene dal consumo di cibi crudi biologici e, più in particolare, bevendo un’ampia quantità di succo di carote e spinaci.

Altri disturbi come ulcere duodenali e di altro tipo, anemia perniciosa, convulsioni, degenerazione di vari nervi, deficienza nelle secrezioni delle ghiandole surrenali e della tiroide, artrite, ascessi, foruncoli, dolori nella regione delle gonadi, gonfiore degli arti, tendenza a emorragia, perdita di vigore, reumatismi e altri dolori, ridotta funzionalità del cuore, pressione sanguigna bassa e alta, disturbi agli occhi e mal di testa, emicranie, sono dovuti principalmente ai rifiuti accumulati nel colon. Oltre anche alla carenza degli elementi contenuti in carote e spinaci crudi. Il modo più rapido ed efficace con cui il corpo può ottenere e assimilare questi elementi è di bere ogni giorno almeno un litro di succhi freschi di queste e altre verdure.

Spinaci, lattuga, crescione, carote e peperoni verdi, sono tra le verdure che contengono più vitamine C ed E. La mancanza di una sufficiente quantità di vitamina E nel organismo è un fattore responsabile di aborti spontanei, impotenza e sterilità in entrambi i sessi. Molte forme di paralisi sono dovute a mancanza di vitamina E, oltre a malessere generale e alterato metabolismo.
Quando gli spinaci sono oggetto di discussione, in genere vengono associati alla loro efficacia come lassativo. La causa di tale efficacia è l’alto contenuto di acido ossalico in questo ortaggio. Si tratta di un elemento così importante per l’attività dell’intestino che è meritevole di un’attenzione molto speciale.
Gli spinaci non devono mai essere consumati cotti, a meno che non si sia particolarmente ansiosi di accumulare cristalli di acido ossalico nei reni, con il dolore conseguente e problemi renali. Quando gli spinaci sono cotti, gli atomi di acido ossalico diventano inorganici a causa del calore e possono formare cristalli di acido ossalico nei reni.

Acido Ossalico

Uno dei misteri del corpo umano è quella funzione che è conosciuta come movimento peristaltico. Questo movimento, costituito da una sequenza di movimenti ondulatori, costringe qualsiasi materiale che sia presente nell’intestino a proseguire. Si tratta di una serie di contrazioni e rilassamenti di nervi e muscoli, una funzione che si svolge involontariamente, per quanto riguarda il nostro potere di controllare volontariamente, e apparentemente è completamente automatico.

L’efficienza di questa azione peristaltica tuttavia dipende dal tono e dalla sana condizione vigorosa dei nervi e dei muscoli del tratto intestinale.

L’acido ossalico organico è uno degli elementi più importanti necessari per mantenere il tono muscolare, e per stimolare la peristalsi. Qualsiasi movimento del corpo che avviene tramite azione “involontaria” dei suoi organi, si basa sulla presenza di vita nelle cellule e tessuti di tali organi. La vita è attiva, magnetica e ovviamente può esistere solo dove non vi sia alcuna azione di morte, né materia morta, e questo vale sicuramente per le cellule e i tessuti del nostro corpo.
Se gli organi più importanti che si occupano di alimentare il nostro corpo e dei suoi processi eliminativi sono moribondi, l’efficienza della loro funzione è compromessa, per non dire altro. Questa condizione può derivare solo da una mancanza o carenza di atomi vivi nei cibi che dovrebbero alimentare le cellule e i tessuti interessati. Cibo vivo significa che contiene atomi organici vivi e gli enzimi che si trovano solo nei cibi crudi.

È molto importante chiarire la questione dell’acido ossalico, riguardo al quale molto spesso non si fanno le dovute distinzioni. Quando il cibo è crudo, intero o sotto forma di succo, ogni atomo in tali alimenti è di vitale importanza biologica ed è pieno di enzimi. L’acido ossalico nelle verdure crude e nei succhi spremuti è organico, e come tale è essenziale per le funzioni fisiologiche del corpo.
L’acido ossalico nei cibi cotti e lavorati è definitivamente morto, o inorganico, e come tale è sia dannoso che distruttivo. L’acido ossalico si combina facilmente con il calcio. Se questi sono entrambi organici, il risultato è una benefica combinazione costruttiva, in quanto il primo aiuta l’assimilazione digestiva del secondo, al tempo stesso stimolando le funzioni peristaltiche nel corpo.

Quando l’acido ossalico è diventato inorganico per la cottura o la lavorazione industriale dei cibi che lo contengono, allora questo acido forma un composto legandosi con il calcio presente in altri alimenti consumati durante il pasto stesso, distruggendone il valore nutritivo e rendendone impossibile l’assimilazione. Ciò si traduce in una grave carenza di calcio che è nota per provocare l’osteoporosi. Questo è il motivo per cui non bisogna mai mangiare gli spinaci cotti o in scatola.

Per quanto riguarda l’acido ossalico in sé, se convertito in un acido inorganico dalla cottura o dalla lavorazione del cibo, si trasforma in cristalli inorganici di acido ossalico formando calcoli nei reni.

I minerali nei nostri cibi, come il ferro per esempio, non possono essere assimilati e utilizzati completamente se sono diventati inorganici attraverso la cottura, e spesso impediscono l’utilizzo di altri elementi tramite reazioni chimiche e altre azioni. Quindi, il ferro nel succo fresco di spinaci può essere utilizzato al 100%, ma solo un quinto o meno sarebbe utilizzabile negli spinaci cotti, senza contare l’azione deleteria dell’acido ossalico reso inorganico dalla cottura.

L’acido ossalico organico è così vitale per il nostro benessere, che si dovrebbero bere quotidianamente succhi freschi di vegetali che lo contengono per integrare il consumo di queste verdure crude in insalata.

Le fonti più abbondanti di acido ossalico sono gli spinaci, le foglie di bietola, di rapa e di cavolo verza. Rigorosamente crudi.

A seconda della condizione dell’individuo, il succo fresco di carota può essere assunto indefinitamente in qualsiasi quantità ragionevole, da mezzo a tre o quattro litri al giorno. Contribuisce a normalizzare l’intero organismo. E’ la più ricca fonte di vitamina A che il corpo possa rapidamente assimilare e costituisce anche un ampio rifornimento di vitamine B, C, D, E, G, E e K. Aiuta a promuovere l’appetito ed è un aiuto per la digestione.

È un valido aiuto nel miglioramento e mantenimento della struttura ossea dei denti.

Le madri che allattano dovrebbero bere molto succo di carota fresco, adeguatamente preparato, per migliorare la qualità del loro latte, perché il latte materno può in determinate circostanze non fornire sufficienti alimenti vitali. Durante gli ultimi mesi di gravidanza, il succo fresco di carote, preso in quantità sufficiente, tende a ridurre le possibilità di sepsi puerperale al momento del parto. Mezzo litro di succo di carota, ogni giorno, ha un reale valore nutritivo più di qualsiasi quantità di compresse di calcio inorganico che si possa ingerire in una giornata.

Il succo di fresco carota è un solvente naturale per ulcere e tumori. Rende più resistenti alle infezioni, migliora il funzionamento delle ghiandole surrenali. Aiuta a prevenire le infezioni agli occhi e alla gola così come alle tonsille, ai seni nasali e alle vie respiratorie in generale. Inoltre protegge il sistema nervoso e non ha eguali nell’aumentare il vigore e la vitalità.

Malattie intestinali e del fegato sono a volte il risultato della mancanza di alcuni degli elementi come quelli contenuti nel succo fresco di carote adeguatamente preparato. Quando questo è il caso, bevendo giornalmente succo di carote può avvenire una notevole pulizia del fegato, e si può notare che il materiale che lo intasava viene dissolto. Spesso queste scorie vengono rilasciate in modo così abbondante che le vie intestinali e urinarie non sono sufficienti a causa di questo eccesso, e in modo perfettamente naturale vengono passate nella linfa per l’eliminazione attraverso i pori della pelle. A volte queste tossine uscendo danno alla pelle una colorazione giallo-arancio.

Ogni volta che una simile colorazione avviene dopo aver bevuto succhi di carota o altri vegetali, è un’indicazione che il fegato sta effettuando una necessaria pulizia.

Non è il succo di carota né il carotene che passa attraverso la pelle e la colora di giallo, in quanto questa colorazione avverrebbe anche se il succo venisse filtrato al punto di eliminare i pigmenti arancione. E’ praticamente impossibile per il pigmento della carota uscire attraverso la pelle come sarebbe impossibile per il pigmento rosso della barbabietola colorarla di rosso o per la clorofilla dei vegetali a foglia verde darle un colore come quella di Hulk.

In ogni caso, non è forse meglio avere una pelle sana e satinata, anche se temporaneamente con una leggera ombra color carota, piuttosto che avere una carnagione che, insieme con i suoi brufoli e altre imperfezioni, pubblicizza la condizione malsana del corpo?

Invece di diventare angustiati per la comparsa di discromie cutanee, che in ogni caso scompariranno man man che il fegato si disintossica, dovremmo essere gratificati dal fatto che la disintegrazione del fegato è stato interrotta o impedito con l’uso di questi succhi di frutta.

Questa colorazione può tuttavia essere attenuata rallentando il processo di disintossicazione cambiando o aggiungendo altri succhi a quel particolare succo che causa un tale rapida attività pulizia.

Anche la mancanza di sufficiente riposo, il sonno e il superlavoro possono influire sul colore della pelle.

Le ghiandole endocrine, in particolare le ghiandole surrenali e le gonadi, richiedono elementi nutritivi che sono presenti anche nel succo di carota fresco. La sterilità è talvolta superata con il suo utilizzo. La causa della sterilità è stata associata anche all’uso continuo di alimenti in cui sono stati distrutti gli atomi e gli enzimi dalla cottura o dalla pastorizzazione.

Pelle secca, dermatiti, e macchie della pelle sono dovute ad una carenza nel corpo di alcuni di questi elementi nutritivi contenuti nel succo di carota. La carenza di questi elementi nutritivi è anche un fattore di problemi agli occhi, come oftalmia, congiuntivite, ecc

Se correttamente estratto, non centrifugato, da carote di buona qualità, il succo fresco di carota è molto ricco di vitali elementi alcalini organici di sodio e potassio. Inoltre dà un buon apporto di calcio, magnesio e ferro, mentre elementi vitali organici come fosforo, zolfo, silicio, e cloro sono perfettamente bilanciati con i precedenti.

Come aiuto per dissolvere ulcere e cancro, il succo fresco di carote si è dimostrato miracoloso. Si è riscontrato tuttavia che è essenziale che venga adeguatamente estratto e che ogni traccia di zuccheri, amido e farinacei di ogni genere vengano completamente eliminati dalla dieta.

Una delle cause più insidiose di ulcere e cancro è stata scoperta nel risentimento che albergava nell’animo del malato da lungo tempo, troppo, spesso fin dall’infanzia. A meno che il risentimento non venga completamente dissolto, abbandonato, questo sentimento negativo può vanificare i tentativi di aiutare il paziente.

Succede a volte, dopo aver bevuto grandi quantità di succo di carota, che si sperimentino reazioni o qualche disagio. Questa è una sequenza perfettamente naturale, è un’indicazione che la Natura ha iniziato a fare le pulizie di casa nel corpo e che questo succo di frutta è l’attrezzo più necessario per questo scopo.

Alcune persone affermano che i succhi non vanno bene per loro, dimostrando mancanza di comprensione, dato che un succo non è né più né meno che la migliore qualità di acqua organica e il tipo di nutrimento che contiene elementi nutritivi di cui il corpo ha bisogno. Se il succo è fresco ed è stato ottenuto con un estrattore e non una centrifuga non c’è nulla che possa fare, neanche immaginando con lo sforzo più selvaggio, se non fornire gli enzimi, gli atomi vitali, e l’acqua vitale organica che le cellule del corpo e i tessuti affamati bramano e reclamano.

Quando siamo abbattuti per la stanchezza, l’angoscia, o disturbi di varia natura dipende spesso dal fatto che il colon è responsabile di più guai e mali all’interno del nostro corpo di tutte le altre cause e condizioni messe insieme. E’ assolutamente impossibile che il colon si sviluppi normalmente e funzioni correttamente quando ci si nutre in gran parte o interamente di cibi cotti e lavorati. Pertanto è quasi impossibile trovare molti colon che siano perfetti.

Se si ritiene che il colon possa avere parte nelle condizioni di salute in cui ci troviamo, il nostro primo passo sarebbe di fare una serie di irrigazioni del colon, se possibile, o almeno, un certo numero di clisteri. I succhi vegetali freschi avrebbero poi maggiori opportunità di portare a termine i processi di rigenerazione. Il succo migliore per il colon è la combinazione carota e spinaci.

Molte persone non hanno la più vaga idea di cosa sia colon né come è fatto o dove si trova nel corpo. Questa immagine può darne un’idea.

La quantità di succhi necessari per il corpo si basa sulla loro qualità. Di solito ci vorrà una quantità assai maggiore di succhi estratti per azione centrifuga per ottenere i risultati ottenuti da succhi ottenuti con un estrattore a movimento lento.

I succhi sono il nutrimento migliore che possiamo ottenere, e se continuiamo a berne ogni giorno fintanto che viviamo è probabile che vivremo una vita più sana e molto più lunga di quanto sarebbe possibile senza berli.

Il succo di carota è composto da una combinazione di elementi che alimentano l’intero organismo, contribuendo a normalizzare il suo peso, come pure l’equilibrio biochimico.

Nutre il sistema ottico in particolare, come dimostra un esperimento con molti giovani che hanno presentato domanda di ammissione come piloti alle scuole dell’esercito e della marina, ma sono stati respinti al loro primo esame fisico a causa di difetti della vista. Poche settimane più tardi, dopo aver bevuto in abbondanza succo di carota fresco ogni giorno, sono stati esaminati di nuovo. Per la quasi totalità sono stati accettati avendo il requisito della perfezione della vista.

Se questo dovesse accadere una sola volta, sarebbe senza dubbio considerato un fenomeno occasionale. Se dovesse accadere solo due volte, sarebbe considerata una coincidenza. Quando accade più volte però, c’è sicuramente una ragione sufficiente per porre dubbi che possano essere delle coincidenze. E’ un fatto, non importa se la scienza lo convalidi o meno.

Non meno efficace è il succo fresco di carota per il trattamento di ulcere e tumori. Tessuti emaciati da tali devastazioni insidiose classificati come ulcere e tumori, sono stati di nuovo nutriti fino a raggiungere una condizione più sana con l’uso abbondante di succo di carota come alimento principale di un menù accuratamente selezionato di frutta e verdure crude.

I profani hanno generalmente soggezione, paura, e rimangono perplessi al solo pensiero di queste malattie degenerative, eppure la loro causa e la progressione è molto semplice da capire. A causa della carenza di atomi vivi nel cibo che le persone mangiano nella società attuale, le cellule del corpo affamate e mezze morte di fame, incapaci di funzionare correttamente ed efficacemente nel modo che sono destinate a farlo, si ribellano e diventano disorganizzate. Non essendo del tutto morte queste cellule si liberano dal loro ancoraggio (in senso figurato), e fluttuano intorno fino a trovare una qualsiasi posizione all’interno del corpo dove si possono raggruppare. In un corpo più o meno vivo che soffre per la malnutrizione a causa di cibi cotti, preconfezionati, pieni di additivi chimici, ci sono un sacco di aree in cui la resistenza protettiva è bassa.

Non dobbiamo concludere che ulcere e cancro siano soltanto conseguenze di malfunzionamenti del corpo fisico. Questi e molti altri disturbi possono derivare da risentimenti di tutta una vita, dallo stress causato da stati d’animo come gelosia, paura, odio, preoccupazione, frustrazione, e altri intangibili impedimenti. Sono le prime cose che devono essere risolte e bandite. Tuttavia non dobbiamo trascurare il fatto che la malnutrizione e l’incapacità di mantenere l’organismo nel miglior stato possibile di pulizia, dentro e fuori e mentalmente, possono senz’altro essere fattori che contribuiscono all’insorgenza della malattia.

Sulla base di questa premessa e di quanto osservato nel corso degli anni, la ricerca della causa del cancro non va fatta nel campo della speculazione fantasiosa di esperimenti incontrollabili con sostanze chimiche. Occorre invece considerare che la causa è costituita dalla mancanza di vita negli atomi e dalla presenza di additivi chimici tossici, per quanto legalmente dichiarati innocui, nel cibo che mangiamo. Più intelligentemente, la ricerca di una cura dovrebbe portare alla pulizia del corpo, alla rimozione di rifiuti e dei veleni da essi prodotti così che non interferiscano con i processi di guarigione della Natura.

Fornire il corpo con abbondanza dei più vitali atomi disponibili per la rigenerazione delle cellule consentirebbe ai tessuti di rafforzare la resistenza contro un’ulteriore degenerazione e poi di procedere con la rigenerazione ricostruttiva.

Prima ci rendiamo conto che non un singolo organo del corpo umano agisce meccanicamente o automaticamente, senza alcuna relazione con il corpo nel suo complesso, tanto prima saremo in grado di controllare le funzioni dell’organismo.

Quasi nessuno sa quale forma di intelligenza le varie parti dell’organismo umano posseggano né quale sia il loro modo di operare, ma sappiamo che una qualche forma di intelligenza intrinseca cerca di proteggere ogni ghiandola, osso, nervo e muscolo del corpo nonostante tutto ciò che l’uomo fa, di solito per mancanza di conoscenza, per distruggere sé stesso attraverso il cibo che mangia.

La ricerca della causa di qualsiasi malattia o disturbo dovrebbe portarci agli scaffali dei prodotti confezionati, delle farine, dello zucchero, dei dolci e alle fabbriche di bibite gasate. Si dovrebbero indagare i prodotti che contengono gli atomi di morti che la civiltà moderna ha tentato di sviluppare come cibo e nutrimento per il corpo umano. Non possiamo avere la vita e la morte allo tempo e a nessun cibo confezionato è consentito dai governi di essere venduto a meno che ogni traccia di vita nel cibo non sia stata completamente distrutta, perché altrimenti si deteriorerebbe prima di arrivare sulla tavola del consumatore. Nessun pane sfornato o qualsiasi farinaceo viene mangiato prima che non sia passato attraverso il calore della cottura che distrugge qualsiasi elemento vitale che avrebbe potuto essere presente. Negli annunci pubblicitari di prodotti confezionati si legge spesso che sono aggiunti vitamine e minerali, ma sono stati aggiunti solo altri atomi morti.

Analizzando la situazione alimentare sotto questi aspetti, è ovvio che sia che siamo in grado oppure no di vivere di tutti gli alimenti crudi vivi a causa di scelte, dell’ambiente o delle circostanze, l’uso di una varietà abbondante di succhi freschi di frutta e verdura è fondamentalmente essenziale. I succhi vegetali sono i costruttori del corpo, mentre i succhi di frutta sono principalmente i detergenti del corpo. I primi contengono una proporzione maggiore di elementi proteici, mentre i secondi contengono una percentuale maggiore di carboidrati. Quelli sono veri carboidrati, non la pasta, la pizza o altri farinacei che vengono erroneamente chiamati carboidrati quando in realtà sono amidi.

E’ interessante sapere, ma probabilmente non redditizio per le fondazioni per la cura del cancro e altre simili, che le persone che vivono esclusivamente di cibi crudi freschi integrati con un volume sufficiente e varietà di succhi freschi di frutta e verdura, raramente sviluppano tumori.

Questa linea di condotta è già portata avanti con successo da anni da coloro che cercano e accettano l’aiuto della Natura, può essere molto sconcertante per alcuni scienziati, ma senza dubbio è estremamente vantaggiosa per i malati.

i succhi  della salute

Steve Meyerowitz

I Succhi della Salute
La natura in un bicchiere
Geo sementi e germogli biologici Bavicchi
ISBN: 8003419013915

Dettagli

Da quella fatidica mela in poi, l’uomo ha incominciato a lavorare la terra per procurarsi il cibo e le modalità di alimentazione sono mutate nel tempo progressivamente, di pari passo con l’evolversi della civiltà.

Oggi noi siamo all’inizio dell’era della globalizzazione alimentare.Viviamo di cibi confezionati, prodotti da industrie multinazionali , che acquistiamo generalmente nei supermercati.

Frutta e verdura sono bellissime a vedersi ,peccato che il più delle volte provengano da semi ibridi non prodotti dal contadino che lavora la terra ma da industrie multinazionali che ne detengono il brevetto e quindi la produzione ed e la commercializzazione.

Ci stiamo progressivamente allontanando dal concetto che gli alimenti per l’uomo sono le materie prime che nel nostro organismo si trasformano in energia vitale.

Provate ad introdurre nel serbatoio della vostra auto un carburante sbagliato, o negli ingranaggi del motore un lubrificante scadente: il motore lentamente perde colpi,grippa e inesorabilmente si ferma .Il cibo nel nostro corpo ha la stessa funzione del carburante o dell’ olio nel motore:se utilizziamo materie prime scadenti, il nostro corpo ne risente e le malattie incominciano a proliferare.

In nostro aiuto però ci vengono le medicine, sempre prodotte dalle multinazionali, che ci danno sollievo e una apparente guarigione .

Noi, incuranti degli avvertimenti del nostro organismo, continuiamo ad ingurgitare cibi non idonei per il nostro metabolismo.

L’educazione alimentare resta un optional, scarseggiano i mezzi e la volontà per diffonderla adeguatamente.

Presi dal vortice della vita dove il tempo è uguale a denaro, accade sempre più spesso che a pranzo si mangi dove capita: in mensa, al self service o al bar che forniscono il più delle volte pasti pronti, precotti o surgelati che il microonde scalda in pochi minuti.

Alla sera invece siamo stanchi e non abbiamo voglia di cucinare e allora diamo fondo agli alimenti confezionati che troviamo in dispensa belli e pronti, molti dei quali in tre minuti a bagnomaria rinvengono e sono pronti per l’uso.

Alle volte ci concediamo un pasto con gli amici, in un ristorante magari alla moda , dove il cuoco è un artista capace di stupirci con portate esteticamente perfette e anche gli abbinamenti dei cibi nei piatti sono vere opere d’arte.

inimitabili per un comune mortale .In questo caso il costo del cibo è infinitesimale in rapporto al costo della manodopera necessaria per prepararlo e servirlo e anche in questo caso di valori nutrizionali del pasto neanche si parla.

Ma che importa ,si vive una volta sola e u n pasto al ristorante gratifica e ci fa dimenticare gli altri anonimi consumati tutti i giorni della settimana frettolosamente.

Il nostro fisico è carente di vitamine,sali minerali,proteine?Che importa, le multinazionali producono gli integratori alimentari che mancano al nostro organismo e noi possiamo continuare a mangiare quello che vogliamo.

Dell’ importanza degli alimenti come valore nutrizionale energetico,curativo e quindi vitale per il nostro organismo raramente ci ricordiamo quando mangiamo e se l’ obesità ci assale ci buttiamo nelle diete .

Anche un questo caso le solite amiche multinazionali ci propinano prodotti di sintesi che apparentemente fanno dimagrire a vista d’occhio per poi farci riprendere il peso usuale non appena terminata la cura miracolosa.

Dei valori energetici nutritivi e curativi e delle combinazioni alimentari che più si addicono al nostro organismo raramente si parla e mai ho sentito un cuoco, artista in cucina, preoccuparsene più di tanto.

Succhi e frullati sono una miniera inesauribile che può aiutare l’uomo a mantenersi in buona salute. E’un testo propedeutico che insegna a familiarizzare con i valori nutrizionali e curativi degli alimenti ed indica come assumerli, sempre previa consultazione del proprio medico di fiducia.

Nella prima parte del testo vengono presi in esame gli alimenti ed esaminati di ognuno i benefici per la salute e le sostanze nutritive, mentre nella seconda parte del volume vengono presi in esame i disturbi dell’ organismo e i rimedi naturali più idonei per intervenire.

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L’Albero della Vita costituisce la sintesi dei più noti e importanti insegnamenti della Cabalà. È un diagramma, astratto e simbolico, costituito da dieci entità, chiamate SEFIROT, disposte lungo tre pilastri verticali paralleli: tre a sinistra, tre a destra e quattro nel centro (vedi disegno).

Il pilastro centrale si estende al di sopra e al di sotto degli altri due. Le Sefirot corrispondono ad importanti concetti metafisici, a veri e propri livelli all’Interno della Divinità. Inoltre, esse sono anche associate alle situazioni pratiche ed emotive attraversate da ognuno di noi, nella vita quotidiana. Le Sefirot sono dieci principi basilari, riconoscibili nella molteplicità disordinata e complessa della vita umana, capaci di unificarla e darle senso e pienezza. Osservando la figura, noterete che le dieci Sefirot sono collegate da ventidue canali, tre orizzontali, sette verticali e dodici diagonali. Ogni canale corrisponde ad una delle ventidue lettere dell’Alef Beit ebraico.

L’Albero della Vita è il programma secondo il quale si è svolta la creazione dei mondi; è il cammino di discesa lungo la quale le anime e le creature hanno raggiunto la loro forma attuale. Esso è anche il sentiero di risalita, attraverso cui l’intero creato può ritornare al traguardo cui tutto anela: l’unità del “grembo del Creatore”, secondo una famosa espressione cabalistica. L”‘Albero della Vita” è la “scala di Giacobbe” (vedi Genesi 28), la cui base è appoggiata sulla terra, e la cui cima tocca il cielo. Lungo di essa gli angeli, cioè le molteplici forme di consapevolezza che animano la creazione, salgono e scendono in continuazione. Lungo di essa sale e scende anche la consapevolezza degli esseri umani.

Tramite l’Albero della Vita ci arriva il nutrimento energetico presente nei campi di Luce divina che circondano la creazione. Tale nutrimento scorre e discende lungo la serie dei canali e delle Sefirot, assottigliandosi e suddividendosi, fino a raggiungere le creature, che ne hanno bisogno per sostenersi in vita. Lungo l’Albero della Vita salgono infine le preghiere e i pensieri di coloro che cercano Dio, e che desiderano esplorare reami sempre più vasti e perfetti dell’Essere.

I tre pilastri dell’Albero della Vita corrispondono alle tre vie che ogni essere umano ha davanti: l’Amore (destra), la Forza (sinistra), e la Compassione (centro). Solo la via mediana, chiamata anche “via regale”, ha in sé la capacità di unificare gli opposti. Senza il pilastro centrale, l’Albero della Vita diventa quello della conoscenza del bene e del male. I pilastri a destra e a sinistra rappresentano inoltre le due polarità basilari di tutta la realtà: il maschile a destra e il femminile a sinistra, dai quali sgorgano tutte le altre coppie d’opposti presenti nella creazione.

L’insegnamento principale contenuto nella dottrina cabalistica dell’Albero della Vita è quello dell’integrazione delle componenti maschile e femminile, da effettuarsi sia all’interno della consapevolezza umana che nelle relazioni di coppia. Spiegano i cabalisti che il motivo principale per cui Adamo ed Eva si lasciarono ingannare dal serpente fu il fatto che il loro rapporto non era ancora perfetto. Il peccato d’Adamo consisté nell’aver voluto conoscere in profondità la dualità senza aver prima fatto esperienza sufficiente dello stato d’unità Divina, e senza aver portato tale unità all’interno della sua relazione con Eva. Il serpente s’insinuò nella frattura tra i due primi compagni della storia umana, e vi pose il suo veleno mortale.

Dopo il peccato, l’Albero della Vita fu nascosto, per impedire che Adamo, con il male che aveva ormai assorbito, avesse accesso al segreto della vita eterna e, così facendo, rendesse assoluto il principio del male. Adamo ha dovuto far esperienza della morte e della distruzione, poiché lui stesso aveva così scelto. Tramite tali esperienze negative, il suo essere malato si sarebbe potuto liberare dal veleno del serpente, per ridiventare la creatura eterna che Dio aveva concepito. Analogamente, tutte le esperienze tragiche e dolorose, che purtroppo possono succedere durante la vita umana (Dio ci preservi da ciò), sono tuttavia occasioni preziose per rendersi conto della distanza frappostasi tra lo stato ideale, del quale conserviamo una memoria nel super-conscio, e lo stato attuale. Esiste però una via più facile, più piacevole, la quale, pur non eliminando completamente l’amaro della medicina, ci permette già da adesso di assaggiare la gioia e perfezione contenuta nell’Albero della Vita, in misura variabile secondo le capacità di ognuno. Essa consiste nello studio della sapienza esoterica: la Cabalà.

Dopo aver perso lo stato paradisiaco del Giardino dell’Eden, l’umanità non ha più accesso diretto all’Albero della Vita, che rimane l’unica vera risposta ai bisogni d’infinità, di gioia e d’eternità che ci portiamo dentro. Come dice la Bibbia, la via che conduce all’Albero è guardata da una coppia di Cherubini, due Angeli armati di una spada fiammeggiante. Ciò però non significa che la via sia del tutto inaccessibile. Secondo la tradizione orale, i due Cherubini possiedono l’uno un volto maschile e l’altro un volto femminile. Essi rappresentano le due polarità fondamentali dell’esistenza, così come si esprimono sui piani più elevati della consapevolezza. Con il graduale ravvicinamento e riunificazione di tali principi, questi angeli cessano di essere i “Guardiani della soglia”, il cui compito consiste nell’allontanare tutti coloro che non hanno il diritto di entrare, e diventano invece i pilastri che sostengono la porta che ci riconduce al Giardino dell’Eden. La loro stessa presenza serve da indicazione e da punto di riferimento per quanti stanno cercando di ritornare a Casa.

Non si tratta però di un lavoro facile. I due Cherubini hanno in mano una spada fiammeggiante a doppio taglio. Tra le molte altre cose, essa simboleggia a distruzione dei due Tempi di Gerusalemme. L’esilio del popolo ebraico è la continuazione dell’esilio d’Adamo. Ognuno di noi, nella vita, deve confrontarsi con questa doppia distruzione, con una doppia caduta (fisica e spirituale, morale e umana), con un doppio nascondersi di Dio. Dice un verso del Deuteronomio (31,18):

“poiché in quel giorno nasconderò doppiamente il Mio volto”.

Si tratta di una doppia crisi, sia a livello di vita pratica che di fede interiore, un’iniziazione, attraverso cui dobbiamo passare se vogliamo il merito di ritrovare la strada. Se, dopo l’esperienza ripetuta della sofferenza e dell’esilio, la nostra fede rimane intatta, e il nostro desiderio di Dio e della verità rimane incrollabile, allora ci viene mostrato l’Albero della Vita. Analogamente, subito dopo la distruzione del secondo Tempio, lo Zohar (Libro dello Splendore) fu rivelato al mondo, e con esso venne data la descrizione dell’Albero della Vita. La strada era ritrovata, la via si era riaperta per tutti i ricercatori di Dio nella verità.

Le spade dei Cherubini si trasformano in due coppie di ali incrociate in alto, e insieme definiscono l’arco posto al di sopra del portale d’entrata al giardino dell’Eden: la Cinquantesima Porta della Conoscenza, “la Porta del Signore, attraverso la quale vengono i giusti”. Essi diventano così i Cherubini che sovrastavano l’Arca dell’Alleanza, l’uno con un volto maschile, l’altro col volto femminile.

Come detto, l’Albero della Vita è il progetto seguito da Dio per creare il mondo. Le Sefirot sono l’origine d’interi settori dell’esistenza, sia nel mondo fisico sia in quello psicologico, come pure in quello spirituale.

Un esempio di ciò, nel mondo fisico, ci viene dalla struttura stessa del sistema solare. Al suo centro c’è il Sole, che rappresenta la Sefirà chiamataKeter o “Corona”, la più alta dell’Albero, dalla quale proviene la luce che riempie e vitalizza tutte le altre. I nove pianeti che gli girano intorno rappresentano le altre nove Sefirot, secondo una semplice corrispondenza lineare, da Mercurio – Chokhmà a Plutone – Malkhut. Nello studiare le caratteristiche di ciascuna di esse è possibile vedere emergere un’inequivocabile similitudine con i tratti astronomici e astrologici posseduti dal pianeta corrispondente. Si noti come la struttura dell’Albero già contenesse posto per i tre pianeti più lontani dal Sole, scoperti solo di recente. Nel caso in cui la scienza rivelasse l’esistenza di un altro pianeta, come alcuni calcoli e ricerche fanno ritenere probabile, esso si collocherà al posto dell’undicesima Sefirà, chiamata Da’at o “Conoscenza”, una misteriosa Sefirà che pur avendo un ruolo importantissimo nell’Albero non è tuttavia contata solitamente insieme con le altre.

Nel piano psicologico, le dieci Sefirot sono dieci stati della psiche umana. Il più alto, la Corona, è la condizione, peraltro raramente sperimentata, di totale trasfigurazione nel trascendente. Vi sono poi due tipi diversi di conoscenza intellettuale, corrispondenti alla percezione separata dei due emisferi cerebrali: la prima più artistica e intuitiva, la seconda più logica e razionale. Basterebbe questo dato a confermare l’estrema modernità e scientificità della Cabalà. Altre forme di misticismo prestano più il fianco alle critiche dei razionalisti e degli scettici, che le accusano d’essere vaghe, confuse e arcaiche, frutto d’esperienze e visioni soggettive, in ogni modo contrarie alle verità scientifiche. La Cabalà ha invece anticipato di secoli alcune tra le più importanti scoperte della scienza. Ad esempio, lo Zohar prima, e la dottrina sviluppata dall’Arizal dopo, contengono un’accurata descrizione dei due modi separati di conoscenza presenti nel cervello umano, identificati esattamente l’uno con il cervello destro e l’altro con quello sinistro.

Dopo le prime tre Sefirot vi sono sei stati emotivi della psiche, tre più intimi e tre più rivelati, più vicini all’esperienza fisica. Tutti e sei sono generati dall’opposizione fondamentale tra Chesed (Amore) e Ghevurà (Forza), comprensibili anche come attrazione e repulsione. Infine l’ultima Sefirà, Malkhut (Regno), corrisponde ad uno stato psicologico rivolto soprattutto alle contingenze del mondo fisico e alle sue necessità.

Nel piano più spirituale le dieci Sefirot diventano le “Dieci Potenze dell’Anima”, dieci luci o sorgenti d’energia, che aiutano costantemente la crescita di coloro che sanno connettersi con esse, nel loro cammino di ritorno all’Albero della Vita.

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ALBERI NOTEVOLI E MONUMENTALI

 

Gli alberi monumentali sono quelli di età avanzata (solitamente da 100 a 2000 anni)  che per dimensioni, bellezza, rarità, importanza storica, o valore paesaggistico siano stati dichiarati dallo Stato MONUMENTI  NATURALI e come tali tutelati.

Anche quando si trovino su una proprietà privata non possono essere effettuati interventi su di loro senza il consenso delle autorità.

Dato che gli alberi crescono per tutta la loro vita, possono raggiungere dimensioni gigantesche, forme estremamente varie e belle.

La loro presenza, oltre al pregio di dare ombra, frutti, purificare aria e acqua, abbellisce notevolmente il luogo in cui si trovano.

Possono essere un richiamo per visitatori ed offrire un interessante spunto per manifestazioni culturali e scientifiche.

Li ho scelti come autorevoli rappresentanti della loro specie perché l’impressione che suscitano può invogliare a conoscerli meglio e favorire l’immaginazione, risorsa di grande importanza per l’umanità

A Pieve Cusignano si trova un vecchio GELSO BIANCO, lungo la strada, sulla sinistra di fronte ad una chiesa. E’ l’albero di origine cinese, importato dall’oriente con i bachi da seta che si nutrivano delle sue foglie. In Emilia Romagna si vedono molti filari doppi di gelsi, che un tempo erano diffusi ovunque perché i contadini allevavano i bachi in casa per guadagnare qualche soldo. I rami venivano continuamente tagliati per poi dare le foglie ai bachi. Per questo gli alberi sono martoriati dalle cicatrici.

Nel parco della reggia di Colorno, allo sbocco della bella galleria di carpini, si trova una ZELKOVA carpinifolia del 1840, col tronco della circonferenza di circa 4 metri e mezzo. Alla base del tronco si vede una linea orizzontale netta, al di sotto della quale cresce il muschio. Rivela il punto in cui un olmo nostrano è stato innestato, quando era un arboscello, con un olmo del Caucaso, qual’è la Zelkova. Gli olmi erano alberi molto diffusi in Italia fino ad una sessantina d’anni fa. Poi un coleottero importato dall’America con legname infetto, ha sterminato gran parte di questi begli alberi.

Seguendo il sentiero fra gli alberi che si trova sulla sinistra della reggia, avendola alle spalle, si trova presto una grande QUERCIA FARNIA, molto alta e dal tronco imponente. Altre sono distribuite nell’insieme.

A nord di Collecchio c’è la Corte di Giarola, antico edificio rurale, ora sede del Parco del Taro. Dietro la chiesa ci sono due magnifici BAGOLARI col tronco dalla circonferenza di circa 5 metri ed un’età di almeno 200 anni. Molto suggestivo il percorso nel parco e, nella bella stagione, al museo. I bagolari hanno radici tanto possenti da essere chiamati “spaccasassi”. Il tronco è liscio con corteccia grigia, mentre le foglie a penna d’uccello seghettate in autunno diventano di un bel giallo luminoso. I frutti, ciliegine nere e farinose, sono buon cibo per gli uccelli.

LA SPEZIA

Venendo da Levanto, prendere la prima strada che scende verso Vernazza e la chiesa della Madonna di Reggio. Dopo due chilometri si trova il cartello ed una stradina che scende a destra dove, dopo una ventina di metri c’è uno slargo con vari alberi, la chiesa e, a ridosso, un CIPRESSO non molto alto, col tronco dalla circonferenza di circa 4 metri e l’età di almeno 300 anni.

Da La Spezia, salire dalla strada panoramica per Genova verso il passo Foce. Dopo pochi chilometri, all’interno di un tornante, c’è un magnifico LECCIO di almeno 300 anni, tronco dalla circonferenza di 4 metri, un’altezza di 15 ed un’amplissima chioma. E’ una quercia sempreverde molto frugale, robusta e longeva.

Provincia di Mantova

Volta Mantovano è la cittadina dei BAGOLARI. Uno scenografico emiciclo di questi alberi, piantati negli anni 30 per consolidare il terreno davanti alla chiesa principale, si è sviluppato notevolmente grazie all’abbondante acqua delle falde. Dietro l’ospedale ce n’è uno dalla circonferenza del tronco di ben 6 metri ed un’età di almeno 400 anni, con la chioma a soffione integra e bellissima. I bagolari sono alberi dalle possenti radici, molto frugali e resistenti, dai frutti simili a ciliegine nere, mangiate dagli uccelli.

Nello stesso comune, all’interno dell’agriturismo Monte Roccolo, in strada Bezzetti,  c’è un roccolo di CIPRESSI. Il roccolo è un insieme di alberi disposti in modo da servire da posatoio agli uccelli, che un tempo venivano così catturati con sottili reti di cotone nascoste. In passato venivano venduti, oggi si studiano e poi si rilasciano. Questo roccolo si riconosce anche dalla strada, dove si vedono gli alberi in cerchio serrato.

A Cereta, frazione di Volta Mantovana, via Borgo Tirolo, sul terreno del centro ippico Mimosa c’è un GELSO DA CARTA dalla circonferenza di circa 5 metri. Ha foglie spesse e vellutate, di forme diverse e sessi distinti.

Nella località Pioppino, lungo la strada principale da cui si accede anche a Redondesco, poco dopo sulla sinistra si vede uno scenografico PLATANO in mezzo ad un campo. La circonferenza del suo tronco è di circa 5 metri.

Nella frazione Vigoreto, confinante con Sabbioneta, vicino al muro di cinta di una villa adesso ristorante, un GINKGO BILOBA dalla circonferenza del tronco di circa 5 metri è visibile anche da lontano. Questo albero è molto bello quando è rivestito delle sue foglie a ventaglio, ma in inverno è fra i pochi ad essere poco attraente perché i suoi rami hanno un disegno ben poco articolato. Inoltre, le potature che gli hanno fatto hanno aggravato la situazione. Questo è l’unico difetto di un albero resistentissimo, che ci viene dall’epoca giurassica e che ha molte proprietà curative. I frutti delle femmine, se lasciati marcire a terra puzzano. In Cina e Giappone, da cui l’albero proviene, i frutti vengono cucinati ed i noccioli tostati.


http://www.ascuoladaglialberi.net/alberi_notevoli.htm

Sono Anna Cassarino, nata a Como, ma dai 19 ai 24 anni ho vissuto e studiato a Brighton, Parigi e Salisburgo poi a Firenze, dove ho iniziato l’attività artistica come designer, estendendo man mano le mie attività verso la pittura, scultura, installazioni, scrittura, teatro.

Mi sono interessata in modo particolare degli alberi nel 1993, durante un viaggio di tre mesi in Messico e successivamente in Guatemala e Costa Rica, dove la natura si mostra in forme straordinarie. Da allora ho indirizzato le mie competenze creative verso l’ecologia ed il suo rapporto con l’arte. Ho scritto diversi articoli su questo argomento, per riviste cartacee e telematiche.

Tra il 2002 e il 2003 sono stata 9 mesi fra Madagascar, Cuba, Mali e Senegal, rappresentando nei loro teatri il mio spettacolo di racconti IL LUNGO VIAGGIO, creato appositamente come avvio di un auspicabile collegamento fra i popoli attraverso la conoscenza della loro natura e specificità.

Tornata in Italia ho dato avvio al mio progetto di sensibilizzazione all’ecologia e alle culture diverse A SCUOLA DAGLI ALBERI, visitando  tutte le regioni per reperire gli alberi monumentali più suggestivi. Ho aperto questo sito nel quale è possibile trovare itinerari dettagliati che permettono di raggiungerli agevolmente, avendone anche una descrizione facilmente comprensibile. Inoltre offro una panoramica del mio vasto programma che, partendo dalla conoscenza visiva degli alberi, porta alla scoperta delle loro interessanti strategie ed innumerevoli benefici per il territorio. Faccio conoscere poi gli aspetti essenziali dell’ecologia e del potenziale naturale e umano come un insieme inscindibile, utilizzando le diverse forme espressive che ho esercitato per molti anni. In particolare, alle varie voci della rubrica SCINTILLE D’INGEGNO si trovano articoli sugli argomenti che ritengo importanti per una conoscenza di base sul funzionamento della natura.

LA PARTICOLARITA’ PIU’ IMPORTANTE DEL MIO LAVORO E’ IL RACCONTO SCRITTO E NARRATO, ACCOMPAGNATO A SECONDA DELLE CIRCOSTANZE DA ILLUSTRAZIONI, OGGETTI, INSTALLAZIONI CHE REALIZZO CON MATERIALI POVERI O DI RECUPERO.

NELLE MIE BREVISSIME STORIE CONDENSO LE INFORMAZIONI E I FATTI DI CUI SONO A CONOSCENZA, PER DARE AGLI ALBERI, AGLI ANIMALI, AI LUOGHI E ALLE PERSONE LA POSSIBILITA’ DI ESSERE VISTI DA UNA PROSPETTIVA PIU’ INTERESSANTE E COMPLETA DI QUANTO NON AVVENGA ABITUALMENTE.

IL RACCONTO, SPECIALMENTE SE NARRATO, VIENE ACCOLTO DALLA MENTE UMANA CON MAGGIORE FACILITA’ E PIACERE DEI FREDDI DATI. E’ COME PASSARE DA UNA CARTA D’IDENTITA’ AD UNA BIOGRAFIA.

Il materiale elaborato in molti anni di libero studio e pratica degli argomenti di mio interesse, fra cui la psicologia e, in particolare, la comunicazione, è visibile nella mia mostra itinerante presentata di volta in volta per Enti, Parchi, Biblioteche, Orti Botanici. A seconda delle situazioni, scrivo testi e rappresento performance diverse, oppure conduco laboratori, usando sempre materiali poveri a dimostrazione che sono la motivazione, l’idea e l’organizzazione del progetto alla base di ogni buon risultato, molto prima del denaro impiegato.

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Quando si parla di inquinamento, la prima idea che ci viene in mente sono le industrie che emettono quei gas neri nell’aria. Dopodiché si passa ai gas di scarico delle automobili, specialmente nelle città affollate. Ma in pochi sanno che la maggior parte dell’inquinamento è prodotto da ciò che mangiamo. Anzi, solo la produzione di carne ne produce più della metà.

A confermarlo è uno studio effettuato da scienziati americani, Robert Goodland e Jeff Anhang che hanno pubblicato un articolo dal titolo “Livestock and Climate Change” (bestiame e cambiamento climatico), uscito di recente sulla rivista World Watch Magazine.

Fino a pochi anni fa, era il 2006, ed uno studio, sempre effettuato dalla coppia ed intitolato “Livestock’s long Shadow” (la lunga ombra del bestiame) indicava nel 18% delle emissioni totali di gas ad effetto serra, l’inquinamento prodotto dall’industria della carne. Era già elevato all’epoca, visto che era superiore persino della terribile industria dei trasporti, che contribuisce al 13,5% delle emissioni totali. Eppure, prendendo in considerazione l’intera industria dell’allevamento, non solo per scopi “carnivori”, le emissioni totali dovute ad anidride carbonica, metano, ossido di azotoed altre sostanze simili, salivano a 32,5 miliardi di tonnellate di biossido di gas ad effetto serra, che corrispondono esattamente al 51% del totale.

Numeri enormi, spiegati molto semplicemente con una similitudine facile da capire. Per produrre 225 grammi di patate (all’incirca un piatto sufficiente ad un unico pasto), avvengono emissioni di CO2 pari al guidare un’automobile per 300 metri. Per quanto riguarda gli asparagi, l’auto raggiunge i 440 metri. Per produrre invece 225 grammi dicarne di pollo, quest’auto percorre 1,17 km, per il maiale 4,1 e per il manzoaddirittura 15,8. In breve il manzo inquina oltre 52 volte più delle patate.

La soluzione, che farà piacere ai vegetariani e ai veganisti, sarebbe non mangiare carne, e sostituirla con prodotti a base di soia o altre colture vegetali. Noi non vi diciamo di smettere di mangiare carne, ma certo è che un minor spreco di animali da macello, ed una dieta più equilibrata, con la reintroduzione di verdura e frutta che oggi il mondo ha dimenticato, farà sentire meglio il vostro corpo, e diminuirà notevolmente l’inquinamento.

Essendo un’ambientalista abbastanza accanita, e avendo creato una società che vende prodotti ecologici per ridurre l’impatto ambientale dell’uomo durante il corso della sua vita, mi sembra arrivato il momento di parlare anche di questo: evitando di mangiare carne contribuiamo a ridurre l’inquinamento del nostro pianeta?

La prima volta che mi è venuto il quesito è stato durante una lezione di yoga: a inizio di ogni lezione la nostra insegnante è solita parlare di una tematica legata allo yoga. Uno yogi che va in fondo alla sua pratica è in genere un vegetariano (non mangia carne né pesce), e spesso un vegano (non mangia nessun prodotto proveniente dagli animali, compresi il burro, latte, uova, etc). Avevo finora pensato che il movente fosse lo stare meglio fisicamente, sentirsi meno pesanti e più agili durante le lezioni di yoga, che richiedono una certa elasticità di movimento. Ed fin lì ci siamo.

Approfondendo il discorso, però, la nostra insegnante ci ha dato statistiche e numeri che mi hanno dato da pensare. E il discorso diventa interessante e complicato. Interessante perché mostra un punto di vista che raramente noi carnivori prendiamo in considerazione, complicato perché a voler mettere in pratica modi di vita vegetariani o vegani dovremmo cambiare gli stili gastronomici della maggior parte degli esseri viventi di questo pianeta.

Per ora mi limiterò a condividere con voi quello che ho imparato dalle mie lezioni di yoga, e chiunque abbia visto il report su Rai 3 ora ne saprà anche di più:

Oggi la produzione di carne è un’industria, come mai lo è stata prima. I nostri nonni mangiavano una fetta di carne alla settimana, quando andava bene, oggi lo facciamo almeno 2-3 volte alla settimana. Quando non è vitello è pollo, quando non è maiale è tacchino. Si stima che ogni Italiano in media consuma 100 chili di carne all’anno, e in Italia siamo “solo” 60 milioni di anime. Moltiplichiamo questi dati per tutte le popolazioni dei paesi sviluppati, e arriviamo a cifre astronomiche. Ogni anno, solo negli Stati Uniti più di 25 miliardi di animali vengono uccisi per farne del cibo.

Tralasciamo il discorso del trattamento degli animali da macello, che esula lo scopo di questo articolo (ma è altrettanto urgente), e vediamo come questi numeri influenzano l’ambiente.

In uno studio delle Nazioni Unite del 2005 il consumo di carne è stato citato uno dei fattori più significativi del surriscaldamento terrestre:

* L’industria dell’allevamento di animali da cibo è la causa maggiore dell’inquinamento delle acque negli Stati Uniti ed inquina più di ogni altra industria: si producono 130 volte più escrementi dell’intera popolazione umana , circa 40 tonnellate al secondo. Quasi tutti i liquami delle fattorie e dei macelli finiscono direttamente nei fiumi, contaminando acque e sorgenti.

* Il bestiame ha bisogno di cibarsi, per questo più di un milione di chilometri quadrati di foresta sono stati abbattuti solo negli Stati Uniti, per coltivare foraggio per gli animali. Riducendo le foreste si riduce la capacità naturale del pianeta di riassorbire le emissioni di anidride carbonica. Stiamo distruggendo foreste tropicali per creare pascolo ai bovini: 5 metri quadri di foresta tropicale viene rasa al suolo per produrre 100 grammi di hamburger. Per produrre un chilo di carne di bovino si consumano 15.000 litri di acqua e cereali per dieci volte il peso dell’intero animale – cereali che potrebbero sfamare molte più persone.

* Mentre i paesi industrializzati mangiano carne in abbondanza, le popolazioni povere muoiono di fame, non tanto per la carenza di carne dalle loro parti, ma per mancanza dei frutti dell’agricoltura: solamente negli USA l’80% della produzione di grano, e più del 95% della produzione di avena vengono usate come cibo per gli animali da allevamento.  I bovini allevati in tutto il mondo, consumano una quantità di cibo che sfamerebbe 8.7 miliardi di persone – più dell’intera popolazione mondiale

* gli eccessi dei rifiuti animali e chimici inquinano i nostri corsi d’acqua, compromettendo enormemente la qualità dell’acqua; ad inquinare sono le strutture per animali, le operazioni di irrigazione, semina, raccolta, l’uso di fertilizzanti, etc.

* last but not least, come dicono gli inglesi, l’EPA, agenzia Americana per la protezione dell’ambiente, stima che quasi il 95% dei residui di pesticidi nella tipica dieta americana proviene da carne, pesce e prodotti lattieri. In particolare il pesce coniente cangerogeni (PCB, DDT) e metalli pesanti (mercurio, arsenico, piombo, cadmio) che la cottura o la congelatura non riescono a rimuovere. Inoltre gli ormoni e gli steroidi dalla carne animale passano direttamente al nostro corpo. Ci deve essere verità in quello che dicono i buddisti: siamo quello che mangiamo.

Questi sono dati allarmanti che spesso preferiamo mettere da parte, perché considerarli implicherebbe troppi cambiamenti, e rinunciare alle cose belle della vita (una bella bistecca fiorentina: come farne a meno?!). Stessa cosa per i cambiamenti climatici: tanti documentari e ricerche ci portano dentro casa fatti ineluttabili di quanto stiamo facendo al nostro pianeta. E non sono Tizio, Caio e Sempronio ad inquinare il nostro mondo, siamo anche noi consumatori a farlo.

Allora propongo una cosa: diminuiamo il consumo di carne e pesce nella nostra dieta, facciamo una prova per 6 mesi, e vediamo se il nostro corpo resiste, se i nostri portafogli ne trovano giovamento e se ci sentiamo davvero meglio e meno appesantiti. Mangiamo una carne e un pesce ogni due settimane, e compriamo prodotti biologici.

Ci sentiremo forse meglio fisicamente, e con la coscienza più a posto, perché sapremo che indirettamete avremo migliorato l’ambiente, meno acqua sarà stata sprecata, meno pesticidi avranno fatto irruzione nei nostri fiumi e meno gente povera avrà sofferto la fame.

Cos`e` il Crudismo ?:   salute del corpo, della mente e dello Spirito. –

vedi: Il cibo uccide Tracciabilita’ dei Cibi
La Medicina Naturale insegna che l’unica forma terapeutica naturale per l’Autoguarigione e’ il Crudismo !

Siamo fatti di cio’ che mangiamo….. e quindi dovremmo scegliere per il nostro corpo i cibi migliori: per la nostra salute, per sentirci in forma e soprattutto per la profilassi della vera tragedia di questo secolo: il cancro.
La sovraesposizione ad tossine mutagene (in primis i virus, batteri, spore dei vaccini, farmaci, cibi industrializzati, fumo, drogheed inquinamento atmosferico) ma anche l’abuso di cibi raffinati e troppo ricchi di grassi, ha raddoppiato l’incidenza dei tumorinegli ultimi decenni.
Ma, se poco possiamo fare contro il benzene delle nostre citta’, molto possiamo fare in casa nostra sia per la profilassi di tutte le malattie che per la cura dei tumori: cominciamo a dire quali cibi evitare, proprio perche’ responsabili di alcune forme di cancro.

Una dieta biologica, specie se cruda puo’ fornire allíumanita’ il ritorno a un modo di vivere del tutto naturale, che ci permettera’ di ottenere, per la prima volta, il pieno controllo delle nostre vite sane; essa e’ líunica dieta che garantisce non solo la salute e il benessere dellíumanita’, ma addirittura quella dellíambiente e di tutte le creature della Terra.
La gente si e’ stancata di nutrirsi con cibi denaturati, cotti, industrializzati, portatori di cattiva salute e obesita’. Si e’ anche stancata di attendere risposte da parte di medici e di case farmaceutiche. Non vuole piu’ alimentarsi con cibi alterati dai processi chimici.
Il Crudismo, líalimentazione viva, e’ il vero modello alimentare anti-eta’.

PerchÈ scegliere cibi crudi ? PerchÈ il cibo crudo puÚ essere considerato ancora “vivo”, mentre cotto Ë privo della sua “energia vitale” e, soprattutto, povero di elementi essenziali per la salute come vitamine, minerali ecc.
Líuomo originariamente si cibava solo di cibo crudo, mentre quando si Ë “evoluto” ed ha scoperto il fuoco e’ iniziata la sua decadenza fisica, perche’ ha iniziato a cuocere i cibi dando vita a questa insana abitudine. Il cibo cotto e’ infatti, inadatto al tipo diapparato digerente cui Ë dotato líessere umano.
Il cibo “morto” tende, di conseguenza, a produrre una gran quantit‡ di scorie intossicando, infiammando, per le abnormi fermentazioni e putrefazioni ed a lungo andare, líintero organismo.
Il cibo crudo aiuta a vivere pi˘ a lungodisinfiamma e disintossica ed aiuta ad avere pi˘ energia ed a mantenersi in forma.

Storia del Crudismo
Precursori del crudismo gli Esseni, setta ebraica che viveva in prossimita’ del Mar Morto.
Le indicazioni del loro “Vangelo Esseno della Pace”, scoperto negli archivi Vaticani nel 1947 (forse) dal filosofo, psicologo e archeologo Edmond Bordeaux-Szekely, sono indirizzate oltre che allo spirito, anche al corpo.

“…non uccidete ne’ uomini, ne’ animali, ne’ il cibo che va nella vostra bocca…se vi nutrite di cibi vivi questi vi vivificheranno, se uccidete il vostro cibo, il cibo morto vi uccidera’… la vita viene dalla vita, dalla morte viene sempre la morte…cio’ che uccide il vostro cibo, uccide anche le vostre anime… i vostri corpi diventano cio’ che mangiate, come le vostre anime diventano cio’ che voi pensate. Percio’ non mangiate cio’ che il gelo e il fuoco hanno distrutto, perche’ i cibi bruciati, gelati e decomposti, bruceranno, geleranno e decomporranno il vostro corpo. Mangiate frutti e erbe… alimentati e maturati dal fuoco della vita“.

La riscoperta del crudismo nellíultimo secolo si deve principalmente a naturisti o medici “indipendenti” tra i quali ricordiamo H.M. Shelton, massimo esponente dellíIgiene Naturale (“la Scienza della salute”), il quale consiglia, oltre alla dieta idrica nei casi gravi, crudismo, esercizio fisico e un buon atteggiamento verso la vita.
Ricordiamo poi Max Bircher Benner (medico svizzero), il quale, sebbene deriso dai colleghi del tempo (1903), aprÏ una clinica che porta ancora il suo nome. Questa ovviamente fa del trattamento dietetico (frutta, verdura, semi oleosi e cereali in fiocchi) il suo punto di forza.
Da ultimo Gandhi, noto uomo politico indiano, il quale, nel suo libro “Regime e riforma alimentare” (1949), afferma: “Per liberarsi da una malattia, occorre sopprimere líuso del fuoco nella preparazione del pranzo”.
Tratto in parte da: vivocrudo.it

Importante: Una stima indica che l’80% degli europei soffre di iperacidit‡ o acidosi, cioË il loro pH fisiologico Ë pi˘ basso di quello che dovrebbe essere normalmente. Ma la stragrande maggioranza dellíumanit‡ si alimenta con cibi che inducono acidit‡: pertanto si dovrebbero cambiare le abitudini alimentari, mangiando quotidianamente al 70% alcalino e solo al 30% acido.
vedi:  Proprieta’ dell’acqua + INFORMAZIONE, CAMPO UNIVERSALE e SOSTANZA – Campi MORFOGENETICI

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E’ noto che per ottenere una buona forma fisica e’ senzíaltro fondamentale avere una buona alimentazione e nutrizione cellulare.
Un buona Alimentazione, significa innanzitutto fornire allíorganismo tutte le sostanze di cui ha bisogno in modo equilibrato, mantenendo alti livelli di energia.
Alimentarsi in modo ìenergeticoî non significa assumere alimenti ad elevato potere calorico, piuttosto significa fornire al nostro corpo cibi che abbassino il livello di acidosi, tossiemia (accumulo di tossine) ed infiammazioni, dellíorganismo, permettendoci quindi di eliminare le tossine accumulate, che sono spesso responsabili di soprappeso, cellulite, astenia, infiammazioni alle vie respiratorie, malattie insomma, che ci fanno stare poco bene.
Eí importante sottolineare che le buone abitudini alimentari acquisite dovrebbero accompagnarci per tutta la vita e non, come spesso accade, essere seguite solo fino al raggiungimento del nostro obiettivo.
Solo in questo modo possiamo garantirci di essere sempre in perfetta forma. Quindi, anche se talvolta ci capita di sgarrare, niente di male, anzi e’ bene vivere lo sgarro in modo sereno e non colpevolizzante, a patto che sia una volta ogni tanto,

Líequilibrio acido/alcalino + regolare il potenziale redox, e la resistivita’ del terreno, i liquidi del corpo, e’ molto importante: es. livelli elevati di acidi possono compromettere il buon funzionamento del nostro organismo.
Líalimentazione e’ sicuramente fondamentale nel mantenere il corpo in uno stato alcalino, ma spesso lo stress, le malattie o ipensieri negativi di incoerenza generati anche dai Conflitti Spirituali, possono contribuire allíaumento della nostra acidita’ e/o del nostro stato di malessere.
Il corpo umano, pero’, e’ stato progettato per funzionare con le acque del corpo neutre e/o leggermente alcaline (basiche) e talepH dovrebbe essere mantenuto a tutti i costi, specie nell’intestino tenue dovrebbe essere un ambiente prettamente leggermente alcalino, poi nel colon dovrebbe essere leggermente acido, questo per mantenere un sistema enzimatico ed una flora battericaautoctona funzionale per la perfetta salute dell’organismo.
Quando nel colon il pH e’ troppo verso l’acidosi, fuoriescono dall’ano feci troppo molli e/o la diarrea; quando e’ troppo alcalino le feci divengono dure e nasce la stitichezza, fonte di problemi….per cui l’alimentazione  CRUDISTA Ë, e deve essere la base della salute per molti periodi dell’anno perche’ l’alimentazione corretta porta ad una vita lunga, serena e con poche malattie, ma mai importanti.”.
Il Crudismo deve essere l’alimentazione ottimale specie quando si e’ malati, iniziando dai succhi centrifugati in casa, di frutta e verdura, passando ai frullati e successivamente ai cibi solidi.
Il crudismo ha una grande caratteristica che, oltre ad inserire vibrazioni-frequenze vitali dei vari cibi, piu’ molte vitamine e saliminerali, enzimi, aumenta anche le quantita’ di scarti di cellulosa-cruscame, accentuando le quantita’ delle feci espulse, e quindi il transito viene normalizzato e non nascono intossicazioni ed infiammazioni.

Occorre ricordare anche che la fibra vegetale, quella non digerita dai batteri ed enzimi, che e’ contenuta nella frutta e verdura cruda, non viene che in parte predigerita ed il resto ed arriva al colon, per facilitare le defecazioni e renderle sufficientemente abbondanti, ma anche per preparare, con i batteri residenti nel colon, degli acidi particolari, acido lattico ed acido acetico, che aiutano il mantenimento ottimale della mucosa del colon, specie quello discendente.
La troppa acidificazione del colon, lo ripetiamo ancora, produce feci molli o diarrea, emorroidi ed altri problemi.
Ecco perche’ il crudismo assoluto, deve essere SI utilizzato, ma non per tutti giorni della propria vita, ma come consigliato qui ed a fasi alterne ed a seconda dei casi, ma SEMPRE quando si e’ malati.
Ma comunque ed in ogni caso, occorre che OGNUNO cerchi di scoprire quale e’ il tipo di “carburante” (cibo) sia quello adatto per se, tenendo SEMPRE presente le indicazioni che trovate qui sul crudismo, in modo da poterlo utilizzare per tutta la vita, un volta trovato cio’ che fa bene per se stessi, ricordando comunque che ad ogni eta’ e per ogni tipo di lavoro, l’organismo necessita di un determinato tipo di alimentazione, ma tenete sempre presente le indicazioni che trovate nel crudismo.

Crudismo vuol anche dire:
– Non preoccuparsi piu’ di smaltire i rifiuti dei cibi se non il compost.
– Eliminare il 90% della spazzatura prodotta ogni giorno
– Contribuire fortemente alla salvaguardia dell’ambiente eliminando la maggior parte dei rifiuti.
– Non consumare piu’, se non limare drasticamente l’uso di gas e corrente elettrica e di usarli per altri scopi e non piu’ per mangiare.
– Avere una coscienza pulita e non avere il peso dello smaltimento dei rifiuti non rientrando tra le categorie di persone che inquinano.
– Vivere una vita nel rispetto delle leggi della natura e nel rispetto degli altri.

Il crudismo e’ tutto questo ed anche di piu’.
Fare del bene a noi stessi e al nostro pianeta e’ lo stile di vita che deve essere seguito da tutti sempre ed indistintamente.
Favorire lo sviluppo di nuove piante, di hummus e di fertilita’ del terreno e’ una cosa semplicissima e fattibile sempre. Come la natura vuole e come non deve essere cambiato.

Avere un mondo molto piu’ pulito non e’ fantascienza. e’ realta’. Contribuire drasticamente alla diminuzione dei rifiuti e’ quanto di meglio si possa fare per guadagnare tutti sulla nostra salute e su quella del territorio.
Il tutto con una semplicita’ assurda, usufruire dei frutti che la natura ci offre senza ricorrere ad alimenti pronti e costosi.

Assieme al crudismo, la Cosmetica naturale Eco-Biologica ci permette di non inquinare il pianeta con sostanze tossiche e chimiche e di usufruire di fonti rinnovabili e totalmente biodegradabili a differenza dei comuni prodotti per la cura e la pulizia della pelle. Assieme alla Bio-detergenza della casa con prodotti ecologici troviamo il totale rispetto dell’ambiente e di noi stessi.

Ovviamente, i vantaggi e gli svantaggi della cottura e del crudo, dipendono molto dallíalimento che si prende in considerazione.
Le verdure, ad esempio, possono essere tranquillamente consumate crude, anzi, la cottura non fa altro che eliminare tutte le sostanze nutritive, vitamine, fibre, sali minerali ed acqua che contiene.

Per i carnivori:
Per quanto riguarda la carne, invece, cotta e’ il modo migliore per consumarla perche’ facilmente deperibile ed attaccata in breve tempo da batteri e microbi.
Eí importante ricordare che la cottura rende piu’ saporita la carne e migliora le sue qualita’ nutritive facendo sciogliere il grasso e facendo coagulare le proteine che in questo modo diventano piu’ digeribili.
Se invece volete gustare un buon carpaccio, ricordatevi di farlo affettare dal macellaio al momento, di tenerlo nei ripiani piu’ freddi del frigo e di gustarlo in giornata, per non correre rischi.

Per quanto riguarda il pesce, valgono le stesse considerazioni della carne: meglio consumarla cruda, ma se si e’ nel dubbio sulla provenienza e/o il tipo di allevamento attuato per allevare quelle bestie consumatelo cotto.
AncheiIl pesce e’ puo’ essere un facile ricettacolo di germi e batteri nocivi che vengono eliminati solo grazie alla cottura.
Ed il sushi ? Se ne avete cosÏ voglia, la cosa migliore da fare e’ recarsi in un ristorante cinese o giapponese dove gli chef addetti seguono uno specifico percorso professionale per servire pesce senza rischi, e che conoscano anche la provenienza del pesce.
Tratto in parte da: giallozafferano.it, con commenti del redattore ed aggiunte importanti.

Ecco un esempio di pasto a mezzogiorno:
Cosa possiamo mangiare di crudo nelle insalate, che devono rimanere un monopasto pasto, un monopiatto, oppure se mangiate qualche altro prodotto, tipo pasta o riso o certi legumi, integrale o semintegrale (meglio di mais o kamut) mangiate l’insalata senza condimento, cosi’ naturale e ad ogni cucchiaiata del vostro pasto.
Ecco le verdure ed ortaggi che possiamo utilizzare per le insalate miste:
tutte le lattughe, tutte le cicorie, la bietola, le spinaci, il cavolo cappuccio, il cavolo verza, il cavolfiore, il carciofo, il cardo, le carote, il sedano, il finocchio, gli asparagi, la cipolla, l’aglio, le zucchine la patata cruda, i pomodori, i peperoni, i piselli e le fave fresche, le erbe silvestri come il crescione, il tarassaco, la rucola, ecc. la pera avocado che Ë un frutto pregiato ed insostituibile come alimento da pasto, puÚ essere servita a pezzettini associati alle insalate miste, , oppure preparata a parte nel seguente modo, che rende pi˘ appetibile e delicato questo frutto, ben matura, si sbuccia e si toglie il nocciolo poi, con una forchetta si riduce in purea alla quale, si aggiunge un poí di pepe, sale marino integrale ed un cucchiaio di olio vergine d’oliva; l’insalata deve comprendenti anche pinoli. noci, mandorle, (semi oleosi), olive, cipolline, cetrioli, (sottolio o cotte) si mischia per bene e si serve in un piatto, l’insalata preparata in questo modo Ë pi˘ che sufficiente a soddisfare il pranzo di due persone e per l’equilibrato coefficiente dei suoi componenti costituenti, diciamo che puÚ sostituire degnamente l’alimento proteico, in special modo quello derivante da animale.
Qualcuno potrebbe aggiungere dei crackers di mais che sono sottili e fragranti che sono piacevoli al gusto, oltre ad introdurre delle proteine vegetali.
Al tempo degli aranci e’ possibile mangiare le insalate di aranci con olio e sale; possono essere utili altri tipi di insalate con certi frutti adatti.

Questa sul Crudismo e’ una “dottrina standard” per tutti, ma che va sempre personalizzata a seconda del metabolismo della persona (che varia ad ogni eta’), per cui dovete imparare a conoscere come funziona il vs organismo; quindi fate tutto cio’ che ritenete opportuno per voi, tanto ognuno gode o paga i propri errori alimentari sulla propria pelle.

A questo punto DOVETE leggere il:
Vangelo della Pace (By Gesu’ il Nazareno, rabbino Esseno) e provare ad alimentarvi per 7 giorni in questo modo, SOLO dopodeciderete come continuare ad alimentarvi.

IMPORTANTE: in ogni stato di malattia e’ assolutamente necessario che si passi al CRUDISMO puro, iniziando per almeno 2 settimane con i centrifugati di verdure e frutta, poi con i frullati la seconda settimana ed alla terza passare anche alla masticazione dei cibi, senza eliminare contemporaneamente centrifugati e frullati.

Il dott. Arnold Ehret (1866-1922) disse, poco prima dellíinfluenza spagnola del 1918, che il grado di sporcizia interna dellíindividuo medio Ë qualcosa di inimmaginabile.
Ecco spiegato il motivo per cui il dott. Manuel Lezaeta Acharan rimase sbalordito nello scoprire tramite líesame iridologico che la stragrande maggioranza della gente (il 99%) Ë febbricitante ed infiammato, anche quando il termometro sotto le ascelle segna 36 e sette, cio’ avviene per colpa del surriscaldamento intestinale che raffredda gli arti e la pelle , mentre infiamma le viscere interne, perche’ sottrae sangue alla periferia dell’organismo.

Ed ecco perchÈ il dott. Max Bircher-Benner (1867-1939) disse: líuomo, nato per essere sano dal primo allíultimo giorno, spende il suo tempo e líintera sua vita, non a consumare frutta e vegetali crudi ed a rispettare la sua natura e il suo creatore, ma ad avvelenarsi ed a sabotare la sua preziosa dotazione originaria.
Cento anni dopo, la stessa sporcizia di allora non solo Ë rimasta, ma si Ë moltiplicata, grazie alle meraviglie dei cuochi, dei nutrizionisti incompetenti e della medicalizzazione di regime isituzionalizzata dagli Enti “preposti” alla ns Salute, pardon mi sono sbagliato, alla nostra malattia….
Vi ricordiamo percio’ che il nostro corpo non e’ una cloaca, nella quale introdurre cio’ che piace, ma una macchina biologica molto delicata che funziona bene e rimane in Perfetta Salute SOLAMENTE se introduciamo i cibi utili al suo buon funzionamento; per cui mangiamo SOLO cio che serve alla perfetta Salute: 80% di crudo e 20% di cotto (poco), cioe’ frutta e verdura cruda, cereali crudi, pestati  od in fiocchi o poco cotti.

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Percheí mangiare alimenti crudi ?
Innanzitutto buttiamo luce su alcuni punti essenziali nel mondo ìdei cibi crudiî anche chiamati ìalimenti viviîÖ In inglese questa radicale dieta viene chiamata “Raw Dietíí o ëíLiving-Food Dietíí e avvisa che una grande maggioranza dei cibi vengono consumati nel loro stato crudo, naturale, non adulterato, cioeí non distrutti dal calore del fuoco e riscaldati al di sopra della temperatura di 40 gradi C.
Perche ?
Per far si che la quantitaí e qualitaí degli enzimi, vitamine, minerali e grassi acidi siano ancora presenti quanto elementi vivi e sensibili al calore e quindi assorbiti, utilizzati in maggiore (si parla di 75-90%) dal corpo umano per il funzionamento che hanno nel darci la salute e prevenzione di malattie… nulla viene ìgettato al fuocoîÖ
Cucinare i cibi con il fuoco distrugge non solo questi importanti nutrienti essenziali che il corpo non sa produrre totalmente da se, – ma modifica anche la struttura molecolare del cibo stesso (con la ritenzione di acqua per esempio), rendendolo privo di ëinformazioneí e lasciando nel nostro corpo residui di muco, aciditaí e fermentazione – con tutte le conseguenze che ne derivano come malanni psico-fisici e anche di carattere spiritualeÖ., depressioni e debolezze cosi presenti nella nostra societaí ‘malata’Ö

Quanto e come crudo si mangia ?
Non tutte le persone che seguono questo tipo di dieta scelgono di essere vegetariani al 100% e introducono a volte certe quantitaí, minori o maggiori, di carne biologica cruda, latte o derivati crudi di capra e uova crude per esempioÖ, eí una scelta individuale basata su diversi motivi etici, filosofici e/o nutritiviÖ le stesse persone spesso non scelgono di seguire un regime alimentare crudo al 100% e introducono regolarmente o in alcune eccezioni cibi cotti a vapore per esempio come verdure o altri cibi biologici integrali, come riso, farro eccÖ. e’ consigliato adottare un simile approccio per facilitare la transizione gentilmente dato che dieta e cosi radicalmente rivoluzionaria quanto disintossicanteÖ eí preferibile per esempio di eliminare dapprima tutti i cibi industrializzati raffinati e gli zuccheri raffinati, gradualmente le carni rosse e alcol, i latticini pastorizzati (specialmente non biologici poicheí contengono ormoni e altri medicamenti nocivi come gli antibiotici) e transitare gentilmente (questo varia da persona a persona) verso cibi piu’ integrali e biologici, ad esempio: pasta di farro o riso integrale, miglio, verdure cotte a vapore come detto precedente, alghe prescritte nella cucina macrobiotica, altre ricette integrali che potete trovare su Ricette (senza zuccheri raffinati per favore !)
Una cosa eí certaÖ piuí vi muoverete con integritaí e gioia verso una dieta cruda, piuí sorprendentemente scoprirete che questa dieta non eí tanto radicale , quanto disegnata per il nostro corpo umanoÖma datevi il tempo che vi serve… la Natura opera lentamente ma fermamente…

– Va bene combinare noci con verdure, foglie di insalata, erbe selvatiche
– Va bene combinare frutti dolci con erbe ñ foglie di insalata
– Non va bene combinare noci, semi con frutta, crea fermentazione

Ancora una semplice regola da ricordare:
Quanto senti bisogno di zucchero mangia frutta, quando senti bisogno di sale mangia erbe, insalate, foglie verdi ricche di sali minerali.
Tratto da: viaggionelcrudo.it

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Mangiare alimenti crudi, se da un lato puoí essere considerato un vezzo, dallíaltra invece altro non eí che uno stile alternativo di nutrirsi, che si appaia al vegetarianesimo, come a tante altre tendenze dello stile alimentare che provengono da altri paesi.

Quello che puoí colpire del “Raw Food” eí il fatto che, a differenza delle altre mode, eí quello che piuí assomiglia alla tendenza a nutrirsi in maniera naturale, con una alimentazione dettata dallíistinto e dai sensi; il cibo crudo eí una fonte di nutrimento, ma la sua tradizione eí antica e si fonda sulla mancanza del fuoco per cucinare, una abitudine, in fin dei conti, del tutto preistorica, se vogliamo guardare bene.

Ma che cosa cíeí di interessante nel “Raw Food” ?
Per chi lo pratica eí uno stile alimentare che rende felici, piace, percheí restituisce il gusto e líodore naturale del cibo, che di solito viene nascosto dalle spezie e dal tipo di cottura che si da al cibo. Il cibo crudo mantiene intatte le sue proprietaí e per questo eí naturalmente buono.

Frutta, verdura e carne, quando sono crude, sono tutte diverse tra loro, molto diverse, e possono diventare un cibo da pietanza e non da contorno: solo líabitudine a cucinare secondo un certo standard ha relegato il crudo a un qualcosa di secondario, nel Raw Food, al contrario, non eí cosií.
Usare il fuoco per cucinare serve per rendere il cibo piuí omologato e piuí appetibile, alterandone le caratteristiche organolettiche e la consistenza, a volte un cibo crudo puoí sembrare poco appetibile percheí ìstranoî, molle, elastico, insomma, piuí crudo .. ma con la cottura molte naturali risorse del cibo se ne vanno, come le vitamine, le proteine e gli enzimi naturali.

Per cominciare a mangiare piuí cruditaí eí bene partire dai cibi normali, come frutta e verdura, e via via provare a mangiare crudo cioí che normalmente si mangia cotto, senza esagerare e senza sperimentare stranezze, con il rischio di intossicarsi o di farsi del male. Il palato e lo stomaco si abitueranno poi a digerire anche le verdure e la carne, e impareranno anche a amarne il fantastico gusto. Tratto da: tantasalute.it


CRUDISMO, mangiare CRUDO
Piu’ VEGETALI (specie se CRUDI) per una Buona SALUTE  
+  Vangelo della Pace

Documenti provanti l’indispensabilita’ delle Vitamine della Frutta e verdura (CRUDA), oltre ai sali minerali:
Doc.1  
+  Doc.2  +  Doc.3   Doc.4  +  Doc.5  +  Doc.6  +  Doc.7  +  Doc.8  +  Doc.9  +  Doc.10  +  Doc.11  +  Doc.12  + Doc.13  +  Doc.14  +  Doc.15  +  Doc.16  +  Doc.17  +  Doc.18  +  Doc.19  +  Doc.20  +  Doc.21  +  Doc.22 +  Doc.23  +  Doc.24 +  Doc.61 
E’ INDISPENSABILE per stare sempre BENE e’ l’assunzione quotidiana, per certi periodi, di acqua Basica a pH min. di 7,35 > 11 (almeno 1,5 lt)
Le bevande troppo saline e/o le bevande industriali, non vanno bevute giornalmente e/o spesso, anche e per le loro forti acidita’, in quanto influiscono sull’alterazione dei giusti valori di pH dell’acqua del corpo.
L’acidosi e’ la base fisiologica del Cancro –  Il Conflitto Spirituale Irrisolto, ne e’ la Causa primaria


Percheí mangiare crudo
 ?
Sulla terra, le uniche specie, oltre líuomo, che si alimentano con cibi cotti sono gli animali domestici: il cambiamento delle loro abitudini ha portato, come diretta conseguenza (viene quasi da sorridere) all’aumento del numero di veterinari.
La vita nasce cruda: tutti i processi biologici si svolgono entro i limiti di temperatura, temperatura entro la quale cellule e tessuti svolgono le loro attivita’ vitali.
Prima dellíutilizzo del fuoco, líuomo assumeva  dallíambiente cibi crudi e la vita passava cosÏ direttamente dal cibo allíuomo.
Il fuoco, con le sue seduzioni, ha generato una frattura, una separazione tra la natura, con tutti i suoi processi biochimici e vitali, e l’uomo; il fuoco, cuocendo i cibi, in realta’ uccide la vita dellíalimento. Ad esempio, un chicco di grano crudo germoglia, cotto marcisce.
Il Dr. Kouchakoff, medico svizzero di Losanna, dopo anni di studi su migliaia di persone, in suo saggio(1937), dimostra che ogni volta che consumiamo del cibo cotto si determina nellíorganismo una leucocitosi (aumento dei globuli bianchi): e’ come se líorganismo attivasse una reazione di difesa, difesa verso un cibo che non riconosce come adatto a se’.
Secondo la medicina convenzionale la leucocitosi digestiva e’ fisiologica, ma nessuno si domanda il motivo per il quale questo processo non si determina con i cibi crudi.

Líitaliano Dr. Lusignani, con tesi ancor piu’ lungimiranti e innovative, gia’ nel 1924, aveva dimostrato che, in caso di ingestione di cibi crudi, líorganismo si rilassa e rispetto al calibro vasale si determina una vasodilatazione con leucopenia (diminuzione del numero dei globuli bianchi); al contrario, in caso di ingestione di cibi cotti, si verifica vasocostrizione e aumento dei globuli bianchi.
Tratto in parte da: vivocrudo.it

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 ìRaw Foodì: mangiare crudo
DallíAmerica una nuova moda alimentare sta spopolando anche tra i personaggi dello spettacolo, il Raw Food: líalimentazione grezza, intatta, cruda.

Líalimentazione cruda, per molti, e’ solo una delle tante mode che periodicamente importiamo dagli Stati Uniti; invece, rendersi conto che il nostro modo attuale di alimentarci e’ anchí esso frutto di condizionamenti culturali ed economici, puo’ liberarci dal pregiudizio e aiutarci a scoprire modelli alimentari piu’ in sintonia con la nostra fisiologia.

In tutte le specie animali (ancora libere), le scelte alimentari sono regolate esclusivamente dallíistinto e dalla disponibilita’; vi e’ un rapporto definito tra la costituzione di un animale (caratteristiche fisiche esterne, struttura dellíapparato digerente) e il cibo che la sua specie di appartenenza considera “normale”, il quale e’ anche il piu’ adatto per soddisfarne le esigenze nutrizionali e psicologiche.
La maggior parte delle persone, attualmente, identificano il cibo che sono abituati a consumare con quello della nostra specie, senza analizzare che le credenze e i criteri su cui poggiano queste scelte alimentari, molte volte, sono a dir poco catastrofiche.
Siamo abituati a considerare il cibo cucinato come il piatto forte e il cibo crudo (frutta e verdura) come contorno o spuntino.
Líalimentazione dellíuomo in realta’, come quella di tutte le altre specie animali, nasce cruda; il fuoco come strumento per la manipolazione del cibo e’ una innovazione molto recente.

utilizzo del fuoco in cucina rende il cibo piu’ morbido e piu’ appetibile (inibendo i recettori del senso di sazieta’), ma ne altera la struttura, coagula le proteine, ne distrugge il contenuto enzimatico, distrugge i micronutrienti (vitamine, auxoni ecc..) e, molte volte, piu’ che un nutriente puo’ diventare zavorra per líorganismo.
Il movimento crudista italiano attualmente, consiglia di aumentare gradatamente e gradualmente líutilizzo di cibo crudo, consumandolo prima del pasto cucinato e, in piu’, propone ricette innovative per soddisfare anche i palati piu’ “raffinati”.

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Crudismo, pregi e difetti
La sola assunzione di alimenti crudi, estesa alla totalita’ della nostra alimentazione, garantisce gli apporti nutrizionali di una dieta variata e lo stesso appagamento del gusto ? In genere si, ma come ogni estremismo non va bene anche in questo caso occorre controllare da soggetto a soggetto le reazioni che SEMPRE sono individuali.
Quindi attenzione, il nostro consiglio e’ effettuare questa dieta per 2, 3 o 4 mesi all’anno e poi riprendere a mangiare comeconsigliato.

Il crudismo si fonda sulla convinzione che la cottura induce nei cibi la perdita di gran parte dei principi nutritivi che la natura fornisce e, pertanto, li devitalizza. Cio’ e’ vero in quasi tutti i casi, ma non in tutti, es.: le patate aumentano la propria energia se cotte.
In natura, tutti i processi biologici si svolgono entro limiti di temperatura che permettono a cellule e tessuti di svolgere le loro attivita’ vitali. Se, infatti, un certo grado di calore impedisce la crescita e la proliferazione di virus e batteri, e’ altresÏ vero che inibisce lo svolgersi delle naturali attivita’ “biotiche” dell’alimento, distruggendo sostanze termolabili indispensabili alla vita.
I vantaggi del crudismo di fatto sono molteplici: le vitamine e i sali minerali presenti negli alimenti restano intatti e conservati nel loro equilibrio originario; inoltre, da un punto di vista fisiologico, la digestione viene stimolata e facilitata, grazie ad una maggior presenza di ptialina, un enzima digestivo contenuto nella saliva la cui produzione e’ indotta dalla masticazione.
Grazie alla maggior quantita’ di fibre ingerite, l’intestino viene stimolato cosÏ come la disintossicazione del sangue e dell’organismo in generale.

Data inoltre l’obiettiva difficolta’ legata al consumo di prodotti animali crudi, questa pratica alimentare evita le disfunzioni legate all’eccessiva ingestione di carne, come la formazione di acido urico.
Tratto da: lifegate.it

Links molto interessanti, specie quello in inglese su Nexus
http://www.disinformazione.it/crudo efermentato.htm
http://it.pietrosperoni.it/2006/01/ 17/arriva-il-latte-crudo-perche-e-i mportante/
http://www.nexusmagazine.com/articl es/Enzymes1.html  (english)

Normativa Europea per il trattamento del pesce da mangiare crudo:
http://www.geocities.com/lucamugnaini/sushi/normativa.html

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MANGIARE CRUDO – Díestate tutto Ë pi˘ facile,  in inverno diminuire il crudo ed aumentare il cotto (vegetariano), caldo.
Chiaro che díestate Ë pi˘ facile trovare le cose fresche e vitali che pi˘ ci piacciono.
E poi stiamo spesso al sole a pelle nuda, per cui assorbiamo energia e vitamina D anche in quel modo
E questo vale fino a tutto dicembre, quando si trovano ancora i cachi e la uva, e tutti noi siamo ancora carichi di energia elettromagnetica.
Il periodo freddo, quello che ci mette tutti a pi˘ dura prova, Ë proprio quello che va tra gennaio e marzo.
Il binomio aprile-maggio, infatti, anche se non offre ancora i benefici della frutta, ci d‡ le prime verdure fresche díannata, i primi germogli, gli asparagi. Eí gi‡ qualcosa.
Come fare per superare al meglio il clima freddo ?
Come mantenersi crudisti in questi tre mesi ?

Concentrare le nostre attenzioni su quello che cíË, a livello di cibi naturali
Qualche difficolt‡ in pi˘ rispetto allíestate ce líabbiamo di sicuro. Ma non Ë poi cosÏ grave e nera come sembra.

Díinverno ci sono ancora ottime risorse da sfruttare. Carciofi e finocchi in abbondanza. Cavolfiori e cappucci anche. Sedani, Rapa e gambe di sedano pure. Tutte verdure a carattere amidaceo, e quindi pi˘ dense e caloriche di quelle estive. Patate e topinambur non mancano. Patate dolci ce ne sono.
Per fare pi˘ crudismo ancora  ti consiglio di inserire una bella centrifuga giornaliera di gambe di sedano, carote, rape ed ananas, incluso volendo delle mele.
Se ci sentiamo gonfi, la verdura giusta Ë il tarassaco. A cercarlo sotto le foglie, o dallíerborista, si trova.
Quanto alla frutta, oltre agli agrumi di ogni tipo, a pere e mele, abbiamo in questo periodo ottimi kiwi e ottime banane.
E non scordiamoci dei datteri e dellíuva sultanina. Tutte cose da consumarsi in abbondanza. Concentrarsi insomma su quello che cíË.

Fichi díIndia e carrube, una manna dal cielo.
Importante e’ la crema di avena coi semini e del pop-corn con le banane o datteri o fichi, e la necessit‡ di concludere ogni pranzo con una manciata di manorle-pinoli-noci.

La patata dolce, le farine di castagne e di manioca, lo strudel di mele
Ricorrete spesso al mais, alla patata, alla patata dolce, alla zucca, ai germogli, al miglio e al grano saraceno e al riso nero. Piselli, tegoline e fagioli freschi senza timore. Non manchi mai líavocado.

Le farine pi˘ nutrienti per qualche dessert saranno quella di castagna e quella di manioca (ovvero la tapioca).
Uno dei pochi dolci approvabili e fatti possibilmente in casa, sar‡ lo strudel senza zucchero ma con tanta uvetta e pinoli.
Pizza e pasta sempre precedute dal piatto di verdura cruda.

Ottimi sono i panini integrali con verdure crude e crema di olive o di carciofi, pi˘ mandorle e pinoli.

La pasta e la pizza, verificare che esse siano sempre e solo abbinate alle verdure fresche e al pomodoro crudo, e che in tali circostanze si serva sempre prima, come soluzione introduttiva enzimizzante, un piatto di insalata cruda, senza andare poi oltre al mezzo bicchiere di acqua o di birra alla spina, o meglio ancora analcolica.
Belle dormite notturne con la finestra aperta.

Nel caso di qualche malattia di stagione o di altri disturbi, evitare aspirine, purghe, febbrifughi e medicinali, e non tenere farmaci in casa, ma ricorrere sempre al digiuno totale di un giorno, con riposo a letto e acqua a volont‡.
Evitare ogni tipo di vaccinazione. Pazienza per quelle gi‡ fatte.
Importantissimo andare a nanna in tempo, spegnere la luce e dormire. Verificare che tengano la finestra bene aperta durante la notte. Eí durante il sonno che il corpo lavora pi˘ intensamente sui processi assimilativi.

Mangiare di pi˘ se serve, e non creare momenti di fame che ci mandano in crisi
Mangiare di pi˘ se serve. Riempire i nostri apparati digestivi-assimilativi, nella misura in cui disponiamo del cibo giusto che non ti tradisce e non produce effetti collaterali perversi, come succede pi˘ o meno con tutti i non-cibi.
Occorre mangiarne in abbondanza, in modo tale di non lasciare della fame nascosta che si va poi ad accumulare nelle ore serali, spingendo a esagerare con le zuppe.
Non Ë consigliabile affamarci di mattina e recuperare di sera.
Meglio piuttosto farsi a met‡ mattina la famosa scodella di crema di avena col latte di cereali e spruzzata di farina di semi di lino e girasole, di sesamo e papavero, di germe di grano.
Una ottima cena serale, al posto della terrina di verdure, puÚ essere un bel piatto di carciofi crudi e di finocchi crudi, seguito da delle patate. Una padella di pagate leggermente fritte o meglio saltate, quasi al dente, con della cipolla e dei peperoni, sazia da matti, stronca qualsiasi fame.

Una certa flessibilit‡ non guasta. Mezzíora di ginnastica intensa Ë díobbligo.
Non dobbiamo poi interpretare il crudismo come una regola ferrea.
Se ci sentiamo di fare qualche innocente trasgressione, magari un giorno sÏ e un giorno no, con una zuppa di verdura (cotta non oltre 20 minuti) con delle patate e delle zucche, o con un piatto di riso integrale o di miglio, di orzo, di grano saraceno, possiamo pure farlo.
Se sentiamo la necessit‡ di una pasta integrale con delle verdure o una pizza vegetariana (meglio se priva di mozzarella, e alle verdure rigorosamente fresche),
Se poi ci sentiamo gonfi, significa che abbiamo sbagliato qualcosa.
Oppure ci serve fare del movimento e della ginnastica in pi˘, del corpo libero, dei saltelli, dello stretching, della respirazione yoga ritmata in terrazza, o davanti a finestra aperta.
Meglio ancora inserire una bella camminata di mezzíora a passo spedito, nel proprio men˘ giornaliero.
By Valdo Vaccaro

Commento NdR: Il crudismo e’ una ottima “dieta” alimentare per depurare l’organismo il consiglio e’ di farla per qualche mese OGNI anno (da 2 a 4 mesi) e passare all’alimentazione naturale con 80 % di alimenti crudi e 20 % di alimenti cotti.
Per i bambini e lattanti seguire le indicazioni di: Alimentazione del bambino
Per i mesi invernali si consiglia di bere ad ogni pasto crudo degli infusi CALDI !
Noi, come specialisti in Medicina Naturale, consigliamo a tutti i Vegetariani di nutrirsi almeno una volta alla settimana e con parsimonia, di qualche alimento con proteine animali, preferendo mangiare crudo anche: uova, pesce, e/o carne di animali piccoli (come stazza, meglio i volatili). Ma ricordiamo sopra tutto di ridurre od eliminare il latte ed i formaggi dalla propria alimentazione.
L’alimentazione e’ alla base  di ogni tipo di malattia, che non derivi da traumi, avvelenamenti o da farmaci e vaccini, mangiate quindiPOCHI carboidrati, aumentate la frutta e le verdure fresche (crude) ed eliminate i dolci – mangiate proteine animali (meglio pesce e carne di uccello e pochi formaggi) di tanto in tanto e siate tendenzialmente vegetariani !
vedi: Consigli Alimentari  +  Alimentazione – Indice 1 +  Alimentazione-Indice 2  +  Micro diete 1 + Micro diete 2 +  Vangelo della Pace  +  Il cibo uccide

ATTENZIONEcercate di NON utilizzate la Frutta e la Verdura NON di provenienza biologica e/o biodinamica
In caso di malattie gravi, e’ assolutamente necessario re-inizializzare l’alimentazione del malato partendo con centrifugati di frutta e verdure, per passare successivamente dopo 7 giorni ai frullati di frutta e verdura x almeno 4 settimane e poi iniziare ad introdurre i cibi non frullati  a poco a poco. Questo per permettere la riformazione del sistema enzimatico e la flora batterica intestinale.
Ricordiamo anche che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano  la salute,  non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
vedi: Consigli Alimentari  + Frutta e Verdura  
Per coloro che vogliono comunque mangiare carne anche con la dieta crudista, si consiglia di marinarla con limone, oppure di cuocerla, previo controllo della provenienza e di come e’ stato allevato l’animale.
Per il pesce, controllando preventivamente la provenienza (meglio quello di mare) il sushi puo essere un tipo di alimentazione sporadica, mantenendo il sistema del Crudismo (molti e vari alimenti vegetali crudi).

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LEUCOCITOSI danni del cibo cotto – la ricerca di Kauchakof
Nel 1930 Ë stata condotta una ricerca per dimostrare gli effetti del cibo cotto e raffinato sul nostro sistema immunitario.
Lo studio Ë stato fatto allíIstituto di chimica clinica di Losanna in Svizzera, sotto la direzione del Dr. Paul Kouchakof e riguardava la produzione dei leucociti (globuli bianchi).

Si Ë scoperto che dopo líingerimento di un cibo cotto il sangue risponde immediatamente aumentando il numero di questecellule. Líaumento del numero di leucociti dopo mangiato Ë un fenomeno ormai noto che prende il nome di ìleucocitosi digestivaî.

Questo fenomeno Ë sempre stato osservato dopo un pasto cotto e visto che Ë sempre stato presente Ë considerato anche dallamedicina ufficiale come una risposta fisiologica del tutto normale.

In passato nessuno sapeva perchÈ aumentassero i globuli bianchi, sembrava essere una risposta allo stress, come se il corpo stesse reagendo a qualcosa di nocivo esattamente allo stesso modo che avviene quando ci esponiamo a delle sostanze tossiche, a uníinfezione o ad una ferita cutanea.

Mentre Kouchakof e il suo team studiavano líinfluenza del cibo sulla salute umana hanno fatto una scoperta notevole.
Hanno visto che mangiare cibi crudi o cibi riscaldati a basse temperature non provocava nessuna reazione nel sangue. Inoltre se un cibo veniva scaldato oltre una certa temperatura (unica per ogni alimento), o se il cibo era raffinato e (trasformato industrialmente o con aggiunta di sostanze chimiche) questo causava sempre un aumento del numero di globuli bianchi nel sangue.

I ricercatori hanno ribattezzato questa reazione in ìleucocitosi patologicaî visto che avveniva solo dopo líingerimento di alimenti alterati chimicamente dalla temperatura o da altre sostanze.

Gli alimenti crudi e al naturale vengono quindi visti dal corpo come ìamiciî, ma se gli stessi alimenti li riscaldiamo sopra ad una certa temperatura essi causano una reazione negativa nel sangue, una reazione che Ë presente solo quando il corpo Ë invaso da un agente patogeno o da brutte esperienze traumatiche.

Inoltre Ë stato dimostrato che i peggiori in assoluto, quelli che aumentano notevolmente la leucocitosi sono i cibi raffinati come la farina bianca, il riso bianco o i cibi omogeneizzati o pastorizzati.

La pastorizzazione infatti, nata per uccidere i batteri, per favorire una lunga conservazione Ë un processo che espone il cibo ad altissima temperatura rendendolo cosÏ un cibo morto e difficilmente riconoscibile dallíorganismo come appunto ìciboî.

Altre ricerche hanno dimostrato che mangiare cibi cotti dopo un pasto crudo diminuisce il fenomeno della leucocitosi del 50%.
Anche la masticazione ha un ruolo fondamentale. Masticando a lungo un cibo raffinato ne riduciamo ulteriormente la dannosit‡, abbassando ancora la leucocitosi che si forma dopo líingerimento.

Líideale certo sarebbe non limitare i danni e trovare un modo per rendere i cibi raffinati meno nocivi, ma bensÏ sostituirli totalmente con alimenti crudi, nel loro stato naturale come ci offre il nostro meraviglioso pianeta.

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Serve arrivare in piena forma al momento cruciale del cambio di stagioni, tempo nel quale il corpo attiva le crisi di eliminazione delle infiammazioni e delle intossicazioni esistenti. Per evitare tutto questo, sono necessarie delle strategie assai precise ed efficaci, e non tante belle parole o tante simpatiche teorie.
Occorre intanto che questi ragazzi non arrivino al freddo e allíumido di questi giorni nelle loro precarie condizioni intestinali e cellulari, con viscere in costante e surriscaldato disordine e con  cellule denutrite e al limite del collasso calorico.
Non Ë facile introdurre radicali cambiamenti dietologici in chi Ë in stato di mala-nutriziomne
Chi  Ë reduce da giorni e settimane di mala-nutrizione, versa in condizioni precarie anche se non se ne rende del tutto conto.
Eí soggetto a morsi di fame improvvisi e lancinanti.
A quel punto sente il bisogno non solo della tipica soluzione del pane e salame e del grana, ma anche della pasta, della nutella, del cappuccino, della brioche, del caffË e del grappino.
Una specie di petizione verso il carburante pi˘ improprio e malefico.

Díestate tutto aiuta. Il sole, il mare, líattivit‡ fisica
Non cadere mai nella fame e nella denutrizione calorica Ë dunque una prima importantissima regola, perchÈ la fame porta a cercare il compenso, il rimedio, líappagamento micidiale, qualunque esso sia.
Per scansare questi problemi sul nascere occorre un minimo di preparazione e di cultura igienistica, uní abitudine a trattarsi bene e non male.
Ma con líumidit‡, il vento, il freddo, i cieli costantemente grigi di nubi, si viene messi a dura prova.
Occorre gi‡ arrivare al cambio di stagione in condizioni discrete, con riserve di solare vitamina D e con un sangue fluido e rinnovato, con un intestino pulito e funzionante.

La partenza mattiniera in fretta e furia
Chi si alza col buio e va al lavoro in fretta e furia, non ha tempo per 2 o 3 colazioni a casa. Ma una spremuta díarancia o di pompelmo li puÚ sempre prendere in 5 minuti.
Nel suo zainetto di lavoro puÚ sempre inserire un sacchetto con la mela, il caco, 2 kiwi e 2 banane, pi˘ tre panini integrali preparati la sera prima, imbottiti di 5 foglie di lattuga, cicoria e germogli alfa-alfa, spalmati di crema di olive e di un quarto di avocado al naturale, pi˘ 3 carciofini e 3 noci, un sacchetto di pop-corn e alcuni datteri.
Tenere in tasca due pacchetti di cracker e una bustina di uva sultanina e mandorle Ë sempre positivo. Le proteine della carne e del latte sono, per líuomo, líanticamera dellíospedale

Per coloro che fanno attivita’ pensate e/o sportiva:
La mattina riservata alle colazioni di sola frutta, con líeccezione dellíavena e del pop-corn alle 11
Tre colazioni sazianti a base di sola frutta (7-9-11 am), alternando a giorni alterni con qualche centrifugato di carote, sedano, ananas, o patate, patate dolci e rape, o topinambur, zenzero e bietole.
Se giovanetti in crescita che fanno sport, lo spuntino delle 11 si sostituira con una sostanziosa crema di avena (fiocchi chiari rollati a crudo, pi˘ semini di sesamo, lino e girasole, pestati e sparsi sopra líavena, con del germe di grano, il tutto intenerito da latte di cocco o da latte di cereali leggermente scaldato o anche a crudo).
Se non cíË quello si puÚ optare sempre alle 11 per una terrina di pop-corn fatto in casa senza zucchero e senza sale, da consumarsi con le banane, coi datteri o coi fichi freschi non appena arrivano.

Pranzo e cena alleggeriti alle 13 e alle 19, sempre partendo con il piatto di verdure crude
Pranzo alle 13 e cena alle 19 saranno alleggerite rispetto ai vecchi tempi, e saranno pure in fotocopia, variando il tipo di verdura iniziale e il tipo di secondo piatto.
Inizieranno con un bel piattone di crudit‡ verdi, non pi˘ di 4 qualit‡ per volta (radicchio, rucola, crescione, tarassaco, lattuga, valeriana, cavoli, cetrioli, pomodori, zucchini, carciofi, finocchi), e con mezzo avocado. Inserire possibilmente anche dei germogli, tipo alfa-alfa e simili.

Il secondo piatto e la manciata di mandorle e pinoli
Proseguiranno con un secondo da scegliersi tra gaspacho a crudo, patate cotte conservativamente, zucca, legumi, funghi, cereali integrali (specie miglio, saraceno, orso, riso nero, mais), oppure da pasta integrale al dente, con verdure abbondanti, o pizza sottile alle verdure fresche, oppure minestrone di patate e verdure cotto a fuoco lento non oltre 16 minuti.
Termineranno con una manciata di mandorle-noci-pinoli-arachidi.
Non pi˘ di mezzo bicchiere díacqua a tavola.
Líincrementato apporto di linfa biologica zuccherina, il vero cibo dellíuomo, limiter‡ la sete.
In ogni caso, chi ha sete deve bere lontano dai pasti.

Due merende pomeridiane a base di frutta. – Il ricorso ai panini vegani quando si Ë fuori casa.
Due merende pomeridiane (ore 16 e 18) prevederanno mele e pere, o papaia o ananas, alle 16, mentre per le 18 andranno benissimo tutti i frutti aciduli di bosco.

Quando i ragagzzi non stanno a casa, lo si dovr‡ preventivamente fornire di alcuni panini vegani con pane integrale, spalmato di creda di olive o di carciofi, e imbottito da 3 o pi˘ strati di verdure crude, con aggiunta di carciofini sottíolio e di noci o pinoli. Per chi fa molto sport, tenere sempre in tasca dellíuvetta secca.

Per fare tutto questo occorre amare il proprio corpo.
Bisogna inoltre pensare a una strategia di lungo periodo e non solo alle urgenze del momento (altrimenti mandi tutto al diavolo e ti butti sulle uova e sul formaggio, che nel breve ti soddisfano e ti danno la carica, ti illudono di fare il galletto, stroncandoti poi quando meno te lo aspetti).
Le proteine della carne e del latte, del pesce e delle uova, sono líanticamera dellíospedale. Pure gli zuccheri e gli amidi di pasta, pizza, bevande zuccherate, succhi di frutta confezionati, marmellate e dolciumi, sono i precursori di ogni sorta di malanni, e soprattutto della madre di tutte le malattie umane che Ë la costipazione.

La sottovalutazione della regolarit‡ intestinale
La gente ignora, snobba e sottovaluta líintestino e il colon. Se potesse eliminarli e cancellarli lo farebbe senza esitazione. Trova costruttivo e desiderabile mettersi a tavola. Ritiene invece seccante ed imbarazzante andare ai servizi igienici.
CíË gente che mangia tre volte al giorno e si libera una volta a settimana.

Líimportanza della peristalsi
Eí indispensabile invece uníintensa attivit‡ nutrizionale suddivisa in modo intelligente, e una altrettanto intensa ed efficace eliminazione.
Eí importante che la gente impari queste cose, anche se nessuno gliele ha mai imprintate nella testolina.
Líintestino deve lavorare ritmicamente con materiale nuovo, acquoso e ricco di fibre naturali, vale a dire con frutta e verdura, non con cibi proteici e con cibi secchi e concentrati.
Solo a queste condizioni si ha uníottima peristalsi intestinale.

La dieta per chi lavora allíaperto
Mi chiedi una dieta specifica per chi lavora allíaperto ?
Pi˘ o meno vale per tutti lo stesso schema modulato ed adattato nei quantitativi e nelle variazioni, in rapporto alle esigenze cloriche e gustative di ognuno di noi.
Se troviamo uníottimale sistemazione ai 5 pasti di frutta (3 al mattino 7-9-11 e 2 al pomeriggio 16-18), restano da riempire il pranzo delle 13 e la cena delle 19.

Líesordio per tutti alle 13 con un primo piatto di verdure crude accompagnato volendo da del pane integrale, seguito da un secondo piatto che potr‡ consistere di patate, zucche, carciofi, legumi, fagioli, panini vegani, cereali, pasta integrale al pomodoro o al pesto, pizza vegetariana, gnocchi di patate, minestrone di verdure a cottura 16-18 minuti max, verdure cotte al vapore.
Al termine si potranno consumare delle mandorle, delle noci e dei pinoli.
Stesso discorso a cena, variando il tipo di verdure e di cereali.

Siamo accerchiati da concetti e da diete fuorvianti
Anche qui, abbiamo centrato perfettamente il problema, menzionando líinsidia dellíalternativa tra gli inganni delle multinazionali e quelli, altrettanto micidiali, dei tortellini e delle lasagne, come dire della gara a chi fa peggio.
Cito qui una pagina significativa di Ross Horne, un importante autore igienista australiano approdato con grande passione alla dieta del grande Nathan Pritikin, tratta dal suo libro The Health Revolution (la Rivoluzione Salutistica), adatta ai tuoi amici operai costretti ai lavori pesanti nelle intemperie.

Líesperienza di Ross Horne dallíalto proteico,  allíHunza al Pritikin
Quando 20 anni fa ero imbevuto dal credo della sostanza e delle diete alto-proteiche, mi capitÚ tra le mani un libro di RenÈe Taylor (Health Secrets from Hunza, cioË Segreti della Salute dalla Regione Hunza), in cui si parla della famosa comunit‡ asiatica che vive nella valle compresa tra líHindu-Kush e il Karakorum, nella parte terminale ovest della catena himalayana, dove convergono i confini di Pakistan, Afghanistan, Russia e Cina.
Lessi pure un secondo testo (The Wheel of Health, cioË La Ruota della Salute) del medico londinese G.T. Wrench, che descrive la fantastica dieta di questa popolazione, basata interamente su frutta e verdure crude, con una media incredibile di ultracentenari attivi e laboriosi, nonostante il clima rigido della loro terra.

Poco tempo dopo queste due letture, mia moglie spese alcune settimane allíHopewood Health Center di Wallacia, venendone fuori nuova ed incredibilmente ringiovanita e rinvigorita. Seppi che in quel centro veniva attuato un sistema dietologico identico a quello degli Hunza. A quel punto non ebbi pi˘ alcuna esitazione.
Abbandonai le mie ideologie alto-proteriche in favore di una dieta vegetariana, anche se continuavo a consumare troppe noci e oli vegetali, ed anche qualche latticino.
Ma, quando scopersi pi˘ tardi líesistenza della dieta basso-proteica di Nathan Pritikin, la abbracciai completamente, e non mi sono mai pentito.
Le demenziali tabelle della FDA americana (tuttora in uso nel mondo intero)
Líelenco delle proteine giornaliere da tenere in considerazione non Ë certamente quello della FDA americana, che oggi dice 75 grammi/giorno (sconfessando i vecchi tempi di 30 anni fa, quando ne blaterava 300, e quelli di 10 anni fa, quando ne blaterava 200, e quelli di 5 anni fa, quando ne blaterava 150), in una ubriacatura demenziale e corrotta di sopravalutazioni (proteine e vitamina B12) e di sottovalutazioni (vitamine C, E e B9).

Líimportantissimo parametro della quota proteica giornaliera
Vediamo la quota giornaliera ideale secondo alcune importanti autorit‡ e secondo alcuni affidabili autori, sempre dal testo di Horne:
– U.S. National Academy of Science                                      34 grammi/giorno
– Dr Rayner Berg, eminente nutrizionista svedese                    30
– Dr V.O. Siven, eminente nutrizionista finlandese                     3
– Dr R. Chittenden, famoso nutrizionista americano                 30
– Dr D.M. Hegsten, nutrizionista della Harvard University          27
– Dr W.C. Rose, nutrizionista americano                                 20
– U.S. Food & Nutrition Board                                                34
– Canadian Board & Nutrition                                                 34
– U.N. Food & Agricoltural Organization                                  34

Chi conduce vita molto attiva, deve solo aumentare la quota calorica, consumando pi˘ frutta, mediante pi˘ pasti al giorno
Concludo dicendo che anche con una dieta rigorosamente vegana, priva cioÈ di ogni latticino, Ë difficile raggiungere quote proteiche cosÏ basse, al di sotto dei 30 grammi/giorno.
Questo dimostra come persino le noci e i cereali non sono indispensabili nel lungo periodo, visto che la frutta e la verdura cruda da soli sono in grado di fornire sufficiente quota proteica giornaliera.
Significa pure che se qualcuno conduce vita molto attiva, come i montanari Hunza, il problema non Ë mai proteico ma sempre calorico.
Diventa cioË una questione di mangiare pi˘ frutta e pi˘ frequentemente nel corso della giornata.
La conferma esatta venne dagli esperimenti di Cambridge2000 – Queste cose, Ross Horne le scriveva nel 1985.
Non cíera ancora stato il famoso esperimento Cambridge2000, che avrebbe confermato per filo e per segno le sue considerazioni.
I medici di Cambridge, massima universit‡ mondiale nel settore nutritizionale, fissarono infatti, dopo 20 anni di esperimenti su un campione vastissimo di persone, a 5 pasti sazianti di sola frutta al giorno (5 per day), la quota ideale per sopravvivere schivando ogni tipo di malattia, ed in particolar modo il cancro e le cardiopatie.

Il trionfo della frutta sulla carne e della vitamina C sulla B12
La ANHS (American Natural Hygiene Society) anche questa volta aveva visto giusto.
Gi‡ da 100 anni sosteneva infatti, contro tutto e contro tutti, scandalizzando i proteinomani del pianeta, ricevendo accuse irripetibili dai filo-macellai della FDA, dalla NDC (National Dairy Council), e da Big Pharma, che il quantitativo proteico ideale andava tra gli 11 e i 25 grammi al giorno, 11 perchÈ quello era il fabbisogno proteico del lattante umano (il pi˘ intenso succhia-proteine tra gli esseri umani) e 25 perchÈ oltre i 25 grammi scatta nellíuomo il meccanismo perverso della acidificazione del sangue.
Veniva cosÏ sanzionato in modo inequivocabile il trionfo della frutta e delle vitamine C ed E, nonchÈ la caduta delle proteine animali e della vitamina B12 legata alle stesse.
Tutto il resto non sono che miserabili balle.

Ricordiamo che:
Tra le verdure non manchino carciofi e finocchi crudi, cavolo crudo verde e viola tagliato a fette sottili.
Per eliminare il formaggio e il pesce ci vuole una quota giornaliera di patate, zucche, topinambur e cavolini di Bruxelles, tutto cotto al minimo, seguite da qualche legume ed anche delle patate dolci o delle castagne. Per la frutta abbondare con cachi e kiwi, con melograno, uva e mele, pere e banane.
Una manciata di mandorle e pinoli, o di pistacchi ed arachidi, sono pure indispensabili.
Datteri ramati e lupini sono pure validi. Uva secca, fichi secchi, uvetta sultanina e carrube dovrebbero pure trovare spazio nella tua dispensa. Arance e mandarini di Sicilia  in abbondanza al risveglio, non serve nemmeno dirlo.
By Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista) – Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)

IMPORTANTE: mangiare crudo si riferisce principalmente ai vegetali che in certi casi es. infiammazioni gravi al colon non possono essere utili in un primo momento, anzi possono essere controindicati, salvo che se utilizzati FRULLATI  ed in poca quantita’. Meglio arrivarci piano piano iniziando con il riso bianco cotto, poi passando a quello semi integrale, ma ad ogni pasto mangiare della verdura cruda frullata, in inverno utilizzare le verze.
Nel caso di colon irritato frullare il tutto e/o avvicinarsi per gradi a questa dieta, assumendo dei fermenti lattici appropriati e mettendo sul ventre i cataplasmi di argilla fredda ogni notte..
In inverno riscaldare i cibi frullati fino al massimo di temperatura di 30 gradi, oppure utilizzare brodi naturali caldi, ad ogni pasto importante.
Per coloro che mangiano carne, pesce, a parte il consiglio di mangiarne il meno possibile, specie per la carne di animali terrestri, si consiglia di mangiare la loro carne CRUDA, meglio come carpacio“, facendo attenzione alla provenienza di detta carne, in modo da essere sicuri che non vi siano possibilita’ di mangiare carne che contenga i batteri della putrefazione.
Anche per il pesce fare attenzione alla provenienza, si consiglia l’utilizzo pesci piccoli di grandezza e non il consumo delle carni dei pesci grossi, perche’ sono piu’ contaminati da metalli tossici, dei pesci piccoli .

Ricordiamo che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano  la salute,  non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.

Il crudismo va inteso in senso tendenziale, come ben precisa Valdo Vaccaro (igienista):
Parlando di crudismo, ho sempre sostenuto che va inteso in senso tendenziale e non fanatico.
Il discorso poi degli amidi relativi allíinsalata, che hai letto da qualche parte, puÚ starci benissimo, visto che esistono diversi vegetali e diverse verdure amidacee, contenenti cioË amido, sostanza granulosa idrocarbonata di alto valore nutritivo e calorico.
Cereali, legumi, tuberi, patate e castagne, sono le prime cose che mi vengono in testa.
Ma anche le zucche, le melanzane, le zucchine, i peperoni, i carciofi e gli stessi cavoli, sono elencabili tra i vegetali ad alto tasso amidaceo. Il limone nellíinsalata Ë una questione controversa. Fa di sicuro meno male il limone dellíaceto.
Diciamo che le qualit‡ di un buon piatto di insalata verde, con dellíextravergine díoliva e con qualche goccia di aceto o di limone, non va assolutamente messa in discussione.
Trovo assurdo demonizzare i cereali. Quanto ai cereali, andiamoci piano nel demonizzarli.
Sono un ammiratore di Hilton Hotema e mi reputo tra i pi˘ convinti fruttariani al mondo, non solo a parole, ma con i fatti.
La lotta al cereale lanciata da Hotema negli USA aveva motivi e scopi ben precisi, in quanto si contrapponeva alla tendenza dellíagricoltura americana a produrre enormi quantitativi di mais destinati allíalimentazione animale.
Se si usa líaccorgimento di non cuocerli troppo, e di precederli da un buon piatto di insalata, offrono un ottimo nutrimento, senza acidificare troppo.  Sicuramente che il miglio Ë pi˘ leggero del farro e dellíorzo.
Qualche compromesso permette di evitare le crisi caloriche. Ma vanno bene tutti, nella versione integrale, e senza esagerare. Il mais tenero, cotto nel suo cartoccio, Ë eccezionale. Anche il pop-corn Ë fantastico.
Chiaro che, se uno vive in zona equatoriale o tropicale, ha la possibilit‡ di massimizzare líapporto in frutta, e di lasciare solo un piccolo ed insignificante margine ai cereali e alle loro farine integrali.
Ma vivendo in zone temperate, dove la stagione fredda prevale nettamente su quella calda, sarebbe grottesco e autolesionistico rinunciare alle magnifiche granaglie chiamate cereali.
Un riso integrale alle verdure, un piatto di farro o di orzo con le ortiche e il pungitopo, un buon panino con insalata e melanzana, spalmato di crema di olive, ma anche una pizzetta o della pasta integrale alle verdure, vanno tutti accettati come validi compromessi a coronamento della perfezione fruttariana, e non come insanabili trasgressioni.

La fermentazione dei carboidrati. Ribadisco qui alcuni concetti-chiave.
La fermentazione riguarda soprattutto i  carboidrati (zuccheri e amidi), sia naturali tipo frutta e verdura, che cotti (tipo dolci, pasta, pane, pizza). La fermentazione non Ë altro che la trasformazione degli zuccheri in alcol, come succede al succo díuva che diventa vino.
In pratica chi vive con la fermentazione costante nel proprio intestino, finisce per alcolizzarsi ed ubriacare il sistema senza nemmeno bere.
Ubriacarsi senza bere ? Sarebbe come eiaculare senza copula. Sarebbe davvero il massimo della sfiga, direbbe il mio amico William Gressani, per il quale ogni goccia di vino era una goccia divina.

Frutta e verdura fresche e vive sono i materiali pi˘ facili a fermentare
Per evitare la fermentazione, occorre che gli zuccheri non trovino sulla loro strada dei residui proteici che ne rallentino il percorso e ne modifichino la formula chimica.
Soprattutto la frutta, che viene assimilata e passa nel sangue in mezzíora, pretende un tubo gastrointestinale libero e pulito.
Questo riguarda tutta la frutta, ed in partcolare quella pi˘ facile alla marcescenza, come le angurie e i meloni, mentre mele, ananas e papaia sono pi˘ resistenti alla fermentazione, grazie ai loro enzimi antifermentanti.
Anche la verdura cruda tende a fermentare.
Frutta e verdure cotte non fermentano facilmente, visto che la cottura le ha private dei loro preziosi catalizzatori, devitalizzandole, rendendole dunque cibo pressocchË morto e non reattivo.

Eí la putrefazione la rovina numero uno
La differenza tra la degenerazione carbonica (fermentazione) e quella proteica (putrefazione) Ë enorme.
La fermentazione Ë soprattutto perdita di nutrimento. La putrefazione Ë avvelenamento vero e proprio.
Eí la putrefazione che appesantisce e viscosizza il sangue in modo micidiale.
Eí la putrefazione che produce líacido urico.
Eí la putrefazione líorigine di tutte le malattie dellíuomo.
Eí la putrefazione che intasacostipa ed avvelena, non certo le cosiddette infezioni batterico-virali.

Come preparare i pasti durante il giorno:
Di mattina presto, obbligatorio solo frutta od al limite solo un centrifugato di radici e tuberi, pi˘ sedani, pi˘ ananas e mela per addolcire.
Líimportanza dei cicli metabolici
Quasi nessuno ha familiarit‡ con i cicli metabolici, che hanno invece notevole importanza.
Dalle 4 am alle 12 cíË il ciclo eliminativo da rispettare con apporto di frutta acquosa.
Dalle 12 alle 20 cíË il ciclo appropriativo dei cibi anche solidi.
Dalle 20 alle 4 am cíË il ciclo assimilativo, dove tutti sono costretti a digiunare, mentre il corpo lavora in area intestinale, per cui servono finestre aperte o almeno non tappate nella camera da letto.

Diverse correzioni di rotta
La banana e le mandorle, se desiderate, vanno bene alle 10 e mezza, in alternativa alla crema di avena che spesso propongo coi semini pestellati, o al popcorn con le banane o i datteri o i fichi.
Il pranzo tutto sommato va bene, inserendo alla fine una manciata di pinoli, mandorle o noci.
A merenda via il the kukicha e il succo di mela, e restino solo le mele e le pere vere.
La cena non devíessere troppo diversa dal pranzo, se non nelle variate verdure crude, e nel piatto successivo di patate o zucche o cavolfiori o legumi o insalata cotta con l’acqua stessa del vegetale e in breve tempo, leggermente cotti.

Qualche dettaglio finale
Buttare via tutti i farmaci e non mettersi in condizioni di fame, che ti rendano vulnerabile alle tentazioni.
Buttare via anche la bilancia, e líossessione che hai per i chili di troppo.
La frutta in abbondanza non gonfia e soprattutto non ingrassa ma regola il peso.
Non cercare compensazioni domenicali sul cibo e sul dolce.
Acquisire qualche motivazione in pi˘ che ti leghi alla vita.
Evitare la banalit‡ di far dipendere la tua intera esistenza da un fattore peso che Ë risolvibile, nel tuo caso specifico, in quattro e quattríotto.

PROMEMORIA:
Mangiare principalmente e ad ogni pasto, FRUTTA VERDURA fresca e/o essicata (la piu’ varia possibile) + semi di qualsiasi tipo(pochi semi ogni giorno) + riso integrale o semi integrale, cotto (poco) + legumi cotti (pochi)  + ogni tanto (ogni 15 giorni, se lo si desidera) pesce crudo (quello a forma di pesce) + alghe cotte e/o crude essicate.
Fare 4 o 5 pasti al giorno, pulire l’intestino 1 volta alla settimana con un clistere, od assumere delle erbe emolienti 1 volta alla settimana.
Bere molta acqua la piu’ pura possibile, latte di riso, poco quello di soia, molti succhi di frutta cruda e fresca (di tutti i tipi a seconda del gusto e/o delle necessita’ di ognuno), spremuti a freddo o frullati.
Ogni tanto un pasto (ogni 15 giorni) come e di cosa  piace, ma con parsimonia.
Cosi’ starete sempre bene.

Esempio  per i pasti giornalieri:
Frutta alle 7, alle 9 e alle 11 (3 colazioni di frutta), pi˘ alle 16 e alle 18 (2 merende di frutta), verdure crude alternate al pranzo delle 13 e alla cena delle 19, dove la verdura deve essere il primo piatto, conditoa con olio extravergine crudo e qualche goccia di limone o di aceto e qualche minima presa di sale grezzo; il secondo consister‡ di patate, zucca, cavoli, tegoline, fagioli, oppure di cereali (riso)

Altri Consigli dellíIgienista:
1) Líacqua biologica strutturata (il succo fresco della frutta o i centrifugati di tuberi e radici, o la clorofilla viva delle foglie e dei germogli) sar‡ la prima sostanza da rincorrere, e dovr‡ essere massimizzata, puntando principalmente ai frutti di stagione.
2) La respirazione profonda e ritmata dovr‡ essere maniacalmente curata con la formula 1-4-2, implementata via via al 5-20-10 e oltre, a seconda della capacit‡ toracica, e sempre in abbinamento con camminate, saltelli e traspirazione. Il segreto del successo sta nellíorganizzare giornalmente un paio di sedute rieducative di 15 minuti cadauna, ed anche nellíespellere completamente líaria dai polmoni, verificando che, quando crediamo di averla mandata fuori tutta, ce níË ancora dellíaltra.
Fare in modo che líinspirazione avvenga a partire dal basso ventre (espandendo in fuori la pancia, inizialmente) e poi alzando il diaframma e portando líespansione polmonare verso líalto, al punto di alzare anche le scapole.
3) Il crudismo dovr‡ mantenersi sui massimi livelli, con ammissione di qualche occasionale compromesso (cereali integrali, panini integrali alle verdure crude pi˘ pinoli o noci, pizze vegane).
4) Fumo, the, caffË, cioccolato, alcol, dolciumi, carne, pesce, crostacei, cibi cotti, cibi concentrati, bevande gasate, cole, farmaci, vaccini, prodotti  omeopatici, tutto vietato.
5) Rispettare con cura i 3 cicli metabolici: ore 12-20, ciclo appropriato del mangiare, ore 20-4,
ciclo assimilativo, ore 4-12 ciclo eliminativo del mangiare acquoso e fruttariano, ideale per angurie e meloni, per agrumi, per centrifugati, tutti a coadiuvare con il momento disintossicante ed eliminativo giornaliero del corpo.

Lo schema nutrizionale completo
Colazione: ore 7 : anguria o melone il primo giorno, agrumi il secondo, centrifugati di carote-sedano-ananas il terzo.
ore 9 : pesche, nettarine, albicocche, uva, melograno, fichi díIndia
ore 11: crema di aveva pi˘ semini pestellati di lino-sesamo-girasole-ecc il primo giorno, e pop-corn con fichi o con datteri o con banane, per il secondo.

Pranzo ore 13: Primo piatto insalatina verde tipo radicchio, pi˘ crescione e rucole, pi˘ germogli vari e met‡ avocado (oppure pomodori e cetrioli, oppure cavoli e cipolle, oppure carciofi e finocchio díinverno, oppure tarassaco, oppure lattughe e rape, oppure valeriana e crescione), condito con extravergine e limone (o con succo fresco di ananas, o al limite con poco aceto balsamico), e accompagnato con pane integrale.
Secondo piatto: patate, cavolini di Bruxelles, cavolfiori, oppure zucchine, tegoline e dolci, oppure piselli, oppure funghi, oppure cereali integrali, oppure al limite pasta integrale con pomodori crudi, oppure pizzetta vegana, oppure minestra di verdure
cotte 16 minuti max).
Terzo piatto: manciata di mandorle, noci, pinoli, pistacchi, anacardi, Brasiliane, carrube.

Merenda: ore 16: mele, ananas, papaia o pera
ore 18: frutti di bosco, kiwi

Cena ore 19: Identica al pranzo, variando opportunamente i singoli componenti.
By Valdo Vaccaro ñ Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo

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L’Igienismo ed il crudismo danno fastidio a molta gente, ne siamo coscienti.
Lottare con l’insegnamento contro l’utilizzo di alimenti tanto propagandati dalle industrie che li producono DEPAUPERANDOLIdei fattori vitali, in TV, giornali, radio, libri, ecc. per NON mangiare: carne, pesce, latte,  uova di gallina, the, caffË, bibite gasate, chewing-gum e caramelle, gelati, marmellate, zucchero, sale, tabacco, vino ed alcolici, detergenti, acque minerali “pesanti, cioe’ contenenti minerali” ed a pH non adatto.
Lottare contro i farmaci e i vaccini, contro i trapianti, staminali, contro i finanziamenti folli al cancro e alle pestilenze inventate es.:Aids e delle varie influenze sars, aviaria, suina, ecc.

Lottare contro i cibi concentratiprecotti e da cuocere, venduti dei supermercati (che NON controllano la salubrita‘ o meno di cio’ che vendono), contro tutte le pratiche e i prodotti innaturali e consumistici che riempiono di spazzatura e di infelicit‡ i corpi viventi ed il pianeta Terra, non puÚ non comportare sentimenti di incredulit‡ e di contrasto.
Ma questa Ë la nostra UNICA via che percorriamo ogni giorno, qualche compromesso lo possiamo anche trovare, ma non sulle cose essenziali e fondamentali.

RICORDIAMO che l’alimentazione Crudista DEVE essere utilizzataquando si e’ malati, in modo TOTALE senza prodotti di derivazione animale e per un periodo di almeno 3 mesi.

Successivamente, ed a seconda dei casi, l’alimentazione crudista, puo’ essere integrata, con alimenti cotti al 20-30 %, se possibile e molto meglio senza carne.

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CIBI CRUDI e CIBI COTTI….grande differenza !
L’organismo vivente Ë molto sensibile a tutte le influenze nocive e reagisce contro di loro immediatamente. Lo vediamo quando facciamo un’analisi del nostro sangue durante semplici malattie infettive, quando sostanze estranee sono introdotte nel nostro sistema, ecc.. In tali casi il numero dei globuli bianchi cambia e il loro rapporto percentuale Ë alterato. Questa Ë una delle indicazioni di un processo patologico in corso nel nostro organismo.
Anche dopo ogni razione di cibo, si osserva un aumento generale dei globuli bianchi, e un cambiamento del loro rapporto percentuale.
Questo fenomeno Ë stato considerato, fino ad ora, fisiologico e si chiama leucocitosi digestiva. Usiamo, per il nostro cibo, alimenti crudi, prodotti alimentari alterati per mezzo di alte temperature e prodotti alimentari lavorati. Come fa, allora, ciascuno di questi alimenti preso separatamente ad agire sulla nostra formula ematica?

Troviamo che, dopo aver ingerito alimenti crudi, nÈ il numero di globuli bianchi, nÈ il loro rapporto percentuale Ë cambiato.
La semplice acqua potabile non bollita, acqua minerale, sale, diversi prodotti alimentari verdi, cereali, noci, miele, uova crude, carne cruda, pesce crudo, latte fresco, latte acido, burro – in altre parole, i prodotti alimentari nello stato in cui essi esistono in natura, appartengono al gruppo di quegli alimenti che non scatenano alcuna alterazione nella nostra formula ematica.

Dopo il consumo degli stessi alimenti naturali, alterati per mezzo di elevate temperature, troviamo che il numero complessivo dei globuli bianchi Ë cambiato, ma il loro rapporto percentuale Ë rimasto lo stesso.
Dopo il consumo di prodotti alimentari lavorati, non solo il numero di globuli bianchi Ë cambiato, ma anche il loro rapporto percentuale.
A questo gruppo appartengono zucchero, vino, cioccolato in tavolette, ecc.. Tutti i nostri esperimenti hanno dimostrato che non Ë la quantit‡ ma la qualit‡ del cibo che svolge un ruolo importante nella trasformazione della nostra formula ematica, e che 240 milligrammi o anche 50 milligrammi di prodotti alimentari producono la stessa reazione di grandi dosi degli stessi.
Gli esperimenti dimostrano anche che la reazione nel nostro sangue avviene nel momento in cui il cibo entra nello stomaco, mentre la preliminare masticazione del cibo in bocca, riduce questa reazione.

Abbiamo gi‡ detto che gli alimenti crudi, modificati mediante le alte temperature provocano solo un aumento del numero complessivo dei globuli bianchi.
Ma questo fenomeno si verifica solo quando tali alimenti sono riscaldati al punto di ebollizione o si verifica lo stesso fenomeno a
temperature pi˘ basse ?

Sembra che ogni alimento abbia la sua propria temperatura da non oltrepassare con il riscaldamento, altrimenti perde le sue virt˘ originali e scatena una reazione nell’organismo. La semplice acqua potabile, riscaldata per mezz’ora a una temperatura di 87 ∞C non cambia la composizione del sangue, ma questa stessa acqua, riscaldata a 88 ∞C, la modifica.
Abbiamo dato il nome di “temperatura critica” al pi˘ alto grado di temperatura al quale un determinato alimento, puÚ essere cucinato per una mezzora a bagno-maria (metodo di mettere una vaschetta di alimenti in un altro tegame contenente l’acqua per stabilizzare il calore da trasferire al cibo), e mangiato, senza cambiare la nostra formula ematica. Questa temperatura critica non Ë la stessa per tutti gli alimenti crudi.

Essa varia in un intervallo di dieci gradi. La pi˘ bassa temperatura critica per l’acqua Ë di 87∞C; per il latte Ë 88∞C; per i cereali, pomodori, cavoli e banane, 89∞C; per le pere, carne, 90∞C; per il burro, 91∞C; per le mele e arance, 92∞C; per le patate, 93∞C; per le carote, fragole, fichi, 97∞C. I nostri esperimenti dimostrano che Ë
possibile contrastare l’azione di un alimento, una volta che la sua temperatura critica Ë stata superata.
Esistono leggi rigorosamente definite per tutto questo, e la temperatura critica qui svolge un
ruolo primario. Infatti se un alimento cotto viene mangiato con lo stesso prodotto allo stato grezzo non c’Ë reazione.

Il prodotto crudo neutralizza l’azione che questo stesso prodotto cotto, per il quale Ë stata superata la sua temperatura critica, avrebbe scatenato. In altre parole, il prodotto crudo puÚ, per cosÏ dire, ristabilire le virt˘ del prodotto alterato da una temperatura elevata. Una ri-attivazione Ë possibile anche quando due alimenti diversi sono ingeriti, ma con una condizione: la loro temperatura critica deve essere la stessa, oppure la temperatura critica del prodotto crudo deve essere superiore alla temperatura critica di quello surriscaldato.

Se la temperatura critica di un alimento crudo Ë inferiore a quella dell’alimento surriscaldato, la reazione si scatener‡ sicuramente; in questo caso, anche l’aumento della quantit‡ degli alimenti crudi non aiuta.
Questa legge rimane la stessa anche quando il prodotto crudo viene mischiato con diversi altri surriscaldati dalla stessa temperatura critica. Se diversi alimenti cotti vengono ingeriti, ciascuno con una diversa temperatura critica, insieme a cibo crudo, la reazione avviene ugualmente, anche se l’alimento crudo ha una temperatura critica superiore a quella di alcuni degli alimenti cotti.

Ora passiamo al 3∞ gruppo di alimenti, come lo zucchero, vino, ecc., ottenuti da processi produttivi complessi, e che producono la doppia reazione nel nostro organismo. Questi prodotti possono essere consumati senza scatenare alcuna reazione, ma solo quando vengono introdotti nel nostro organismo congiuntamente con almeno due alimenti crudi di una diversa temperatura critica. Anche un solo prodotto grezzo ha un effetto benefico su questo 3∞ gruppo, e li priva di una delle loro propriet‡, cioË la capacit‡ di alterare il rapporto percentuale dei globuli bianchi.

Per quanto riguarda le proporzioni in cui gli alimenti crudi devono
essere aggiunti agli alimenti cotti, vi Ë un minimo non riducibile.
Per l’acqua, per esempio, Ë del 50%.

CONCLUSIONI:
Dopo pi˘ di 300 esperimenti su dieci individui di diversa et‡ e sesso, siamo giunti alle seguenti conclusioni:
L’aumento del numero di globuli bianchi e l’alterazione del loro rapporto percentuale che ha luogo dopo ogni pasto, e che Ë stato considerato finora come un fenomeno fisiologico, Ë, in realt‡, qualcosa di patologico. Esso Ë scatenato dall’introduzione nel sistema dei prodotti alimentari alterati per mezzo di alte temperature e da trattamenti complessi dei semplici prodotti della natura.

Dopo il consumo di prodotti alimentari freschi crudi, prodotti dalla natura, la nostra composizione ematica non cambia in alcun lasso di tempo, nÈ in conseguenza di qualsiasi combinazione.

Dopo il consumo dei prodotti alimentari naturali, ma modificati per mezzo di alte temperature, si manifesta un aumento del numero generale dei globuli bianchi, ma il loro rapporto percentuale rimane lo stesso.
Dopo il consumo di prodotti alimentari naturali alterati dai processi di produzione industriale, si manifesta un aumento del numero complessivo dei globuli bianchi, nonchÈ un cambiamento nel loro rapporto percentuale.

E’ stato dimostrato che Ë possibile ingerire, senza cambiare la composizione ematica, ogni genere di prodotti alimentari che Ë abitualmente consumata, ma solo seguendo questa regola: – devono essere ingeriti insieme agli alimenti crudi, secondo la formula descritta.
In un organismo sano, con il consumo di un alimento, non Ë possibile modificare il rapporto percentuale dei globuli bianchi, senza aumentare il loro numero complessivo.
Gli alimenti non sembrano avere alcuna influenza sulla eosinofilia transizionale e polimorfonucleare (variazione dei leucociti, ndt) ed il loro rapporto percentuale non Ë alterato.
Possiamo cambiare la nostra formula ematica nella direzione che desideriamo con la dieta opportuna.
L’esame del sangue puÚ essere significativo, come diagnosi, se Ë fatto a stomaco vuoto.
Alimento         Temperatura critica (∞C)

acqua potabile        88∞C
Latte                      88∞C
Cereali                   89∞C
Pomodori               89∞C
Cavolo                   89∞C
Banane                  89∞C
Burro                     91∞C
Mele                      92∞C
Arance                   92∞C
Patate                    93∞C
Carote                    97∞C
Fragole                   97∞C

Fonte: Fondazione Lee per la Ricerca Nutrizionale,  Milwaukee 1, Wisconsin.

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caffèUn’alternativa alla cosmesi tradizionale? Utilizziamo un prodotto “green” davvero sorprendente: i fondi del caffé.
Proprio così, i fondi di caffé non sono solo rifiuti organici da buttare nell’umido ma si prestano a molteplici utilizzi dal compostaggio alle creme anticellulite!

I fondi di caffé sono ottimi come fertilizzanti naturali perché sono ricchi di sostanze nutritive ma si può anche preparare un’ottimo esfoliante per la pelle. Basta applicarli sulla pelle umida mentre si fa la doccia e poi massaggiare energicamente e risciacquare bene.

Come impacco, rendono i capelli scuri più luminosi. Basta applicare il caffè avanzato sui capelli prima dell’ultimo risciacquo ed il risultato è davvero meraviglioso!

Aiutano a combattere la cellulite. Ecco una ricetta percombattere la cellulite con il caffé.

Ma i modi di impiego sono tantissimi e possono, senz’altro, contribuire a tenere pulito l’ambiente. Eccone alcuni esempi.

Si possono eliminare i cattivi odori, spargendo la polvere sul fondo del bidone della spazzatura così come nel frigo, se ci avete messo un cibo un pò puzzolente, una ciotolina con i fondi li spazzerà via.

Inoltre si possono tenere lontani formiche e altri animaletti, lasciando una “traccia” di caffé nei buchini dove si pensa che si annidino. Ne hanno paura perché “annegano” dentro la polvere finissima.

Per distogliere i gatti dall’orinare nei vasi di fiori, spolverizzare la terra con il caffé. Non ne sopportano l’odore pungente.

Come anti-macchia sono molto efficaci, basta cospargere il punto dove c’è lo sporco e strofinare. Se poi avete un bel mobile in legno scuro che si è graffiato, il fondo ridotto ad una pasta se mescolato ad una crema, servirà a coprire i segni.

Senza contare le virtù dei fondi di caffè per rendere più acido il terreno per le piante di tipo acidofilo (ideale come additivo per esempio per chi ha le rose sul balcone o in giardino).

Guarda la Gallery sulle applicazioni dei fondi di caffé!

Ma non finisce qui. Da alcune ricerche è emersa la possibilità di utilizzo per la produzione di un bio-combustibilee la possibilità di realizzare dispositivi per la rimozione dei metalli pesanti da acque contaminate.

Anche il design però vuol dire la sua: è il caso dell’olandese Matthijs Vogels, uno studente dell’Accademia di Design di Eindhoven, dai fondi di caffé ricava persino le tazzine ed i piattini (vedi immagine sotto). I piattini e le tazzine sono ovviamente compostabili.

Infine, l’azienda londinese Re-worked ha sperimentato un metodo per trasformare i fondi di caffé in oggetto di arredamento come tavoli e sedie. Il materiale ecologico, inventato dal gruppo di designer dell’azienda, si chiamaCurface, ottenuto mescolando al caffé la plastica riciclata.

Insomma, i fondi di caffé sono un materiale davvero eclettico e sono certa che, dopo avere letto queste poche righe su alcune sorprendenti modalità di riuso, non li vedrete più come rifiuto, ma come vera risorsa!

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Susanna Magistretti, da anni lei promuove corsi di giardinaggio a Milano nel suo centro “Attraverso il giardino”, uno dei pochissimi luoghi in città in cui si trattano temi di questo tipo, ed è una profonda conoscitrice del mondo verde, oltre a occuparsi anche di lavoro con i detenuti nella serra del carcere di Bollate.

Che cosa ne pensa del verde pubblico milanese, come lo trova?
“Diciamo bruttino, per non dire qualcosa di peggio”.

Che cosa intende per bruttino?
“Mi pare un verde totalmente privo di pensiero. Continuano a ripetere questa storia che a Milano c’è bisogno di più verde e poi il verde rimane una categoria astratta, mentre invece è qualcosa di molto concreto. Già il fatto che la quantità di verde sia sempre collegata alla quantità di metri quadri di cemento fa capire che non ci siamo, che si parte con il piede sbagliato”.

Può fare un esempio del verde che definisce “privo di pensiero”?

“Guardi, passavo l’altro giorno nel quartiere Qt8, e lì ci sono valangate di verde senza pensiero. Tra una serie di casermoni, dei pratoni con quattro alberi e due panchine, tantissimi spazi verdi totalmente privi di vita. Il verde non pensato è quello che viene messo lì senza essere finalizzato a qualche cosa, a parte i recinti per cani. Invece il verde pensato spinge le persone ad usarlo, diventa un posto dove le famigliole vanno volentieri a fare il pic-nic”.

E a Milano non esiste un parco così?

“C’è il Sempione, per esempio, e infatti lì dentro ci sono delle cose, c’è una biblioteca, è un parco vissuto come luogo di aggregazione. Mentre passavo per il Qt8 pensavo proprio “ma perché qui non si può fare un parco così?” L’amministrazione comunale dovrebbe andare a vedere le esperienze di verde pubblico a Parigi o in Inghilterra e imparare qualcosa da loro”.

Perché il verde ha sempre bisogno di una finalizzazione? Non può essere semplicemente fine a se stesso? 

“Se si fa uno spazio verde non è per riempire dei buchi, bisogna invece creare le condizioni per portare lì la gente, piano piano. L’ esperienza francese del “pollice verde” è molto interessante. Gruppi di cittadini che individuano un’area abbandonata e la gestiscono, facendola diventare un giardino di zona condiviso e autogestito, grazie ad un accordo con il Comune che fornisce acqua e recinzione. Zero vandalismi, zero problemi, tutto il quartiere che crea e condivide un giardino. Finalizzazione vuol dire mettere in atto un meccanismo di riappropriazione al di là della proprietà”.

Di ciò che si fa qui non salva nulla?
“Non c’è una cosa che uno vede e dice “ma guarda che carina!”. Prendiamo le rotonde: riempirle di piante non ha senso. Come le usi le rotonde? Semplicemente non le puoi usare. E allora, invece di metterci insensati fiorellini che cambi quattro volte l’anno, meglio usare i quattrini in un altro modo”.

Ma i fiori hanno anche una funzione estetica, non trova? Lei che cosa ci metterebbe, nelle rotonde?
“Un bell’albero, gigantesco, da non potare mai, che va da solo. Cambiare i fiorellini a ogni stagione è una soluzione di quint’o rdine, un modo per buttare dalla finestra il pubblico denaro. Quelle aiuolette le trovo disgustose, un dispendio di piante e di denaro poco rispettoso per i milioni di piante che si buttano via ogni anno. È una questione di civiltà. Costa meno, ed è più bello, un albero, magari con un cartellino, così la gente capisce che cosa sta guardando. Non tutti hanno la casa in campagna e certamente i milanesi hanno diritto ad avere spazi verdi veri, bucolici. Ma far passare una rotonda con quattro fiori per uno spazio verde, come nei conteggi dell’amministrazione comunale, è una presa per i fondelli”.

È Susanna Magistretti la vincitrice dell’edizione 2011 del Premio San Martino, il riconoscimento che la Provincia di Parma assegna ogni anno a persone che si sono distinte per la tutela e la valorizzazione della biodiversità. Dopo Libereso Guglielmi, Carlo Petrini e Vandana Shiva, la scelta della Provincia è dunque caduta sulla “maestra giardiniera di Bollate”, fondatrice e presidente di una cooperativa in cui giardinieri liberi e detenuti lavorano insieme in carcere coordinati da lei e da altri esperti; duplice l’obiettivo: da un lato costruire un vivaio di piante erbacee e arbusti con essenze rare e antiche (un vivaio che si autosostenti anche economicamente, che sia cioè anche un’attività economica), e dall’altro svolgere la funzione di “recupero sociale” dei detenuti fornendo loro una professionalità da spendere in ambito agricolo e florovivaistico.
Susanna Magistretti riceverà il Premio San Martino sabato 12 novembre all’Auditorium del Carmine (via Duse, 1) dalle mani del vice presidente della Provincia Pier Luigi Ferrari. Lo farà nel corso di una mattinata interamente dedicata alla biodiversità, nella quale converserà davanti al pubblico presente con il giornalista Massimo Cirri, conduttore di Caterpillar di Radio 2 (trasmissione che promuove da sempre iniziative legate alla tutela ambientale) sul tema “La passione etica della biodiversità”.
Con loro ci saranno anche gli agricoltori e allevatori custodi di Parma, impegnati a recuperare, con il sostegno della Provincia, l’infinita varietà di frutti, animali e vegetali di cui il Parmense era ricco. I rappresentanti dell’Associazione Agricoltori e allevatori custodi consegneranno a Susanna Magistretti i semi della biodiversità parmense.
La mattinata prenderà il via alle 10 con i saluti dell’assessore alle Pari opportunità della Provincia di Parma Marcella Saccani. Alle 10,30 la consegna del premio a Susanna Magistretti. Alle 11 la conversazione di Susanna Magistretti e Massimo Cirri. L’appuntamento si concluderà alle 12 con la proiezione del video “Viaggio nella biodiversità parmense”, curato dalla Provincia.

Susanna Magistretti
Laureata in Storia Moderna nel 1976, Susanna Magistretti nel 1990 lascia il mestiere di pubblicitaria per fare quello di giardiniera, insegnando pratica del giardinaggio: la passione per il “suo giardino” la porta a sperimentare e conoscere situazioni nuove, anche a livello internazionale, in materia di biodiversità agraria e ornamentale, e lavorando sul campo si forma ad una cultura che le cambierà la vita.
Nel 1999 fonda l’Associazione “Attraverso il giardino”, che si occupa di divulgazione nel settore del giardinaggio. Collabora con numerose riviste specializzate del settore e dal 2002 si dedica alla formazione in carcere, prima a San Vittore, poi a Bollate, dove lavora tuttora.
Nel 2007 avvia la cooperativa sociale “Cascina Bollate”, della quale è presidente; qui giardinieri liberi e detenuti lavorano insieme con l’obiettivo di costruire un vivaio di piante erbacee perenni e soprattutto formare veri esperti giardinieri e non solo semplici esecutori.
Inoltre, nell’area esterna del carcere, viene messo in opera un giardino didattico, dove è possibile mettere in pratica gli insegnamenti teorici appresi nei corsi.
Il lavoro della “Cascina” in questi anni ha portato ad un “capitale” di piante rare, in via di estinzione e antiche che si aggira intorno alle 70mila unità, oltre ad essere diventato un centro di riferimento per formazione e divulgazione su queste tematiche. In tutto ciò Susanna Magistretti ha mostrato come la salvaguardia della biodiversità possa essere anche un momento di rinascita sociale.

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La maggior parte di noi si affida per curare malattie, da quelle meno gravi a quelle più serie, alla medicina tradizionale basate sull’impiego di farmaci ignorando che ci sono disturbi che possono essere affrontati in modo del tutto naturale. Una di questi metodi naturali è la riflessologia. Essa è una terapia di origine orientale – cinese, indiana e vietnamita – che si basa sul principio della corrispondenza, attraverso le fitte terminazioni nervose, tra zone cutanee esterne del corpo umano con gli organi interni.

Attraverso la stimolazione manuale di queste parti esterne si ottengono effetti sull’organo corrispondente il che significa che in presenza di disturbi e malattie a carico di un organo interno si può intervenire a migliorare la situazione lavorando sul corrispondente punto esterno. Non è ancora del tutto chiaro come funzioni la riflessologia, ma di fatto avviene uno scambio di energie tra le parti del corpo interessate.

Il metodo di riflessologia più conosciuto e praticato è quella del piede, ma esistono anche la riflessologia della mano, del viso e dell’orecchio. La riflessologia si basa sul principio che piede, mano, orecchio e viso rappresentano una mappa del corpo umano, ogni punto ha una correlazione con un organo, un apparato o un’articolazione.

Essa si mette in pratica attraverso piccoli massaggi, pressioni da eseguire con le dita e piccoli movimenti rotatori in senso orario e antiorario.

E’ sicuramente buona pratica imparare a utilizzare la riflessologia, quindi imparare a conoscere le mappe del corpo umano e i metodi di massaggio, sia come strumento preventivo, sia come metodo di pronto intervento fai-da-te per disturbi minori come mal di testa, mal di schiena, dolori mestruali, per vincere l’insonnia e lo stress.

La riflessologia del viso, o riflessologia facciale, deriva dalla medicina tradizionale vietnamita e si chiama Dien’ Cham‘. Essa parte dal presupposto che sul volto, se osservato con attenzione, si raffigura la sagoma di un corpo umano in piedi, con le braccia aperte e distese sulle arcate sopraccigliari, il busto che coincide con il naso e le gambe flesse che si stendono tra naso e bocca.

Esiste, quindi, una corrispondenza tra viso e corpo, vale a dire che bocca, mento e mandibola corrispondono a gambe, intestino, reni e apparato riproduttivo, il naso e gli zigomi a stomaco, fegato, pancreas, polmoni e spina dorsale, la fronte coincide con con la gola e con il cervello. In totale esistono sessanta punti del viso che coincidono con parti del corpo umano in una simmetria completa, per cui la parte destra del viso corrisponde alla parte destra del corpo, altrettanto per la sinistra.

Con gesti semplici da eseguire sul viso si possono risolvere disturbi come mal di testa, stress nervosi, dolori mestruali, disturbi digestivi. Basta piegare il dito indice e con la nocca eseguire piccole pressioni. In alternativa si può utilizzare anche una penna a sfera dal lato opposto a quello della punta. La leggera pressione eseguita innesca l’energia che attraverso i centri nervosi passa dal punto del viso all’organo interno e mette in motoserotonina ed endorfine. Per  rimediare al mal di testa dobbiamo agire sulla fronte, appena al di sopra delle sopracciglia, eseguendo delle lievi pressioni sui punti di un’ipotetica linea orizzontale, successivamente si eseguono dei piccoli massaggi in senso orario.

Per distendere le tensioni occorre agire sulla parte alta del naso corrispondente all’attaccatura della zona sopraccigliare, per ritrovare la concentrazione sulle due sporgenze della fronte, per alleviare i dolori mestruali su due punti al di sopra del labbro superiore, esattamente nella zona intermedia tra labbro e naso, per i disturbi digestivi sui punti che si trovano ai lati delle narici del naso.

La riflessologia dell’orecchio, o auricoloterapia, anch’essa di origine cinese è frutto dell’applicazione all’orecchio delle tecniche dell’agopuntura. L’auricoloterapia è estremamente utile perché può essere utilizzata come metodo di pronto intervento e risolvere dolori acuti, oppure come trattamento di dolori cronici e infine come terapia contro le dipendenze da alcol, droga, cibo e fumo.

Nell’auricoloterapia i punti di corrispondenza si trovano sull’orecchio esterno, il lobo corrisponde al cervello, la parte più interna alla bocca, nella zona intermedia sono collocati punti di corrispondenza con gli organi riproduttivi, nella parte superiore quelli con il sistema nervoso. Osservando l’orecchio esternamente gli antichi cinesi vi vedevano un feto rovesciato (la testa coincidente con il lobo e gli organi interno coincidenti con  la parte centrale del padiglione auricolare).

L’auricoloterapia è più delicata da eseguirsi rispetto agli altri tipi di riflessologia, essa va praticata da mani esperte se si vuole agire in modo profondo su distrubi cronici (artrosi, artriti) o acuti (mal di denti, nevralgie, dolori alla sciatica) e sulle dipendenze perchè l’auricoloterapia come l’agopuntura, prevede l’applicazione di piccolissimi aghi fissati ai punti interessati con dei cerotti. Comuque è possibile  imparare a eseguire massaggi e pressioni per conto proprio, per esempio per vincere la stanchezza massaggiando il lobo di entrambe le orecchie con pollice e indice, per l’insonnia agendo sul subcortex che è il punto sporgente tra conca e lobo.

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dentifricio

Dentifricio in polvere? Si, perchè chi l’ha detto che il dentifricio debba essere per forza una pasta racchiusa in quei tubetti che tra l’altro nessuno sa se e come riciclare? Il dentifricio in polvere è una scoperta che potenzialmente riserva tanti vantaggi.

Ma ora vediamo come farsi il dentifricio in polvere in casa, con ingredienti naturali.

– Essiccare in un luogo asciutto e ombroso, non al sole, una manciata di foglie di salvia e timo e poi sbriciolarle una volta secche;
– Mescolare in un barattolino di vetro, usando un cucchiaino in legno, tre quarti di argilla bianca o caolino e un quarto delle briciole di foglie di salvia e timo di cui al punto precedente;
– Infine, aggiungere all’impasto qualche goccia di olio essenziale di menta, che oltre ad essere rinfrescante, ha anche un’azione antisettica;
– Dopo avere rimescolato bene il tutto, viene suggerito di aggiungere anche qualche chiodo di garofano, che favorisce la conservazione dell’impasto.

Utilizzo:
Attenzione, non intingete lo spazzolino bagnato nell’impasto. Va invece usato un cucchiaino di legno asciutto per prelevare una piccola quantità dell’impasto e stenderla sullo spazzolino.

Durata:
Un vasetto di dentifricio fai da te in polvere può durare per mesi, più di un dentifricio in tubetto che sia stato aperto.

Buon dentifricio in polvere a tutti quanti vogliano cimentarsi con questa interessante esperienza!

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Lo shampoo naturale fai da te può essere un’esperienza che diverte ed arricchisce, oltre a rappresentare la

pratica più sostenibile in assoluto per quanto riguarda la cura dei capelli.

Vediamo dunque un paio di ricette, facili ed alla portata di tutti, di shampoo ecosostenibile fai-da-te.

1. Shampoo a base di farina di ceci: si basa sul potere “pulente” della farina di ceci, perché assorbe il grasso. Si basa sul principio assorbente dell’olio sui tessuti, che può essere velocemente smacchiato con il talco. Lo stesso con i capelli: la farina ha un ottimo potere assorbente per cui ingloba il grasso dei capelli ed una volta risciacquati, li rende puliti.

Ingredienti:
– un cucchiaio abbondante di farina di ceci
– 250 ml di acqua tiepida
– due cucchiai di aceto
– un flacone vuoto e pulito di shampoo

Preparazione e utilizzo:
Non dovete fare altro che inserire con un imbuto la farina di ceci all’interno del flacone, aggiungendo poi nell’ordine l’acqua e l’aceto.
Agitate energicamente il flacone, in modo che si mescoli bene il contenuto e usate a piccole dosi su tutto il cuoio capelluto, risciacquando infine abbondantemente.

2. Shampoo a base di polvere d’argilla: i benefici arrivano dalle proprietà purificanti e riequilibranti dell’argilla bianca che opacizza i capelli grassi e li “asciuga” del sebo in eccesso.

Ingredienti:
– quattro cucchiai di polvere di argilla bianca
– due gocce di olio essenziale di limone
– mezzo bicchiere di acqua tiepida

Preparazione e utilizzo:
Mettete in una terrina gli ingredienti di cui sopra e mescolate energicamente. Si tratta di uno shampoo pronto all’uso, da usare immediatamente.
Risciacquate abbondantemente dopo l’uso con acqua leggermente profumata dal vostro olio essenziale preferito.

Va comunque ricordato che, se non ve la sentite di cimentarvi con lo shampoo biologico fatto in casa, esistono comunque diverse alternative migliori dal punto di vista della sostenibilità rispetto allo shampoo di marca di largo consumo che solitamente acquistiamo: gli shampoo dal commercio equo-solidale, gli shampoo biologici, quelli compatti, sfusi e a saponetta.
Tante alternative, tutte da scoprire, che faranno bene all’ambiente oltre che ai vostri capelli.

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Da anni la lacca per capelli è al centro di accesi dibattiti riguardo alla sua nocività per la salute umana e l’ambiente. In effetti, questo prodotto è solitamente composto da resine polimeriche, solventi, gas, plastificanti, profumi e siliconi. Per questo motivo, il suo utilizzo è temuto maggiormente da determinate categorie di persone, come le donne in stato di gravidanza.

Sembra, infatti, che le donne esposte durante la gravidanza alle sostanze contenute nella lacca spray, abbiano maggiori possibilità di concepire neonati con malformazioni genetiche. Secondo gli studi condotti dall’Imperial College di Londra, la lacca causerebbe un aumento di casi di ipospadia, ovvero un difetto genetico dell’apparato genitale maschile.

Le sostanze dannose e accusate di danneggiare il feto sarebbero gli ftalati. Gli scienziati, però, non se la sentono di lanciare un “allarme lacca”, in quanto sarebbe prematuro annunciare scientificamente che è questa la causa della patologia.

Intanto, molti parrucchieri non utilizzano più questo prodotto ma lavorano con altri modellanti, i quali non sono più causa di irritazioniallergie e dermatiti da contatto. Un buon consiglio sarebbe quello di fare a meno di questo spray e andare alla ricerca di alternative meno nocive per il nostro pianeta e la nostra preziosa salute.

Un ottimo consiglio, invece, è quello di cimentarsi con il fai-da-te e provare a produrre in casa la lacca per capelli. Sicuramente, ne gioveranno l’ambiente e le nostre tasche. La ricetta è molto semplice e, secondo il tipo di capello su cui utilizzare lo spray, vi serviranno pochi semplici ingredienti.

Lacca indicata per Capelli tendenti al grasso:
• 1 limone
• 150 ml d’acqua distillata
• 5 grammi di fruttosio (o zucchero semolato)
• 2 gocce di olio essenziale di arancio amaro

Lacca indicata per Capelli tendenti al secco:
• 1 arancia
• 150 ml d’acqua distillata
• 5 grammi di fruttosio (o zucchero semolato)
• 2 gocce di olio essenziale di arancio amaro

Iniziate con sbucciare l’agrume prescelto: conservate la scorza, che vi servirà in seguito, e spremete il frutto. Versate il succo e l’acqua in una casseruola e fate bollire per circa 1 minuto. Versate il composto in un contenitore,aggiungete una scorza di arancia o limone e fate riposare in frigorifero da 5 a 7 giorni. Trascorso il tempo, versate la soluzione in uno spruzzino, agitate bene e vaporizzate sui capelli. Ricordate di agitare sempre il flacone prima dell’uso per rimettere in circolo eventuali residui.

Fateci sapere la vostra esperienza, noi ci siamo innamorate del delizioso profumo dopo l’utilizzo!

L’autoproduzione di creme e altri cosmetici rappresenta una soluzione concretamente realizzabile, meno cara dell’acquisto di prodotti industriali, divertente ed appagante in termini di eco-coscienza. Cerchiamo quindi di proteggere la nostra salute e di vivere l’ambiente partendo dall’ecologia del nostro corpo.

Insomma, avete davvero l’imbarazzo della scelta, basta solo cominciare!

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