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30 Novembre – 1-2-3 Dicembre 2017 Giulianova Alta
 
Un corso verso l’anima dentro al vostro flauto
 
Il corso per flauto, infatti, è stata pensato in modo che possiate entrare nella vostra anima sonora e volgere lo sguardo tutto attorno, e sentirsi avvolta in un’atmosfera dalla forte carica musicale e spirituale. Volutamente il flauto non ha volto in quanto ognuno vi si possa identificare, perché le emozioni che la musica trasmette variano in ogni persona che si mette in ascolto. “L’anima della musica” non rappresenta dunque il flauto, ma quelle composizioni musicali che, anche attraverso gli strumenti dei grandi maestri, sono state poi create, pronte per voi che le eseguirete…
15 Settembre ore 21.00 Induno Olona, Chiesa della Madonna di San Bernardino (Varese)
 
“Johann Sebastian Bach… il flauto un piccolo organo portatile”…
 
Claudio Ferrarini flauto – Luigi Fontana cembalo
 
Il ciclo completo delle sonate per flauto traverso e cembalo
 
Sonate in g-Moll (bwv 1020)
Sonate in h-Moll (bwv 1030)
Sonate in Es-Dur (bwv 1031)
Sonate in A-Dur (bwv 1032)
Sonate in C-Dur (bwv 1033)
Sonate in e-Moll (bwv 1034)
Sonate in E-Dur (bwv 1035)
 
Il flauto traverso, fu uno degli strumenti prediletti dal Settecento lo testimonia il ciclo delle 7 sonate di J.S.Bach. Realizzate negli anni di Köthen – la città della Turingia dove Bach risiedette dal 1717 al 1723 e dove videro la luce alcuni dei suoi maggiori capolavori strumentali, tra cui i “Concerti Brandeburghesi” e le Suites per violoncello – le opere bachiane per flauto rappresentano per varietà di concezione, ricchezza di soluzioni, splendore formale, un punto di riferimento obbligato nella pur vastissima letteratura flautistica del XVIII secolo.
 
Eseguire in unica sera tutte le sonate di Bach è un esercizio di meditazione, di concentrazione sulla poetica di questo grande genio, in un unica serata “Libero la vita che è dentro agli spartiti…”La musica non ha nazionalità, è di tutti quelli che lo sanno ascoltare, e ascoltare Bach ci libera la mente e innalza la nostra anima al cielo infinito….

 

Se volte ritrovarlo attraverso il nostro cuore
“Amarcord… Rota la magia degli affetti speciali”

• 9 Settembre, Castello di Colloredo di Monte Albano (UD) ore 20:45 Claudio Ferrarini flauto Emanuela Battigelli arpa
serata con solo musiche del magico NINO ROTA….vi aspettiam….
#FestivalBieleStele
https://youtu.be/htqPlZCaOWw

Vi racconteremo che…..
Rota era un bambino prodigio, a quattro anni suonava già il pianoforte e possedeva già quelle qualità che lo avrebbero contraddistinto per tutta la vita e che gli avrebbero permesso di compiere lavori straordinari: un raffinatissimo istinto3 e una geniale intuizione. Egli si divertiva a suonare e a comporre, e il suo talento era emerso fin dalle prime improvvisazioni in cui si scorgeva il suo immenso estro creativo4. Rota era immerso fin da piccolo in un ricco ambiente musicale e la sua casa era da sempre frequentata da artisti quali Ildebrando Pizzetti, Alfredo Casella e Arturo Toscanini, quindi la musica era una realtà quotidiana e familiare. Per Rota la musica era un divertimento, un gioco ed egli aveva sempre un approccio ludico e istintivo a essa: egli componeva e improvvisava in maniera sempre libera e non intrappolata in schemi rigidi, le sue musiche erano sempre evocative e facevano venire in mente allo spettatore delle immagini6. Sulla sua genialità la mamma di Rota sosteneva:

A otto anni, Nino improvvisava al piano e armonizzava naturalmente, quasi i tasti si presentassero sotto le sue dita tutti intonati e giusti. […] Il mondo dei suoni lo incantava senza meraviglia. Ci cresceva in mezzo ed era la condizione naturale del suo vivere. Non sentiva che musica in casa…

                        

 

 

Venerdì 1 Settembre ore 17.30 organizzato in collaborazione al Comune di Salsomaggiore Terme, con contributo della Provincia e Regione Emilia Romagna. “Stravinskij – Rachmaninoff la musica che non piace a Putin” un programma all’insegna della Russia dopo lo Zar nel nuovo appuntamento del Slowflute Festival al Salone Moresco di Salsomaggiore Terme, la sala creata in forma sferica per sentire il suono stero fonico, prima ed unico esempio in Europa.

A distanza di due settimane dal Festival, Claudio Ferrarini flautista torna a Salsomaggiore Terme, dove è direttore artistico, con un concerto da non perdere che inanella due celeberrimi pezzi della musica russa e non solo spaziando fra Stravinskij neoclassico con la rivisitazione del Pulcinella Suite tratto da Pergolesi e Vivaldi, alla formidabile e nostalgica Sonata op.19 per violoncello e piano di Rachmaninoff, nella trascrizione per flauto dallo stesso Claudio Ferrarini, proposta in prima esecuzione mondiale. Ciascuno dei brani in programma però vale la serata: cuore del programma è la Sonata op.19; la musica di Rachmaninoff diventata famosissima come colonna sonora di Shine, e quella Stravinskij la Sagra della Primavera nel film Fantasia di Walt Disney. Inoltre tutti e due i compositori a loro modo, sono artisti che hanno costruito il loro successo in esilio, e questo aspetto biografico si percepisce, a tratti, nella musica intensamente nostalgica. Ad accompagnare il flauto d’oro di Claudio Ferrarini, la pianista giapponese Aki Kuroda considerata dalla stampa specializzata tra i tre più grandi pianisti principali del Giappone, insomma un debutto da non lasciarsi scappare. Ingresso libero a offerta libera per Save the Children.

Aki Kuroda pianoforte

Terminati gli studi di pianoforte presso la Tokyo National University of Fine Arts.  Vincitrice di numerosi premi in ambito nazionale e internazionale (French Music Competition, Premio Speciale per l’Esecuzione del Repertorio Contemporaneo al Contemporary Piano Music Competition in Spagna, Contemporary Music Competition della Japan Society for Contemporary Music) ha preso parte a importanti rassegne tra i quali ISCM World New Music Days, Suntory Summer Festival ecc., realizzando numerose prime esecuzioni. Oltre all’attività di pianista, compone musica per trasmissioni e spot pubblicitari televisivi curandone la trascrizione. Kuroda collabora attualmente con illustri musicisti tra cui Giorgio Bernasconi (direttore d’orchestra), Alessandro Carbonare(cl.), Elena Casoli (chit.), Ole Edvard Antonsen (tr.), “Quartetto Prometeo” . Ha rivolto particolare attenzione ai lavori di Piazzolla, a cui sono dedicati i suoi primi album da solista (Japan Victor). Kuroda è apprezzata non solo come pianista di musica classica e contemporanea, ma anche come interprete di tango e jazz., e ha inoltre ottenuto grande consenso in tutto il mondo per la sua registrazione di musica per videogiochi “FINAL FANTASY X. XIII, Piano Collection”. Nel 2004 ha pubblicato l’album “Tarkus & Pictures at an Exhibition”, dedicato ai lavori di Keith Emerson. Nel 2008, nell’ambito del festival Spazio Musica di Cagliari, ha eseguito la nuova composizione di Sylvano Bussotti, “La Tastiera Poetica”. Aki Kuroda ha ottenuto delle reputazioni piuttosto stimate ricevendo 5 stelle dalla BBC Music Magazine anche dagli altri  per il disco uscito dalla casa discografica Ordradek che s’intitola “Firebird” nel 2014. Membro della commissione dell’Associazione Nazionale Giapponese dei docenti di Pianoforte “PTNA”

Ha una discografia di 170 titoli e segue la filosofia del tao. È animalista (chiedetelo al suo gatto) e con la sua nuova 124 Spider vuole portare Brahms in pista.

È Claudio Ferrarini, icona del flauto italiano e tra i pochi flautisti al mondo a chiamare per nome i propri strumenti, il “Bach” e il “Paganini”, rispettivamente il primo flauto in platino e l’ultimo in oro del grande costruttore Joh. Hammig di Lahr Baden-Württemberg (D).

Un abbinamento perfetto dove suono, virtuosismo e narrazione creano un mix decisamente sopra le righe (o del pentagramma, se preferite): Ferrarini è atteso dal pubblico delle sue tournées mondiali (che lo segue con oltre mezzo milione di followers su twitter e 82.500 twitters fatti) e apprezzato dalla critica con i toni entusiastici di USA Today («Oltre a suonare con trasporto e scandito virtuosismo… ci trasporta in una vera estasi al cuore e all’anima»), dell’American Record Guide («…suono formidabile e la tecnica notevole»), e La Repubblica («con Claudio Ferrarini è protagonista il virtuosismo assoluto, la freschezza del suono con una sensibile inclinazione al bel canto»).

Claudio Ferrarini è nato a Zurigo da genitori italiani, cresciuto in una famiglia dai variegati interessi culturali, che tuttavia non annovera musicisti di professione tra i suoi membri, ha manifestato spiccate doti musicali fin dalla prima infanzia.

Titolare della cattedra di flauto solista presso il Conservatorio di Musica di Parma, la maggior istituzione musicale della città, terra dalle cui nebbie e passioni teatrali ha assorbito tratti un po’ speciali, sanguigni, sia nella voce del flauto sia nell’impegno per la lotta contro ogni forma di barriera architettonica e il suo impegno civile lo ha visto anche assessore alla cultura del comune di residenza Sala Baganza (Pr).

Con impegno tao (la tecnica del pa tuan chin applicata al flauto gli permette di sperimentare nuove vie espressive) Ferrarini tiene masterclass da oriente a occidente ed il suo repertorio discografico per flauto è, attualmente, tra i più vasti (un totale di 13.260 minuti di musica, ovvero 10 giorni di ascolto ininterrotto…).

È tra i flautisti europei più rappresentati su iTunes dove l’ampia offerta di album rispecchia l’intensa attività di riscoperta del repertorio flautistico, dal barocco al contemporaneo, con frequenti tappe sonore legate al fecondo universo della trasposizione, non trascurando il pop, la musica da film e il Jazz. Di questo ha sempre reso partecipe il pubblico dei propri concerti, instaurando con gli ascoltatori un rapporto di cordiale partecipazione umana, oltre che culturale, in tutte le sedi concertistiche dove hanno luogo le sue performances.

Allievo di giganti del flauto, da Moyse a Gazzelloni, da Nicolet a Klemm sino a Schulz studia però assieme al suo gatto, col quale sogna, in un futuro prossimo, di veder meno ogni crudeltà contro gli animali. Pur amando il fruscio degli antichi manoscritti (sui quali studia quotidianamente) Claudio Ferrarini ha abbandonato lo spartito tradizionale in favore di un più “ecologico” tablet: la tecnologia viene in aiuto e consente di non abbandonare mai il pentagramma ovvero gestualità e concentrazione sono totalmente dedicate alla musica. A tal fine ha svolto scrupolose ricerche filologiche, animate da quello spirito critico e da quella curiositas che da sempre accompagnano la sua attività d’interprete.

L’amore per Paganini è una specie di karma: perché se è vero che il funambolico violinista studiava il flauto per imitarne il canto, Ferrarini canta con il flauto il diabolico virtuoso.

Appassionato di motori, quando guida la sua 124 Spider è di una lentezza esasperante, prudenza sulla strada che vorrebbe testimoniare sulle più importanti piste d’autodromo d’Europa, a 90 Km/h – con la cappotta abbassata, il braccio appoggiato alla portiera e lo stereo a tutto volume che suona la sua ultima incisione delle Sonate di Brahms per flauto e pianoforte. Dal 2016 Claudio Ferrarini incide in esclusiva mondiale CD e DVD con Limen Music, con le collane “Il Flauto Di traverso”, “Breathless” e “FluteLand”.

 

                                    

 

 Tra gli affreschi del Galileo Chini del Salone Moresco a Salsomaggiore Terme, dove “ognuno ha una favola dentro, che non riesce a leggere da solo. Ha bisogno di qualcuno che, con la meraviglia e l’incanto dei suoni, la legga e gliela racconti…”

 Terzo appuntamento dedicato alle descrizioni musicali allo SlowFlute Festival, Venerdi 25 agosto, ore 17.30, presso il Salone Moresco di Palazzo dei Congressi a Salaomaggiore Terme. Sarà il concerto “Quadri in Esposizione”, con il Duo Pianistico Nicora-Baroffio, che si esibirà in un programma dedicato agli affreschi musicali, ispirati all’arte pittorica, che culminerà nei celebri Quadri di un’Esposizione di Musorgskij, per proseguire in questo viaggio musicale con la Holberg suite del pianista e compositore norvegese E. Grieg, con la meravigliosa Petite suite del francese C. Debussy. Il duo pianistico, formato da Chiara Nicora e Ferdinando Baroffio, è attivo dal 1992 ed ha tenuto concerti in Italia e all’estero con il consenso di pubblico e di critica. Entrambi gli artisti hanno all’attivo un’intensa carriera solistica e in formazioni da camera, che li ha visti impegnati in collaborazioni con i più prestigiosi Enti in Italia e all’estero: Orchestra Barocca di Bergamo, Milano Classica, Orchestra Guido Cantelli, Gioventù Musicale, Musica Rara, Incontri col Maestro, Asolo musica, La Biennale di Venezia

CHIARA NICORA Dopo aver studiato con la prof. G. Li Bassi, si diploma in pianoforte presso il Conservatorio di Firenze conseguendo il massimo dei voti. In seguito studia con S. Perticaroli, A.Lonquich, L. Romanini e M. Mika. Nel 1993 si diploma in clavicembalo sotto la guida di Laura Alvini presso il Conservatorio “G.Verdi” di Torino e frequenta corsi e seminari di fortepiano, cembalo e musica da camera tenuti da C. Banchini, R. Gini, M. Henry, C. Chiarappa ed E. Fadini. Svolge attività concertistica sia come pianista che come cembalista collaborando con vari gruppi e orchestre da camera quali il Trio Benedetto Marcello, l’Orchestra Barocca di Bergamo, Milano Classica, l’Orchestra Guido Cantelli, il Coro e Orchestra Ars Cantus, Il Viaggio Musicale, I Solisti di Pavia, l’Ensemble concertante d’archi della Scala, l’Orchestra Verdi, I Pomeriggi Musicali, con cui ha suonato in varie città italiane ed estere anche in qualità di solista. Ha collaborato con E. Dindo, P. Borgonovo, F. De Angelis, F. Biondi, O. Dantone, C. Chiarappa, M. Fornaciari, M. Mecelli, B. Cavallo e ha suonato in duo con L. Alvini. Ha inciso per le case discografiche Bongiovanni, Map e Frame suonando su strumenti originali. In duo con Alessandra Molinari è risultata vincitrice della borsa di studio indetta dalla Fondazione Cini di Venezia all’interno del Corso di perfezionamento dedicato alla romanza da camera nell’età di Bellini. Si è laureata in discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo (DAMS) presso l’Università di Bologna conseguendo il massimo dei voti e la lode. Si è diplomata in Musicoterapia presso “la Cittadella” di Assisi e svolge un’intensa attività didattica e come collaboratrice pianistica. Ha conseguito il diploma accademico di II livello in discipline musicali presso il Conservatorio di Milano. E’ docente presso Conservatorio di Sassari e presso il Civico Liceo Musicale di Varese. Ha recentemente pubblicato il libro “Angeli musicanti. Itinerario musicale negli affreschi delle chiese di Varese e delle cappelle del S. Monte” ed. Benzoni.

FERDINANDO BAROFFIO intraprende lo studio del pianoforte all’età di otto anni e si diploma, sotto la guida di Lina Bodini Mazza, al Conservatorio “G.Verdi” di Milano. In seguito partecipa al corso di perfezionamento triennale dell’Accademia “G.Marziali” di Sevesotenuto da Bruno Canino e collabora alle classi di musica da camera di M. Sirbù, C. Chiarappa, D.Shafran e di G.Cambursano. Nel 1993 segue la Maisterklasse di pianoforte al Conservatorio di Berna e partecipa ad un corso di perfezionamento tenuto da Pier Narciso Masi.Classificato ai primi posti in numerosi concorsi nazionali ed internazionali svolge attività concertistica in Italia e all’estero suonando, sia come solista che in formazioni cameristiche, per prestigiose Associazioni Musicali (G.O.G., Gioventù Musicale, Musica Rara, Incontri col Maestro, Asolomusica, Agimus, Schlosskonzerte-CH, Adiam-FR, La Biennale di Venezia, Asam, Settimane musicali di Stresa). Ha preso parte all’integrale delle sonate di Prokofie’v alle Settimane Musicali di Stresa e di recente ha eseguito nella sala “G.Verdi” del Conservatorio di Milano la Fantasia-Corale op.80 di L. van Beethoven per pianoforte, coro e orchestra, pubblicato su CD.Dal 2005 collabora con produzioni teatrali realizzando musiche originali di scena per vari spettacoli, “Sarete miei testimoni” per le produzioni Vaticane, “La Bottega dell’Orefice” di K. Wojtiya, “Mela” di D.Maraini per il teatro Filodrammatici di Milano, “Etty Hillesum, cercando un tetto a Dio”,”Sogno di una notte di mezza estate” di W. Shakespeare, “Stabat Mater” di T.Scarpa (Premio Strega 2009, teatro dei filodrammatici-Milano) e “Avevo un bel pallone rosso” di A Demattè (premio Riccione 2009, teatro stabile-Bolzano).Ha scritto le musiche per la serata-evento per la celebrazione dell’anniversario della Costituzioneitaliana nella sala dei 500 a palazzo Vecchio di Firenze alla presenza del Capo dello Stato in trasmissione diretta su RAI 1.E’ docente di pianoforte principale presso il Civico Liceo Musicale di Varese e all’Accademia Vivaldi di Locarno CH .

 

 

Venerdi 18 Salone Moresco di Salsomaggiore Terme alle ore 17.30

ROSSINI MON AMOUR

Dopo il grande evento dedicato a Verdi’s Mood…. a modo nostro, con tantissima gente ad applaudire le melodie immortali del nostro Beppe nazionale, testimonia che ancora questo immortale compositore suscita forti emozioni in tutti noi.

Venerdi 18 nel salone Moresco di Salsomaggiore Terme alle ore 17.30, prosegue SlowFlute Festival con un programma dedicato al 150 della morte di Rossini che cadrà nel 2018.

Programma interamente incentrato sulle opere più prestigiose del cigno Pesarese, dal Barbiere si Siviglia nella trascrizione di Diabelli, al Mosè secondo Paganini, e alla Cenerentola rivisitata da Chopin. Seguirà una serie di canzoni dalle Les soirèes musiclaes pubblicate nel 1835 a Parigi dove il musicista si era ritirato: I testi provengono da Metastasio, Pepoli e Giacomo Leopardi il quale dedicò un’epistola, spesso ospite di Rossini nella capitale francese.

Il concerto racconterà la vita biografica di Gioacchino e tanti aneddoti divertenti della sua vita, in un percorso di storia e vita che affascina sempre la leggendaria storia dell’Opera italiana.

Al flauto d’oro il virtuosismo di Claudio Ferrarini e sarà accompagnato al pianoforte del esperto Rossiniano e direttore d’orchestra Sergio Piccone Stella. Ingresso libero a offerta libera per Save the Children.

Da agosto a gennaio 12 concerti alle Terme Berzieri di Salsomaggiore

Ritorna la lunga stagione di Slowflute Festival

Nona edizione dedicata al benessere dell’ascolto

Il benessere inizia dall’ascolto, musica a Km zero”: questo il motto da cui prende vita la nona edizione di Slowflute Festival, ormai conosciuto come il più ricco cartellone musicale della provincia.

Con 12 concerti e 40 artisti lo Slowflute Festival 2017 si propone infatti come un articolato dialogo musicale che, da agosto a gennaio 2018, offre una vasta tavolozza di generi, autori e stili interpretativi, dal fascino del grande repertorio classico sino alla scoperta di grandi compositori contemporanei quali Paolo Castaldi.

Organizzato dall’Associazione Slowflute assieme al Comune di Salsomaggiore con il contributo della Provincia di Parma e della Regione Emilia Romagna. Slowflute Festival (direttore artistico Claudio Ferrarini) ospita esecutori quali il forte pianista Michele Bolla, il duo Vadim Tchijik e Anna Carrere, i pianisti Chiara Nicora e Ferdinando Baroffio, il Trio Sinfonico, il Duo Ida Maria Turri e Stefano Romani, il cembalista Luigi Fontana, il fisarmonicista Gino Zambelli, la pianista giapponese Aki Kuroda, il percussionista Paolo Pellegatti, la danzatrice Sara Catellani

Da evidenziare inoltre due significativi cicli di concerti, il primo dedicato alle Sonate in duo di J.S.Bach (l’integrale delle sonate  per flauto) e il secondo dedicato a una rilettura delle pagine significative delle Opere di Verdi, con un Verdi dal classico al Jazz.

Arricchisce il festival l’ormai attesa serata con la presenza del Complesso bandistico “Città di Salsomaggiore Terme” diretto da Claudio Bompensieri, in un programma dedicato alle mosche dei cartoni animati.

Il Festival si concluderà il 6 gennaio 2018 con un pomeriggio dedicato ai più piccoli, con le più belle fiabe dedicate agli animali (Il Carnevale degli animali di Camille Saint-Saëns) e la presenza sul palco della danzatrice Sara Catellani.

Evento collaterale a tutti i concerti di Slowflute 2017 sarà l’esposizione permanente di prodotti tipi della GVERDI è il brand ambasciatore di Cibo e Cultura nel mondo, che firma le eccellenze alimentari italiane, come il Maestro usava fare. Il grande musicista Giuseppe Verdi era infatti anche un buongustaio raffinato e un vero esperto di Cibo. Chiamato da Slowflute Festival per la sua spiccata sensibilità verso la cultura del cibo e in stretta sinestesia con la filosofia del festival.

Non di rado Slowflute Festival è fertile terreno per la nascita di originali iniziative quali ad esempio il concerto con Michele Bolla dell’edizione 2017, trasformato in un singolare progetto discografico e video a cura dell’editore Limen Music, dedicato al centenario della morte di C.Debussy.

Come sempre l’ingresso ai concerti è libero, con possibilità di offerta devoluta all’Associazione Save the Childrens.

 

15Agosto Piazza Libertà ore 21.30

Verdi’s Mood 

Claudio Ferrarini Flauto – Gino Zambelli Fisarmonica

Paolo Pellegatti Batteria – Riccardo Paini Chitarra e Basso

 

18 Agosto Terme Berzieri ore 17.40

Rossini mon Amour!…

Claudio Ferrarini Flauto

Sergio Piccone Stella Pianoforte

 

25 Agosto Terme Berzieri ore 17.40

Quando i Quadri suonano…

Chiara Nicora Pianoforte

Ferdinando Baroffio Pianoforte

 

1 Settembre Terme Berzieri ore 17.40

La musica che non piace a Putin 

Claudio Ferrarini Flauto

Aki Kuroda Pianoforte

 

8 Settembre Terme Berzieri ore 17.40

Quando si suonava forte e piano

Michele Bolla Fortepiano

 

16 Settembre Terme Berzieri ore 17.40

Bach il genio che amava la birra..e non solo

Claudio Ferrarini Flauto

Luigi Fontana Cembalo

 

22 Settembre Terme Berzieri  ore 17.40

Arie da mezzo….Soprano

Ida Maria Turri Mezzo Soprano

Stefano Romani  Pianoforte

 

29 Settembre Terme Berzieri ore 17.40

La musica che non piaceva a Stalin 

Vadim Tchijik Violino

Anna Carrere Pianoforte

 

13 Ottobre Terme Berzieri  ore 17.40

Sinfonie d’autore….

Trio Pieceno Classico

Luca Magni Flauto

Davide Martelli Pianoforte

Daniela Tremaroli Violoncello

 

23 Dicembre Teatro ore 17.40

Quei suonati dei CARTONI ANIMATI …

Claudio Ferrarini Flauto

Banda Città di Salsomaggiore Terme

Claudio Bonpensieri Direttore

 

29 Dicembre ore 21.15

Marco Polo….oltre gli spaghetti…

Claudio Ferrarini  – Li Nan Flauti

Ayumi Mastumoto Pianoforte

 

6 Gennaio ore 17.40

Il Carnevale degli Animali

Claudio Ferrarini Flauto

Ayumi Mastumoto Pianoforte

Sara Catellani Danza

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In prossima uscita il secondo volume delle sonate di Brahms.Dopo l’integrale di quelle per violino (primo volume), qui ci sono quelle per violoncello, nella versione flauto e pianoforte. Il secondo volume e poi ci sarà il terzo per colmare tutta l’operazione con sette Sonate nuove per flauto. In questa operazione di “rereading” delle sonate di Brahms ci ho messo tutta la mia anima sonora, trovando un equilibrio tra colore e dinamica, passare dal violino, al violoncello e poi alla viola o clarinetto, non è certo facile, ma il cuore mi ha aiutato, le emozioni non hanno misure, non hanno confini, non hanno tempo. La bellezza di queste sonate di Brahms, si impadronisce del corpo per avere il permesso di passarvi attraverso e raggiungere l’anima.Le cose belle non finiscono mai davvero, si trasformano in qualcos’altro…… Buon ascolto a tutti

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Buddha Sakyamuni è rappresentato in genere con la ciotola nella mano sinistra. Questo fatto lo mette chiaramente in relazione con il cibo. Ma quale è questa relazione?

Buddha Sakyamuni era partito lasciandosi alle spalle tutte le ricchezze e gli agi, per andare a cercare una soluzione alla sofferenza del mondo. Durante sei anni di ascetismo il suo cibo è stato ridotto al minimo che poteva trovare nella foresta senza danneggiare animali. Questa esperienza lo portò sull’orlo della morte, ed a quel punto realizzò che una vita solo di privazioni non portava a nessun risultato, così iniziò la sua meditazione sotto l’albero della Bodhi e dopo quaranta giorni ebbe il risveglio, con la comprensione della realtà ultima delle cose.

Negli anni successivi, si adoperò per insegnare tutto quanto aveva appreso, affinché tutti gli esseri potessero seguire il percorso da lui indicato.

Dopo avere rivelato le quattro verità sulla sofferenza, egli illustrò i principi e le pratiche per sconfiggerla.

I tre principi generali che permettono di avviarsi su questo percorso sono la rinuncia, la generazione di Bodhicitta – ossia della mente dell’illuminazione – e la comprensione della vacuità.

Qui ci occupiamo solo della base: la rinuncia. Con questo principio si intende che l’Uomo deve capire che la fonte primaria della sofferenza è l’attaccamento, e che perciò il primo passo da compiere è quello di “rinunciare” alle cose mondane. Con questo non si intende che il Buddhista deve necessariamente ritirarsi in un eremo e disinteressarsi di tutto, bensì che proprio interessandosi a tutto, ed in particolar modo al bene di tutti gli esseri senzienti, deve sapere mantenere quel giusto distacco dalle cose ed un’attitudine di equanimità verso tutti. E’ chiaro in questa ottica che il cibo rappresenta un mezzo necessario per mantenere in salute il nostro corpo, ma che non dobbiamo generare “attaccamento” e bramosia verso il cibo.

Nell’ambito religioso, ossia delle regole che concernono l’ordine monastico, ai monaci venne dato il precetto di raccogliere l’elemosina e mangiare solo ciò che veniva loro offerto nella ciotola. Ecco quindi che la ciotola è simbolo di un cibo parco, povero, limitato al necessario.

La domanda che tutti pongono in generale è “ma i buddhisti sono o non sono vegetariani?”

Proprio per la questione dell’elemosina, non vi sono prescrizioni che proibiscano di mangiare carne, con la sola eccezione di non mangiare carne di un animale che sappiamo essere stato ucciso apposta per noi. Infatti era possibile che ai monaci in cerca di elemosina venissero offerti pezzi di carne. Il monaco doveva quindi accettare questa offerta e “onorarla” mangiando quanto ricevuto. L’assunzione di cibo è comunque preceduta dal ringraziamento a tutti coloro che hanno provveduto alla sua produzione e nel caso di cibo animale la preghiera deve anche comprendere una benedizione per quella creatura.

Gli insegnamenti buddhisti – e non solo – portano sul rispetto per tutti gli esseri senzienti, quindi anche gli animali: è chiaro perciò che un Buddhista non uccide animali e si impegna affinché essi siano trattati in modo dignitoso e rispettoso. Proprio negli scorsi giorni il monaco Matthieu Ricard, interprete francese del Dalai Lama, ha pubblicato un libro dal titolo “Pladoyer pour les animaux”, in cui richiama le coscienze alla responsabilità sociale degli uomini non solo verso la comunità umana e l’ambiente, ma pure verso il mondo animale.

Quindi fondamentalmente il buddhista è vegetariano. Ma il buddhismo è una filosofia pragmatica e viene adattato anche alle realtà locali ed alle loro contingenze. Così appare comprensibile che in un paese come il Tibet, che aveva prodotti agricoli per pochi mesi all’anno, si mangiasse la carne di yak, e lo stesso Dalai Lama ha dichiarato che se il medico prescrive una certa quantità di carne perché il corpo necessita di determinate sostanze, si può mangiarla. Tuttavia non si deve uccidere appositamente un animale per questo scopo; e in qualunque circostanza occorresse farlo, bisognerebbe accompagnare l’atto con riti di purificazione per eliminare il karma negativo che si accumula).

Nello spirito di rinuncia, di parsimonia, è anche chiaro che nel Buddhismo non si è sviluppata una cultura del cibo legata alle pratiche religiose. Il Buddhismo è una filosofia di vita che si è adattata alle tradizioni esistenti nei diversi paesi, e per questo non ci sono piatti unitari comuni.

In Tibet vi sono alcuni cibi che vengono evitati dai meditatori, oltre la carne, anche aglio, cipolla, uova. Nel mese di Saka Dawa (tra maggio e giugno), quando si celebra il Vesak, la festa della nascita, vita e parinirvana di Buddha Sakyamuni, molti comunque rinunciano alla carne.

Un’altra usanza è quella di porre offerte di cibo sull’altare in occasione di riti e preghiere, pratica che trae origine probabilmente dalla cultura precedente l’arrivo del Buddhismo in Tibet.

Con la tsampa, farina d’orzo, si creano decorazioni per l’altare. La tsampa stessa è messa tra le offerte. Nella cerimonia della Guru Puja, la preghiera al maestro, si pratica lo Tzog, un’offerta di cibo che viene poi condiviso.

Offrire il cibo è considerata una radice importante per ogni relazione, non solo tra umani, ma pure tra gli esseri umani e gli esseri spirituali. Durante lo tzog, tra i presenti viene pure raccolta un’offerta di cibo che viene simbolicamente deposta all’esterno per gli animali e per gli spiriti. In questo senso si capiscono anche i racconti di monaci cuochi, che nel quotidiano agire preparando ed offrendo il cibo per tutta la comunità hanno raggiunto il più altro grado di realizzazione proprio per il fatto di essere sempre stati al servizio degli altri,

Per il Buddhismo Zen, ad esempio, quello che conta soprattutto è il modo di cucinare e di mangiare, indipendentemente da ciò che si cucina (generalmente vegetariano).

Cucinare correttamente non è solo questione di salute fisica ma gioca un vero e proprio ruolo spirituale. Qualsiasi cosa si cucini è un buon cibo se preparato con consapevolezza, ossia mettendo estrema attenzione, presenza mentale e amore in ciò che stiamo cucinando.

Enrica Pesciallo

Istituto Kalachakra

 

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Per me entrare nel carcere è stato un esperienza umana che mi ha colpito l’anima. Portare la musica in questo luogo è una cosa che ti penetra dentro al cuore…. Quello che ti colpisce sono le mura che respirano la sofferenze, quello che senti è la disperazione, i colori quasi si spengono, e la luce quasi si vergogna ad illuminare queste mura. Del carcere si parla per dire delle condizioni, non delle relazioni. Del carcere si parla senza parlare dei carcerati. Senza intervenire sulle misure delle pene e sulla qualità della efficacia sociale. Non si fa distinzione tra i reati. Si incasellano senza adeguata corrispondenza di trattamento. Ci sono i comuni, quelli di reati minori, gli autori di crimini orrendi, le organizzazioni mafiose. Queste ultime sono trattate secondo disposizioni d’eccezione. Non si da conto per esse dell’intricarsi di una guerra sociale e di un esercizio di potere e di sfruttamento economico. Non si riesce a parlarne senza confondersi, tanto è l’intricarsi di effetti e cause diverse e complesse. Ci vuole il concorso di tutti, dai magistrati ai cittadini, dai legali agli illegali, dalle forze di polizia ai cittadini. Il detenuto deve poter diventare una risorsa per la società. Deve essere messo in condizioni di essere presente nella società, di scegliere di essere presente nella società, seppure in detenzione. Diventare una risorsa sociale non significa indulgere o scarcerare. Significa ricostruire dove le costruzioni non era tali. Significa far diventare ciò che non si è stati e che si era come persone che non hanno mai avuto modo di essere tali, travolte da condizioni e perduti alla possibilità di una diventa che solo la società comune può permettere. Le condizioni spiegano le cose, sono le relazioni che le cambiano. Bisogna cambiare le relazioni, in carcere, nella comunità carceraria, e tra il carcere e la società. Dovremmo tutti visitare un carcere, questo forma il carattere, ti fa riflettere che basta un attimo perché il mondo diventi, senza luce… Sono tante le attività in carcere, e di tante c’è bisogno ancora. Occorre considerare il carcere nella sua interezza, nella sua complessità, non per sfuggire a responsabilità, ma per ritrovare le vie sociali alle identità smarrite o mai avute, distorte o mai vissute. Io ammiro chi mi ha fatto entrare, tra queste mura, chi porta conforto, e chi mi ha fatto riflettere che perdonare è un gesto artistico, bello, coraggioso e doveroso verso l’umanità…

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foto di federico ferrarini

Un impatto enorme sulla nutrizione dei tempi moderni

Decine di milioni di copie vendute, testimoniano l’impatto enorme che il sistema Montignac ha avuto nella cultura alimentare dei tempi attuali. Il suo solo testo Dimagrire mangiando normalmente, ha venduto 16 milioni di copie in tutto il mondo. Un sito di e-commerce gettonatissimo, attività professionale, distribuzione ed esportazione prodotti con tanto di marchio, e via dicendo.

L’approccio chimico è devastante, e sono poreoccpato per i 7000 clienti di Lemme

Purtroppo, l’approccio chimico-biochimico-farmacologico, applicato al cibo, induce sempre a conseguenze devastanti, come ti avevo scritto. Sono sinceramente preoccupato per i 7000 clienti di Alberico Lemme, che è poi italiano, e che sta mettendo a rischio quel pò di buona reputazione che l’Italia ha, non tanto nel cibo in sé, quanto nel non invischiarsi in diete di tipo mortale.
Questa notizia è una tragica conferma che arriva a noi per la notorietà del personaggio.
Muore il maestro conduttore, e lo fa nel peggiore dei modi.
Ma di quanti altri, suoi allievi e seguaci, non sappiamo e non sapremo mai nulla?
Con la fine di Atkins nel 2003 ci fu lo stesso silenzio stampa

Ricordiamo come Atkins fece la stessa fine nel 2003, ed anche in quel caso la notizia venne coperta in tutti i modi con imbarazzi generalizzati dei media televisivi e della stampa, paralizzati non si sa bene se dalla paura di manager, presentatori, e personaggi dello spettacolo, spesso legati a questi sinistri guru e alle loro miracolistiche soluzioni dimagranti, o se invece da qualche probabile direttiva di ordine politico e superiore.

Nessuno fiata sulle proprie scelte sballate, e nessuno produce statistiche sulle vittime

Quanti oscuri seguaci delle diete Atkins e di quelle a lui ispirate, tipo Zona, Gruppi Sanguigni e South Beach, sono finiti malissimo, senza che nessuna statistica lo possa mai evidenziare?
Chi si ammala non va certo a dichiarare che è stato imbrogliato da Atkins o da Montignac.
Primo, perché quando uno si accorge di essersi rovinato per sempre, ammutolisce all’istante.
Secondo, perché confessare un errore del genere rappresenta sempre una seccante ammissione di colpa.

In America i conteggi dei malati e dei morti li fanno senza intoppi

Lo sanno meglio di noi in America, dove le morti per cancro conclamato da bistecche-a-colazione-pranzo-merenda-cena sono state e sono tuttora all’ordine del giorno, per cui nomi come Atkins, Sears, D’Adamo, Agatson, sono da anni sulla lista sgradita e nera della medicina (di quella pulita in particolare) e della stessa gente che da quelle parti è più informata che in Europa sulle proprie stesse magagne dietologiche.

Le cause metaboliche del cancro sono chiare, semplici ed inequivocabili

Credo che valga la pena di diffondere questa notizia e di fare alcune riflessioni. Le cause del cancro sono molto chiare e semplici. Limitandoci ai casi connessi al metabolismo, possiamo indicarle:

– Cause derivanti da acidificazione.
– Cause derivanti da fermentazione.
– Cause derivanti da putrefazione intestinale.

Non dai al corpo glicogeno o carboidrato? E allora lui va ad attivare il glucagone, che è un cacciatore immunitario di glucosio e di glicogeno.

Anche limitando il ragionamento a una confutazione biochimica, ovvero scendendo sul terreno dei sostenitori delle diete ipoglicemiche, cioè sul terreno dei nostri avversari, troviamo contraddizioni e assurdità a bizzeffe.
Come fanno questi pseudo-scienziati a non considerare che, mettendo il sangue in ipoglicemia (da basso-carboidrato e da alta-proteina) il glucagone continua a fare il suo lavoro per garantire glucosio e glicogeno, ma lo fa inducendo uno stato di chetosi (o di cannibalizzazione dei grassi interni)?

I chetoni, gli acetoni e la chetonuria

I corpi chetonici non sono in grado di completare il ciclo di Krebs e vengono rilasciati nel sangue con le conseguenze che più o meno tutti conosciamo o abbiamo sperimentato.
Non mi dilungo nell’analisi biochimica. Ma queste sono semplici verità.
Ricordiamo solo che i chetoni sono sostanze organiche contenenti il gruppo carbonile CO, e che si riscontrano nel corpo quando, ad esempio in fase di insufficiente apporto cibario-vero o di
carbo-starvation, il corpo metabolizza grasso interno, provocando chetonuria e acetonuria, ovvero presenza di chetoni e acetoni nelle urine.

I digiuni dell’igienismo sono chiaramente un’altra cosa

E’ vero che anche un digiuno igienistico prolungato può indurre chetosi, ed è questo il motivo che, superando i 3 giorni di digiuno, è consigliabile affidarsi a un esperto igienista.
Ma almeno, con il digiuno igienista, smettiamo di mangiare, e non sovraccarichiamo il sangue di scorie metaboliche. Non intasiamo il nostro intestino di materia proteica putrefatta, come succede con le libere bistecche delle diete Atkins-Zona-SouthBeach-Montignac-Lemme.

Nella riduzione di tipo igienistico c’è l’azione dell’acqua solvente, e quindi un’espulsione delle tossine, e non una accumulazione spaventosamente intensa come nelle diete low-carb e low-glico

E poi, col digiuno igienista, c’è l’azione dissolvente di tanta acqua distillata o leggera che disgrega i veleni e crea intensa crisi eliminativa per smaltirli fuori dal corpo, per cui il dimagramento è sicuro, stabile, virtuoso e privo di pericolosi e disastranti residui tossici lasciati all’interno, scompagnati dal grasso e dall’acqua di ristagno che prima li contenevano e li disattivavano.
Nel digiuno igienista, in altri termini, vanno fuori in contemporanea le acque di ristagno, i depositi di grasso, ed anche le tossine accumulate, gli acidi urici, i minerali inorganici, le escrescenze polverizzate di calcoli, di lipomi, fibromi e tumori di vario genere.

Un mondo supertecnologico dove le castronerie circolano più che mai

Come fa a dire Alberico Lemme che si possono mangiare quantità ab libitum di proteine animali ad ogni pasto? L’obeso, che ha un rapporto problematico col cibo, sarà certo superfelice di scoprire che, dopo un chilo di spaghetti a colazione, una fiorentina di due chili a pranzo e un branzino gigante a cena, la bilancia gli segna addirittura uno o due chili in meno! Se ne compiacerà e tesserà grandi lodi al dottor Lemme, inconsapevole di cosa lo attende dietro l’angolo. E’ mai possibile che in un mondo di gente alfabetizzata ed intelligente, con mezzi radiofonici e televisivi in ogni casa, con dibattiti e controinformazioni su ogni cosa, possano circolare legalmente castronerie di questo genere?

Si spera sempre in qualche riflessione aggiuntiva, in qualche tornare sui propri passi

Certo, ognuno è libero di scegliersi le proprie diete.
Ognuno ha la facoltà di gestirsi la propria salute come meglio crede.
Spero solo che questo triste epilogo di Montignac possa indurre a qualche riflessione aggiuntiva e a qualche senso di responsabilità in più, nei vari epigoni di provincia stile Lemme, onde evitare che essi stessi, seguiti dai loro incoscienti clienti, finiscano nel medesimo modo.

Possibile meeting in zona Hongkong

Scusami la lunghezza del testo.
Sto in questi giorni a Manila, dove seguo diverse persone in modo direi missionario.
Sarò poi a Hongkong, per definire la pratica del mio Istituto. Inutile dirti che, se passi in questo periodo in Oriente, avrei piacere di incontrarti. Con stima e amicizia. Riccardo Giuliana
RISPOSTA

Il tuo messaggio arriva nel momento opportuno

Ciao Riccardo, le esperienze negative, anche le peggiori, devono essere sottolineate per fare dei passi in avanti e non indietro. Questa tua annotazione arriva nel momento giusto, dove il disorientamento sui cibi è all’ordine del giorno, e si taglia per così dire con un coltello.
Sarò a Hongkong dal 10 al 20 di ottobre circa, escludendo i giorni 12-15 che mi vedranno a Taiwan, e spero di poterti incontrare, se non avrai già fatto un salto per Miami, o da altre parti.

Nessuna voglia di fare sciacallaggio sul dramma Montignac

Dobbiamo morire. Morire dobbiamo. Queste le parole laconiche e striminzite, oltre che cimiteriali, che si scambiano i frati trappisti ogniqualvolta si incontrano.
Niente Ciao, come stai. Niente Buongiorno o Buona Sera. Niente Arrivederci o Stammi bene.
Nella sostanza hanno anche ragione. La vita è caratterizzata dopotutto dalla nascita e dalla scomparsa, da una stazione di partenza e da una di arrivo.
Fare discussioni di qualunque tipo sulla morte altrui è sempre una cosa antipatica, un’arma a doppio taglio. Si preferirebbe voltar pagina e non commentare. Cosa altro di più iniquo c’è, dell’utilizzare un evento tragico per farne una più o meno marcata opera di sciacallaggio?

Sarebbe stato meglio confrontarci pari-pari da vivi, sul lato scientifico più che sul commerciale

Come non mi entusiasmava, ma nemmeno mi indispettiva, ieri, il successo ingiusto e patologico di Montignac, così non gioisco oggi della morte per cancro del guru francese dell’alimentazione ipoglicemica.
Allo stesso modo che non fu per me divertente, nel 2003, apprendere della morte per cancro del
dr Robert Atkins, celebre guru americano dell’alimentazione ipocarbonica.
Avrei preferito che fossero rimasti vivi a raccontare altre frottole ed altre incongruenze ideologiche.
E’ assai più facile contestare un falsario vivo di uno che finisce a Porta Inferi.

Vivere non significa vendere tanti libri, ma Montignac per uno dei miei ne ha piazzati 1600

Qualcuno verrà ad accusarmi di gelosia professionale, con la mia microscopica e comica quota attuale di 10 mila copie di Alimentazione Naturale, contro i 16 milioni di Dimagrire mangiando normalmente, dove quel normalmente non significa affatto naturalmente. Il mondo va così.
La gente ama dimagrire e liberarsi delle bistecche consumate in più. Può dimagrire al meglio anche, e soprattutto, in modo naturale, essendo l’alimentazione fruttariana il miglior metodo per rientrare in peso forma, più ancora che per dimagrire.
Ma ama farlo senza intaccare le proprie pestifere abitudini gastronomiche, possibilmente ricorrendo and ancora maggiori bistecche.

Atkins e Montignac, come del resto Sears, sono gli idoli degli scannatoi

Ed è proprio così che si giustificano i successi stratosferici di Atkins e di Montignac, amatissimi guru, coccolati dalla Smithfield Corp, dalla Baskin Robbins Corp, dalla Cremonini, dalla McDonald’s, dalla Kraft, dalla Philip Morris, dalla Monsanto, dalla Pfizer, e da tutte le industrie basate sulla macellazione degli animali, e sull’allevamento mediante cibi tendenzialmente e necessariamente transgenici.
L’impercettibile differenza tra la vita e la morte

Può capitare a tutti di morire. Il distacco tra la vita e la morte è uno iato sottilissimo, paragonabile a una membrana trasparente, a un filo fragile e delicato come un capello. Tre banali minuti di blocco respiratorio e da vivi, pensanti, parlanti e pimpanti, diventiamo un cadavere freddo e stecchito, pronto a disfarsi con quattro vermi addosso.
Il nostro sangue, il nostro conto in banca, i nostri amati muscoli, le nostre esperienze, i nostri affetti, la voglia di mangiare fichi, durian e manghi, la voglia di trovare un fungo porcino o un ovulo buono, il desiderio di amare o semplicemente di accoppiarsi con qualche essere eccitante, tutto vanificato.

Passiamo al dr Alberico Lemme, vivo, vegeto e frastornato dal successo

Mentre scrivo c’è una mesta cerimonia funebre nei dintorni di Parigi.
Capo chino e un pensiero di commiserazione per Montignac, pace all’anima sua, sono d’obbligo.
Torniamo piuttosto a noi, vivi tutti su quel precario filo, e dunque vivi per miracolo e per qualche tempo ancora. E torniamo in particolare ad Alberico Lemme.
Non sappiamo quante copie abbia venduto il suo libro L’uomo che sussurrava ai ciccioni i segreti di filosofia alimentare. Sappiamo però che sta godendo di un successo strepitoso, per cui non gli bastano più le 5 segretarie al centralino. Settemila clienti non è cosa da niente.

Una nuova era e un nuovo evento storico di cui io sono l’unico artefice

Sappiamo anche che il farmacista di Desio-Milano, ha da tempo inserito sul suo sito internet un imbarazzante ed inquietante profilo professionale: Vi porto a conoscenza che è iniziata una nuova era nel campo alimentare, per risolvere definitivamente il problema del sovrappeso e dell’obesità nel mondo e, che vi piaccia o no, io sono l’unico artefice di questo evento storico.

Una farina con sua, e per giunta una pessima farina

A parte l’imprecisione del messaggio, in quanto tutti sanno che quanto Lemme sta propinando alla gente non è farina del suo sacco, c’è il fatto che, quella farina, non solo non è sua, ma è pure scadente e velenosa.
Se non fosse ancora tutto preso nel suo illusorio senso di gloria e di potenza, gli ricordiamo che anche ai peggiori errori si può contrapporre un’ammissione e un umile riconoscimento.

Chi ammette l’errore trova sempre comprensione

Un tornare cioè sui propri passi e dire: Ho sbagliato. Scusatemi. Vi torno i soldi, o almeno parte di essi. Vediamo di rimettere la testa a posto.
Fare cioè quello che avrebbero voluto fare Atkins e Montignac, e che non sono mai riusciti a fare.
D’accordo che si sgonfierebbe e tornerebbe tra il mondo degli umani, ma in modo dignitoso.
Restando invece dove sta, divino per ancora qualche tempo, nessuno gli toglierà mai l’odioso marchio dell’imbroglio popolare.
Uno che facesse questo tipo di azione riparatoria, guadagnerebbe molto in termini di umanità, e si farebbe perdonare persino i peggiori strafalcioni commessi, riabilitandosi di fronte a se stesso, al creatore, alla gente gabbata, agli animali perseguitati e a Madre Natura.

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo

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Il 6 Gennaio nella bellissima sala delle Terme del Berzieri di Salsomaggiore Terme (PR) alle ore 16.00 si terra il tradizionale concerto dedicato ai bambini in occasione della Epifania. Il concerto è offerto dall’Associazione Slowflute con il patrocinio dalla Regione Emilia Romagna, Provincia di Parma e Comune di Salsomaggiore Terme e il tema di questo anno sarà: “Danzando il cinema”. Trio d’eccezione per questo nuovo evento, Sara Catellani danza, Claudio Ferrarini flauto, Riccardo Yoshua Moretti pianoforte e compositore. Le musiche straordinarie di Rota, Morricone, Williams e Moretti accompagneranno questa fantasia musicale che coinvolgerà anche i bambini presenti che parteciperanno all’evento danzante creando loro stessi le coreografie sui brani musicali in programma. I bambini presenti sono parte integrante del concerto, creando una nuova e non slegata immagine, ma strettamente compenetrata, a tal punto da divenirne un tutt’uno contribuendo a definire una realtà sospesa, evanescente, eterea, indefinita. Al termine della manifestazione sarà estratto il nome del vincitore del quadro donato da Vittorio Ferrarini ispirato alle musiche della nona edizione. Ingresso a sostegno di Save The Children.

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“Tanti auguri ai fabbricanti di regali! Tanti auguri ai carismatici industriali che producono strenne tutte uguali! A quel panettone orribile della Motta! Tanti auguri a chi morirà di rabbia negli ingorghi del traffico e magari cristianamente insulterà o accoltellerà chi abbia osato sorpassarlo o abbia osato dare una botta sul didietro della sua santa cinquecento!
Tanti auguri a chi crederà sul serio che l’orgasmo che l’agiterà – l’ansia di essere presente, di non mancare al rito, di non essere pari al suo dovere di consumatore – sia segno di festa e di gioia!
Gli auguri veri voglio farli a quelli che sono in carcere, qualunque cosa abbiano fatto; è vero che ci sono in libertà tanti disgraziati cioè tanti che hanno bisogno di auguri veri tutto l’anno (tutti noi, in fondo, perché siamo proprio delle povere creature brancolanti, con tutta la nostra sicurezza e il nostro sorriso non sempre ottimista).
Ma scelgo i carcerati per ragioni di cuore, oltre che per una certa simpatia naturale dovuta al fatto che, sapendolo o non sapendolo, volendolo o non volendolo, essi restano dei perdenti…. La libertà è anche quella di sbagliare. Sono tutti appartenenti alla umanità, e i loro giudici sono tutti appartenenti alla umanità, ma dopo averli giudicati bisogna anche perdonarli…sul serio! Ecco quindi auguri a tutti quelli che hanno ancora il coraggio di perdonare e la forza di AMARE!…Buon Natale!”
(Liberamente tratta da P.P.Pasolini)

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foto di federico ferrarini

Tutti a piangere fuorchè il settore farmaceutico

Tutti in pena e in sofferenza per il perdurare della crisi, per la disoccupazione giovanile, per il continuo franare dei titoli e delle borse, per la caduta di valore degli immobili, per il costo insopportabile della benzina.
Atmosfera lugubre e nevrotica.
Roba da far impallidire la crisi del 1929.

La crisi odiena è 10 volte peggiore di quella del ‘29

Ma a quel tempo la gente sapeva stringere la cinghia.
Viveva con un piatto di ceci e lenticchie.
Non aveva i serbatoi delle auto da rimboccare con un carburante a prezzo di oro colato.
Non doveva vestirsi con abiti firmati.
Non doveva indebitarsi per mandare i figli all’università.
Non era immersa come oggi in una società estremamente consumistica, dove gli stipendi, le pensioni, gli utili di ogni famiglia vengono bruciati dall’oggi al domani.
Nell’anno 2010, che si sta chiudendo, il piagnisteo è universale e generalizzato.

Tappeti rossi e limousine presidenziali per gli avvelenatori del mondo

Totalmente diversa invece la musica nel settore dei veleni chiamati eufemisticamente farmaci, con un termine pharma che suona carezzevole e gradito in ogni borsa mondiale, e che solo nel termine originario greco sta orrendamente per pharmakòn, ossia veleno.
Se le famacie si chiamassero velenìe e le aziende di Big Pharma multinazionali dei veleni, forse la gente, la stampa e gli stessi governanti, le guarderebbero con meno riverenza e meno tolleranza di quanto non avvenga nella realtà odierna, dove ai managers della Pfizer, della Merck, della Sanofi Aventis e della Bayer, vengono stesi tappeti rossi ed inviate limousine presidenziali negli aeroporti di arrivo.

La Glaxo inglese in vena di compere natalizie

La GlaxoSmithKline in particolare si segnala come una delle aziende più in forma e più intraprendenti del momento.
E’ infatti vicina a concludere l’acquisto della Nanjing Mei Rui Pharma Co, una fabbrica cinese di farmaci. L’acquisto è importante e strategico poiché le permetterà l’accesso a un mercato in forte crescita come quello della Cina. Una specie di acquisto natalizio, con tanto di fiocco.
I dettagli esatti non si conoscono, ma si parla di un affare da centinaia di milioni di dollari.
L’accordo dovrebbe essere siglato entro fine dicembre, scrive l’articolo Glaxo nears deal to acquire Chinese drug company, apparso su The Wall Street Journal del 3 dicembre.

Contrazione vendite sui mercati dell’Occidente e ricerca di mercati di sbocco

Sebbene non enorme come business, l’affare è fondamentale per la Glaxo, ma anche per le altre ditte di Big Pharma al seguito. Le compagnie farmaceutiche stanno conoscendo momenti negativi come vendite sia negli USA che in Europa, per cui cercano dei mercati di sbocco per l’emergenza.

La prostata gioca brutti scherzi anche ai maschi cinesi, diventati bisteccofili, pastaioli, caffettani e cocacolizzati al pari di noi occidentali

La Glaxo ha di recente acquistato o stretto accordi con una serie di ditte in diversi paesi, dal Sud-Africa, all’India e alla Cina. L’anno scorso la ditta inglese ha concluso pure una joint-venture con la Shenzhen Neptunus Interlong Biotechnique Co, mirato a fabbricare e vendere i suoi vaccini in Cina.
La Nanjing Mei Rui rappresenta una scelta primaria per la Glaxo.
Le strette ralazioni della Mei Rui con l’urologia cinese possono effettivamente aprire le porte all’Avodart, farmaco Glaxo per la cura dell’iperplasia prostatica.

La Santa Alleanza con le industrie alimentari, specializzate a rovinare gli organi escretori della popolazione cinese

L’affare è poi in linea col dichiarato scopo della Glaxo di reinvestire i suoi prodigiosi profitti verso nuove acquisizioni.
La ditta ha circa 10 miliardi di US$ in contanti, pronti da spendere.
Si augura ovviamente che la prostata dei cinesi si ingrossi sempre più anche da queste parti, e che la vescica dei medesimi diventi sempre più iperattiva.
Basta che la gente si alimenti sempre di più con il micidiale trio sale-zucchero-grasso e il gioco è fatto.
Benedette siano dunque la McDonald’s, le aziende latteo-casearie, le fabbriche di hamburger e gli allevamenti di polli-anatre-granchi-trote, strumentali ed impeccabili nel mantenere la popolazione malata e rovinata al punto giusto.

L’espansione degli avvelenatori verso lo strategico campo alimentare

In una conferenza stampa del mese scorso, Andrew Witty, chief executive della Glaxo, ha dichiarato di aver già fatto 15 o 16 acquisizioni negli ultimi due anni, chiarendo anche che la sua organizzazione non è sul mercato per affarucoli striminziti, ma per operazioni comprese tra le centinaia di milioni di dollari (come nel caso della Mei Rui) e le decine di miliardi di dollari.
Lo scopo è quello di entrare nei mercati emergenti, nei prodotti di consumo, nei vaccini e nei farmaci, ma soprattutto nei cibi, anche per diversificare il portafoglio di rischio dell’azienda.
Il settore urologico rappresenta la chiave di volta del mercato, visto che ogni essere umano viene inchiodato dalla qualità scadente e compromessa del suo sangue e quindi della sua urina

La Mei Rui appartiene alla Pagoda Pharma Group, una multinazionale basata sulle Isole della Virginia Britannica, che venne in Cina nel 1966 e che vanta di essere leader di mercato nel settore urologico ed in quello della allergologia diagnostica, coprendo un mercato di 30 miliardi/anno di US$.
Un mercato che ha continuato a crescere del 27% all’anno nell’ultimo quinquennio.
I prodotti della Mei Rui sono usati non solo nel settore prostatico, ma anche come calmanti di vesciche iperattive.

Vediamo di aggiornarci e di metterci in riga

Altro che coltivare mele, lattughe, pomodori e cocomeri!
Altro che indugiare nei kaki, negli ananas, nelle arance, nei manghi e nei leichi, prodotti naturali col grave difetto di promuovere la peggior peste umana, che è la normalità, il benessere, la salute!
Eparine, statine, tiroidine, insuline, stimolanti, inibitori, aspirine, viagra: questi sono i prodotti nobili e questo è il domani dell’uomo, qui come altrove.

Le tappe fondamentali della conquista medico-farmaceutica

Il primo antibiotico risale al 1928, il primo sulfamidico al 1932 e il primo antivirale al 1962, il primo viagra al 1998.
Queste le date fatidiche della conquista mondiale da parte di Big Pharma.

Amore ed erotismo ai massimi livelli

Ma, in campo erotico-sessuale, il viagra è ormai un nome mitico e superato.
Sono arrivati i concorrenti come il cialis, e i discendenti come il levitra, il kanagra, l’intagra e il
viagra-soft, pasticche indiane che si masticano come comuni caramelle o mentine, che costano poco più delle chewing-gum e che rendono gli uomini forti e sicuri al pari di robot metallici. Almeno per oggi.
Orgasmo e soddisfazione garantita per tutti. Almeno per oggi.
Donne finalmente soddisfatte. Almeno per oggi.
Che si vuole di più? Domani sarà quel che sarà.
Sostanze che hanno tutte le caratteristiche per essere definite miracolose e divine, anche se elementi da strapazzo chiamati igienisti pretendono di definirle spregevolmente veleni, è il commento della Pfizer.

Un controllo dalla A alla Zeta

Il bimbo nasce e c’è il latte alla melammina, apre gli occhi e ci sono i vaccini, si svezza e c’è l’omogeneizzato, si appesantisce crescendo e c’è il diuretico, si affama e trova gli hamburger e le bistecche, si asseta e c’è la cola-cola, si batterizza per eccesso di immonizia interna e c’è l’antibiotico, si virusizza con la propria moria cellulare e c’è l’antivirale, si accalora e c’è l’antipiretico, si disarmonizza ormonalmente e c’è l’eutirox, si infiamma e c’è il cortisone, si depotenzia e c’è il viagra, si deprime e c’è lo stimolante, si denutre e c’è l’integratore mineral-vitaminico, si affatica e c’è l’anfetamina, si incazza di brutto e c’è lo psico-farmaco, si esaurisce e c’è il valium, si spegne la fiamma vitale e c’è l’onoranza funebre.
Che vogliamo di più?

Il trionfo della monocoltura di mais e di soia, ovviamente OGM

Più mais e più soia, reclama il mercato.
L’esperienza americana parla chiaro.
Il 90% dei prodotti alimentari usa amidi derivati dal mais e dalla soia.
Più mais e più soia ovviamente di tipo OGM, visto che la Monsanto bazzica la Cina al pari della Smithfield e della Tyson.
Più carne e più latte, a scapito di angurie, meloni e cetrioli, colpevoli di mantenere i reni troppo puliti e troppo in forma.
Serve aumentare esponenzialmente la quota dei diabetici e degli obesi, degli impotenti e dei nefritici.

Melammina legalizzata e produttori con licenza di nefritizzare il popolo

Con la melammina, che è stata praticamente legalizzata a livello mondiale, si sono già fatti molti passi avanti nella giusta direzione. In Cina poi si è fatto questo e altro.
Qualche poveraccio della manovalanza è finito con la solita pallottola in testa, regolarmente pagata dai familiari allo stato.
Ma i managers delle varie ditte che adoperavano i cristalli di urina di mucca, per rendere il latte più proteico, sono rimasti al loro posto.

Rene rovinato farmaco assicurato

Tutto è come prima, con la differenza che la FDA ha sancito la accettabilità di una presenza minima di melammina, ovvero di urina, in ogni latte prodotto sul pianeta.
Bambini salvati per miracolo, ma col sistema renale decisamente compromesso.
Ottimi clienti per il futuro dei farmaci urologici.
Risarcimenti statali per le famiglie? Qualche elemosina, riservata ai casi più gravi ed eclatanti.

Il Codex Alimentarius non dorme affatto sugli allori

Il Codex Alimentarius ha già inviato i suoi scagnozzi nei paraggi della Grande Muraglia.
Bill Clinton e Bill Gates sono ormai di casa da queste parti, non solo per le pratiche relative all’Aids e alle prossime pesti aviarie.
Sono i plenipotenziari e le punte di diamante del gruppo Bilderberg.
Non solo Cina, ma anche Singapore, Hongkong, Bangkok ed Hanoi nel mirino.
Bisognerà fare piazza pulita anche da queste parti di troppe coltivazioni e troppe sementi, di troppi prodotti erboristici e di troppo ciarlatanismo terapeutico.

L’estensione del Codex Alimentarius al contienente asiatico

Non è pensabile infatti che nel NOM, Nuovo Ordine Mondiale, il Codex Alimentarius scatti nell’aprile 2011 soltanto per l’Europa, coinvolgendo l’FSWG americano (Food Safety Working Group) dell’avvocato Taylor, e non copra nel contempo una regione fondamentale come quella asiatica.
Avrà magari un altro nome ancora. Ma si tratterà sempre del Codex Alimentarius Cinese.
Esiste una mia tesina del 10/5/09, dal titolo I magna-magna planetari dell’avvocato Taylor, che penso meriti di essere riletta.

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo

Il 20 Dicembre a Salsomaggiore Terme al Nuovo Teatro di Salsomaggiore alle ore 21.15

Concerto i “CANTI DI NATALE DAL MONDO”

Torna il tradizionale concerto di Natale allo Slowflute Festival nona edizione, nella stupenda cornice del Nuovo Teatro di Salsomaggiore Terme martedì 20 dicembre si esibiranno il Complesso Bandistico “Città di Salsomaggiore Terme” con il flauto solista Claudio Ferrarini, diretti da Claudio Bompensieri e tantissimi ospiti tra cui: Gruppo Strumentale dell’Istituto comprensivo di Salsomaggiore Terme con più di 30 bambini che suoneranno il flauto diritto, G.Londini voce, O. Hoblyk pianoforte, C.Gatti chitarra M. Curti batteria, per un bellissimo progetto di “CANTI DI NATALE DAL MONDO”. La serata è un viaggio nella tradizione dei canti natalizi da tutto il mondo, partendo da quelli irlandesi, fino ai portoghesi e anglosassoni, russi, senza tralasciare la canzone popolare come Natale di De Gregori, a quella napoletana partenopea, per finire nel immancabile “Happy Christmas (war is over)!”, di John Lennon (e Yoko Ono), diventato ormai un vero e proprio cult della tradizione natalizia nonostante sia “solo” risalente al 1971. Ingresso ad offerta per Save the Children. CANTI DI NATALE DAL MONDO è’ un mood, è il gusto per la vita, il nostro sguardo sul mondo, l’amore per la musica, , è il viaggio tra culture Occidentali ed Orientali, la speranza di poter contribuire, attraverso il fare musica insieme, a far crescere un mondo migliore.

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Non tutti gli addii si compiono adagio, consensualmente, a tappe. Alcuni sono improvvisi e lasciano un silenzio e un vuoto totali. Contrariamente a quando avviene con la separazione, con la morte, ci si separa da qualcosa senza che non possiamo vivere se non attraverso il ricordo. I nostri ricordi di Vincenzo Raffaele Segreto, si perdono nel tempo, quando studenti ci si frequentava per l’amicizia in comune con la sorella violinista, quante avventure, tra musica Rock, musica contemporanea, barocca e poi la lirica, qui a Parma. Serate insieme di spensierata bellezza, interminabili discussioni, esagerate preferenze musicali, di tutta la nostra compagnia. Abbandono è un verbo passivo, implica la cancellazione dell’altro, e non ci posso credere , che non ci vedremo più, che non potrai più scrivere, le due sottili parole sulla musica che suonavo, e suonavano. Quante uscite insieme, sono infinite, tra canti e musica. Non vederti è una perdita di equilibrio, quel vedersi da lontano sulla bicicletta, o ai concerti dove tu venivi a scrivere parole belle e delicate. Ci accorgiamo di quanto ci manchi, ora, come forse negli ultimi tempi davamo per scontato la nostra presenza. La nostra narrazione non è più condivisa, il vederci e abbracciarci, tra le nebbie di Parma, il tuo costante interesse per il mio flauto, ora tantissimi ricordi tornano alla mente, e indelebile la tua voce, il tuo parlare sereno e positivo, ora sei “pianto” il tempo per me si è fermato, ci hai lasciato, se il tempo dell’Amore è circolare, ora ritorna lineare. Le separazioni sono tappe ineludibili del processo della vita e di crescita, questo abbandono è un evento dopo il quale si subisce un azzeramento, un vuoto di senso, infatti questo abbandono è come subire una violenza, è una cancellazione di sé e il ritorno alla solitudine. Questo tuo abbandono è totalizzante e ora non siamo come prima, so che tu sarai circondato, in quel cielo da tutti quei musicisti che abbiamo amato nelle nostre discussioni, nel nostro filosofare sulla musica, tu potrai ora parlare accanto a Bach, Mozart, e tutte quelle armonie ti accompagneranno all’infinito, e so che di certo con sentirai anche Hendrix perché per noi la musica non e mai stata un ostacolo ma un unica grande Dimensione d’Amore Infinita……ciao amico caro Vincenzo Raffaele Segretonicaws_nicawscache_40107025HR-1024x690

Claudio Ferrarini and Riccardo Sandiford

from “Johannes Brahms – Il Flauto Di traverso – Vol. 1”

CD+DVD Limen music

iTunes: goo.gl/kM0mqg

https://vimeo.com/167704519

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Quando nasce un nuovo progetto discografico e concertistico è sempre una grande emozione…. Con Emanuele Segre in Duo Flauto e Chitarra: presto concerti e l’integrale di tutta l’opera di Giuliani per flauto e chitarra (3 Cds), le Sonate del Centone di Paganini (3 Cds)…trascritte tutte per flauto e chitarra,e per finire le Variazioni Goldenberg di J.S.Bach nella versione per flauto e chitarra integrale….tutto questo nella collana con DVD e CD della LIMEN MUSIC….duo fl e ch

L’uomo, per natura, dovrebbe essere vegetariano, perché tutto il suo corpo è fatto per il cibo vegetariano. Se l’uomo non è vegetariano, se mangia carne, il corpo ne sarà appesantito. In Oriente, tutti i grandi meditatori come Buddha e Mahavira hanno sottolineato questo fatto. Non per una qualche idea di non violenza – questo è un fatto secondario – ma perché, se vuoi veramente entrare in uno stato di meditazione profonda, il corpo dev’essere privo di peso, naturale, deve fluire. Il corpo dev’essere leggero, e in un non vegetariano il corpo è molto pesante. Osserva cosa accade quando mangi carne: quando uccidi un animale, cosa accade all’animale al momento dell’uccisione? Naturalmente nessuno vuole essere ucciso. La vita desidera la propria continuazione; l’animale non muore di buon grado.
Profondo dolore, paura, morte, angoscia, rabbia, violenza, tristezza: tutte queste cose accadono nell’animale. In tutto il suo corpo si diffondono la violenza, l’angoscia e un dolore estremo. Il corpo si riempie di tossine, di veleni. Tutte le ghiandole del corpo secernono veleni perché l’animale muore contro la sua volontà. E poi tu mangi la carne; quella carne contiene tutti i veleni che l’animale ha prodotto. La sua intera energia è velenosa, e quei veleni entrano nel tuo corpo.
Dovresti mangiare ciò che è naturale, naturale per te. Frutta, noci, verdure – mangiane quante ne vuoi. Il bello è che non puoi mangiare di queste cose più di quello di cui hai bisogno. Ciò che è naturale ti dà sempre una soddisfazione, perché sazia il corpo, ti riempie. Ti senti soddisfatto.Se una cosa è innaturale non ti dà mai questa sensazione di sazietà. Continua a mangiare gelati: non sentirai mai che ne hai abbastanza. In realtà più ne mangi e più hai voglia di mangiarne. Non è un alimento – sta imbrogliando la mente. Ora non mangi in base ai bisogni del tuo corpo; mangi solo per il sapore. La lingua ha preso il controllo.
Ma non dovrebbe essere così. La lingua non sa nulla del corpo. Essa ha un compito specifico: gustare il cibo. Deve giudicare – e questa è l’unica cosa che deve fare – quale cibo vada bene per il corpo e quale no. È solo un guardiano alla porta, non è il padrone di casa, e se il guardiano diventa il padrone, si creerà una gran confusione.
I pubblicitari sanno benissimo che lingua e naso possono essere ingannati. Non sono i padroni di casa. Forse non sai che nel mondo si fanno molte ricerche sugli alimenti. Queste ricerche dicono che quando chiudi il naso completamente, e tieni gli occhi chiusi, se ti danno da mangiare una cipolla, non ti accorgerai di ciò che mangi. Non potrai distinguere una cipolla da una mela se il naso è del tutto bloccato, perché metà del gusto viene dal naso, e l’altra metà è decisa dalla lingua. Questi due hanno assunto il controllo. Per loro se il gelato è nutriente o no, non è il punto. Il gelato può avere un certo gusto, può contenere delle sostanze chimiche che soddisfano la lingua ma che non sono necessarie per il corpo. L’uomo è confuso, molto più confuso dei bufali. Non puoi convincere un bufalo a mangiare gelati. Prova! Un cibo naturale… e quando dico naturale voglio dire quello di cui il tuo corpo ha bisogno.
 
l’Anatomia comprata:
 
Predatori/Carnivori
1-Placenta zoniforme
2-Artigli retrattili, denti aguzzi, compresi i molari, atti a strappare non masticare
3-Ghiandole salivari poco sviluppare : la saliva, e acnhe l’unità, hanno reazione acida
4-Lo stomaco procede grandi quantità di pepsine acido cloridrico rispetto a erbivori o onnivori
5-La digestione avviene principalmente nello stomaco
6- Grassi sono digeriti nell’intestino grazie a succhi biliari e pancreatici
7-L’intestino è più corto (4/5 volte la lunghezza del corpo) rispetto a quello di erbivori onnivori e frugivori
 
Erbivori
1- Placenta non caduca
2- Zoccoli, denti atti a strappare e a masticare
3-Ghiandole salivari ben sviluppate e reazione alcalina di saliva e urina
5-Secreazione scarsa di acido cloridrico
6-Non producano uricasi
7Canale intestinale sino a 20 volte la lunghezza del tronco
 
 
Onnivori
1- Placenta non caduca
2-Saliva e urine a reazione acida
3-Intestino lungo 10 volte la lunghezza del tronco
 
 
Scimmie antropomorfe
1-Placenta discoidale
2-Incisi ben sviluppati
3-Molari smussati
4-Saliva e urina alcaline
5-Intestino lungo 10 volte il tronco
 
Uomo
1-Placenta discoidale
2-Incisi ben sviluppati
3-Molari smussati
4-Saliva e urina alcaline
5-Intestino lungo 10 volte il tronco
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La musica attraverso il suo messaggio vuole aiutare l’uomo a non essere più semplice spettatore della sua vita ma a trasformarlo in attore protagonista, un creatore consapevole della propria esistenza, e insegnandogli a vivere appieno tutti gli aspetti della vita. La musica invita ed insegna ad amare la propria natura imperfetta ricordandogli che la perfezione è, per qualità intrinseca, irraggiungibile e quindi aspirazione inutile. A volete mi capita di analizzare la condizione umana da una prospettiva del tutto insolita rispetto alla logica comune, indispensabile punto di svolta per chi vuole andare oltre il regno dei desideri e delle proiezioni che accompagnano i tanti aneliti di libertà dell’individuo, spesso destinati a frantumarsi contro l’esperienza quotidiana. Sull’onda del Koan Zen forse più famoso, un enigma la cui soluzione può essere colta solo con un balzo dell’intuizione fuori da qualsiasi schema di pensiero, la musica mette a nudo la tragicommedia in cui l’uomo si trova a vivere, letteralmente perso in una goccia d’acqua. “L’oca è fuori!” urla il Maestro Zen al discepolo che d’acchito si ritrova a comprendere. Mentre io, con voi, invece, sono più paziente e al tempo stesso più incisivo, e musica dopo musica, vi accompagno nel cammino verso le note, la melodia, aiutandolo ad affrontare angosce, dubbi, frustrazioni, chiarendo e spiegando in che modo ciascun essere umano sceglie di vivere come un mendicante, pur avendo dentro di sé le potenzialità per essere un imperatore; e per vivere un’esistenza fondata sull’amore, sulla gioia, sulla risata.
Come la musica impetuosa
del fiume Armonico che s’infrange
alta contro le vostre orecchie,
irruente scaturì in me
e in voi
la
passione
amorosa